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Ciclismo su pista, il sogno realizzato: Elia Viviani medaglia d’oro nell’Omnium a Rio 2016

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Un inseguimento durato sei anni. O forse una vita intera: Elia Viviani, quest’estate, ha coronato il sogno di un’intera carriera vincendo la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio 2016 nell’Omnium, la specialità più impegnativa nel programma del ciclismo su pista.

Quella tra Elia e la medaglia è una storia lunga, che poteva concretizzarsi già alle Olimpiadi di Londra 2012: ancora giovanissimo, era al comando dopo cinque di sei prove. L’ultima, però, gli è fatale e scivola dalla prima alla sesta posizione in classifica finale. Il chiaro segnale di un atleta che doveva ancora crescere, limare i propri limiti fino ad ergersi come uomo da battere. I segnali sembravano incoraggianti, ma a pochi mesi dai Giochi di Rio subisce un’altra pesantissima delusione: ai Mondiali ancora una volta si è presentatato al comando dopo 5 prove, ma una corsa a punti anarchica e in grado di riaprire ogni discorso per la vittoria lo relega ai piedi del podio, ad una manciata di centimetri dalla medaglia d’oro che sembrava avere alla portata.

Fernando Gaviria, colombiano di talento, e Mark Cavendish, reduce da quattro vittorie al Tour de France di pochi giorni e in forma come non lo si vedeva da diversi anni, sembravano un paio di passi avanti all’azzurro in un’ipotetica griglia di partenza. Pochi, però, avevano fatto i conti con l’impegno e la preparazione certosina dell’azzurro, che si è presentato in Brasile forte come non mai. Questo, su pista, si è trasformato nella prima posizione virtuale quando mancava solamente la corsa a punti per chiudere definitivamente il cerchio. La stessa che, pochi mesi prima, gli aveva tolto il titolo Mondiale.

Inizialmente l’atleta del Team Sky è stato prudente, facendo gli sprint quando si trovava nelle prime posizioni e controllando gli avversari più vicini, con una classifica che però andava via via accorciandosi aprendo la corsa a soluzioni tattiche sempre diverse e con molti più altleti in corsa per la vittoria finale. E proprio nel momento più difficile Viviani è anche stato coinvolto in una caduta: fortunatamente non ha avuto conseguenze fisiche e una volta salito nuovamente in bicicletta ha dimostrato una volta per tutti di essere il più forte all’interno del velodromo con una classe ed una controllo della situazione che lo hanno proiettato nell’Olimpo.

Mai come in questo caso, lo sport è metafora di vita. Elia Viviani non era l’atleta con maggiore talento in gara in quella due giorni, ma era sicuramente il più tenace, che nonostante le delusioni è sempre rimasto aggrappato ad un sogno, scegliendo la via meno battuta per realizzarlo, senza mai abbandonare la sua pista nonostante la possibilità di concentrarsi solamente sulla più redditizia carriera su strada. Elia Viviani è salito sul podio con le gambe ma sopratutto con la testa e l’abnegazione di chi mai si sarebbe dato per vinto, regalandoci l’esempio più bello da seguire nella vita di tutti i giorni.

Twitter: @Santo_Gianluca

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gianluca.santo@oasport.it

Foto: Leandro Neumann Ciuffo

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