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Sci di fondo

Pellegrino-Noeckler, l’Italia delle magie è argento ai Mondiali. I tre ingredienti del podio azzurro

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Condizione fisica ottima, sagacia tattica e quel pizzico di fortuna che non guasta mai. Sono questi gli ingredienti principali che hanno portato alla medaglia Dietmar Noeckler e Federico Pellegrino nella team sprint a tecnica classica. Un argento che migliora il bronzo conquistato due anni fa sempre dai poliziotti e che permette all’Italia di riassaporare i tempi d’oro del movimento azzurro. Era da Liberec 2009 infatti che l’Italia non vinceva più di una medaglia nelle gare iridate di sci di fondo.

Quel che sta piacendo degli italiani a Lahti è il picco di forma trovato nel momento clou dell’anno. Di Pellegrino abbiamo detto abbastanza, quel che sta facendo assume un valore superiore considerando gli avversari battuti nella sprint individuale. Sergey Ustiugov ha in bacheca due ori e un argento mentre Johannes Hoesflot Klaebo ha mostrato anche oggi il suo incredibile talento facendo il vuoto nella sua frazione. Come avvenuto ieri con Giandomenico Salvadori tuttavia Noeckler ha tenuto alla grande il ritmo di avversari come Nikita Kriukov e Sami Jauhojaervi, fatto tutt’altro che scontato in una stagione fino a oggi non esaltante.

Tattica e visione di gara, come nella prova individuale, sono stati fondamentali per l’Italia. Scaltro come al solito Pellegrino nel superare in curva il più lento rivale canadese, bravo e freddo Noeckler nel capire le difficoltà di Kriukov in salita. Secondi guadagnati vitali in una prova in cui il minimo errore può risultare decisivo.

C’è poi la Dea Bendata che questa volta è stata benevola per il tricolore. Senza la caduta di Iivo Niskanen ed Emil Iversen, l’Italia non sarebbe stata sicuramente d’argento. Il finlandese aveva infatti inserito il turbo nell’ultima frazione mentre Iversen ha vanificato con una prova insufficiente il lavoro del compagno Klaebo.

 

francesco.drago@oasport.it

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