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Rugby, Sei Nazioni 2017: Inghilterra-Italia. Gli azzurri volano a Twickenham contro i campioni in carica. Dare il massimo senza partire già battuti

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Domenica pomeriggio l’Italrugby scende di nuovo in campo per il terzo impegno nel Sei Nazioni 2017, attesa da una sfida ai limiti dell’impossibile contro l’Inghilterra nel tempio di Twickenham. I campioni in carica provengono da due vittorie sofferte, gli azzurri invece hanno rimediato soltanto batoste fino a questo momento contro Galles e Irlanda che hanno fatto sprofondare anche le speranze di chi aveva visto nel nuovo corso targato Conor O’Shea e nelle buone prestazioni fornite durante i Test Match di novembre un segnale incoraggiante per il futuro. Purtroppo le disfatte senza appello subite allo Stadio Olimpico di Roma hanno riportato tutti alla dura realtà, e non è una caso che si sia tornati a parlare della crisi del movimento italiano oltre che della scarsa competitività delle franchigie impegnate nel Guinness Pro12.

Il vero obiettivo ora è quello di non concludere senza vittorie l’ennesima spedizione fallimentare nel Torneo, anche se appare davvero utopistico pensare che questa Nazionale possa mettere i bastoni tra le ruote ad una formazione seconda nel ranking Mondiale alle spalle dei soli All Blacks e che inoltre non siamo mai riusciti a battere nei 23 precedenti disputati. Il tecnico irlandese ha provato a mischiare un pochino le carte per l’occasione, proponendo quattro cambi rispetto allo schieramento che è sceso in campo contro l’Irlanda: Abraham Steyn rileva Maxime Mbandà nel ruolo di terza linea, Giulio Bisegni prende il posto di Angelo Esposito all’ala, Michele Campagnaro coadiuverà Luke McLean fra i centri, e infine Tommaso Allan si riprende una maglia da titolare in posizione di apertura spedendo in panchina il prospetto delle Zebre Carlo Canna. Sarà davvero fondamentale che i ragazzi risultino in grado di resistere all’urto iniziale dettato da uno stadio storico e soprattutto da un’avversaria così blasonata, vogliosa più che mai di imprimere il proprio ritmo fin da subito in maniera analoga a quanto fatto dai Verdi nella giornata precedente.

Nel corso della settimana non sono arrivati pareri favorevoli sulla permanenza dell’Italia nell’èlite del rugby europeo, dubbi palesati numerose volte durante gli anni passati, che hanno trovato ulteriore conferma dalle parole di opinionisti importanti come Clive Woodward, favorevole all’ipotesi di allargamento della competizione e quindi al possibile inserimento di squadre come Romania o Georgia. Fortunatamente ci ha pensato lo stesso CEO del Sei Nazioni John Feehan a gettare un po’ di acqua sul fuoco: “Si tratta di una competizione a numero chiuso, presieduta e controllata dalle sei nazioni rappresentante. Non ci sono posti liberi e non abbiamo intenzione di aggiungere. Non è detto che non si cambi mai, ma ora siamo contenti di avere le sei nazionali più forti d’Europa. Prima di 10-15 anni non è realistico prevedere novità”.

Spetta adesso agli azzurri dimostrare di aver superato quel limbo che ci avvolge praticamente da sempre e sintetizzato in maniera perfetta dalla malinconica consapevolezza di essere troppo forti per le altre Coppe europee, troppo scarsi per il Sei Nazioni.

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Profilo Twitter FIR

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