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Biathlon, Dominik Windisch: “Spero di fare bene fin dalle prime gare, al tiro mi sento più sciolto”

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Abbiamo avuto il piacere di contattare telefonicamente dal ritiro di Trysil (Norvegia) il 26enne altoatesino Dominik Windisch, che nella scorsa stagione si è conquistato un posto tra i big del biathlon, grazie allo storico successo nella mass start canadese di Canmore e al quarto posto in volata, sempre nella mass start, dei Mondiali di Oslo. I risultati che ha saputo conquistare l’alpino di Rasun (Bz) lo hanno reso più determinato e ambizioso in vista della imminente stagione invernale, che culminerà ai Mondiali di Hochfilzen previsti dal 9 al 19 febbraio:

Purtroppo hai dovuto saltare i Campionati Italiani Estivi per via di un malanno. Ora come ti senti fisicamente?

“Fortunatamente niente di grave, ho avuto un po’ di raffreddore, anche nel mese di ottobre, ma sono comunque riuscito ad allenarmi regolarmente e non ho perso molto tempo a livello di preparazione”.

Tra poco prenderà il via della stagione invernale, come sta procedendo la preparazione, sia atletica che al tiro? Come ti trovi con i nuovi materiali?

“Tutto sta andando come da programma e spero che tutto vada bene per il via della stagione. Quest’anno ho cambiato marca di sci, passando a Rossignol: lo sci a livello di spinta è un po’ diverso dai materiali precedenti, per cui devo adattare leggermente la mia tecnica di sciata. Sul fucile non ho cambiato nulla, ma al tiro cerco di essere ancora più determinato e preciso, in cerca della perfezione”.

Come ti trovi a Trysil (Norvegia), sede dell’ultimo ritiro stagionale e come è stato il primo contatto con la neve sui ghiacciai a Ramsau e in Val Senales?

“A Trysil mi trovo benissimo, una località molto simile a Sjusjoen dove abbiamo finalizzato la preparazione nella scorsa stagione. Il vantaggio qui è che c’è molta più tranquillità, ci alleniamo con la nazionale austriaca per cui abbiamo il nostro spazio per fare al meglio gli allenamenti senza avere traffico in pista e al poligono. La neve c’è, le condizioni sono perfette, fa un po’ freddo, siamo a -11 gradi, però fa parte del gioco, ci prepara per l’inverno. Sui ghiacciai abbiamo potuto testare solo i materiali, potendo sciare solo su brevi tratti, però rispetto alle scorse stagioni, dove al rientro dalla quota avevo un calo fisiologico, mi sono sentito meglio”.

La scorsa stagione è stata sicuramente quella della svolta per la tua carriera, grazie al successo ottenuto il 6 febbraio nella mass start di Canmore. Che ricordo hai di quella giornata?

“L’emozione c’è sempre, non passerà mai. Ogni volta che guardo indietro mi emoziono, ma bisogna guardare anche avanti, non puoi vivere solo nel passato. Sono tornato con i piedi per terra, so che devo lavorare duramente se voglio cogliere ancora risultati importanti e migliorare su ogni aspetto”.

Sei soddisfatto complessivamente della tua stagione di Coppa del Mondo, nella quale hai centrato diverse top ten e hai anche sfiorato la medaglia in due occasioni ai Mondiali di Oslo, dove è arrivato un quarto posto nella mass e una quinta posizione nella sprint?

“La seconda parte della stagione è stata sicuramente la più soddisfacente, faccio sempre un po’ fatica nelle prime tappe a entrare in condizione, infatti uno degli obiettivi sarà quello di farmi trovare pronto fin da subito”.

Sugli sci ha impressionato il tuo rendimento, in particolare ai Mondiali. Forse a livello di condizione è paragonabile a quella che avevi alle Olimpiadi di Sochi del 2014?

“Sì effettivamente in entrambe le occasioni sono arrivato all’appuntamento al top della forma, in più le particolari condizioni degli sci e della neve in tali contesti sono state per me sicuramente un vantaggio: sicuramente arrivo nell’ultimo mese di gare, dove sono fissati i principali appuntamenti stagionali, con una condizione ottimale”.

Le confidenza al tiro è sicuramente cresciuta, sia a livello di velocità al tiro che di precisioni, infatti a livello di percentuali sei riuscito a superare l’80% a terra e ad avvicinarlo nelle serie in piedi. E’ stato questo il segreto della tua stagione?

“Il segreto è stata la tranquillità al tiro, arrivavo con più serenità al poligono. Il lavoro era sicuramente più sciolto, senza però rallentare gli automatismi: ho preso il tempo che mi serviva per sparare al meglio, ho fatto due respiri in più quando era necessario, tutto questo mi ha aiutato a migliorare anche la performance al tiro, dal momento che ero meno stressato”.

Dopo gli ottimi risultati ottenuti nel 2016, quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?

“Come ho detto in precedenza, uno degli obiettivi è quello di far bene fin dalle prime tappe e di dare continuità ai risultati che ho ottenuto nella scorsa stagione”.

Il rientro a casa a fine stagione è stato memorabile, un pubblico numerosissimo a Rasun è venuto a rendere omaggio a te e Wierer. Lo stesso pubblico che oggi gioisce per l’assegnazione di Anterselva 2020: ti sei impegnato in prima persona a Chisinau per regalare i Mondiali alla tua valle. 

“E’ sempre bello vedere quanta gente ti segue e tifa per te, il bello di vincere è vedere la soddisfazione di chi ti sta intorno, amici e tifosi, questo è decisamente l’aspetto più emozionante. A Chisinau, nel convegno IBU, ho vissuto una bellissima esperienza, ho conosciuto il lato “politico” del biathlon, che per me è certamente interessante e siamo riusciti a vincere: Anterselva 2020 sarà un appuntamento imperdibile per tutti i tifosi azzurri e una grande motivazione per gli atleti”.

Avete già svolto diversi raduni ad Hochfilzen, sede dei prossimi Mondiali: nonostante il tracciato sia poco distante da casa, storicamente non hai mai ottenuto dei grandi piazzamenti. Come valuti il circuito austriaco?

“Essendo Hochfilzen solitamente posizionata come seconda tappa di Coppa del Mondo, per cui ero più attento a gestire tutti quei meccanismi che si cerca di aggiustare ad inizio stagione e non sono mai riuscito ad arrivare all’appuntamento austriaco al top della condizione. Fortunatamente però i Mondiali sono a fine stagione, per cui sarà completamente diverso e spero di arrivare nel miglior stato di forma sia dal punto di vista fisico che al tiro. La pista mi è sempre piaciuta e anche il poligono non mi dispiace, spero di essere più sciolto e libero sia sugli sci che al tiro per potermi esprimere al meglio nella competizione iridata”.

Con il ritiro di Christian De Lorenzi, tu con Lukas Hofer rappresentate gli atleti più esperti a livello internazionale nella squadra maschile: siete diventati oramai un punto di riferimento per gli atleti più giovani.

“Sicuramente sì, soprattutto ho creato un legame speciale con Thomas Bormolini, che ha provato a copiare alcuni miei esercizi per migliorare la performance. Per me è uno stimolo in più per esprimermi al meglio: spesso ci sfidiamo e tra di noi c’è proprio il feeling da gara, riuscendo a dare il 100% di noi stessi. Siamo proprio una bella coppia…”.

Il gruppo azzurro da un paio di stagioni è ormai consolidato: che clima si respira a livello di motivazioni per l’avvicinamento alle gare e quali sono le aspettative dei tecnici nei vostri confronti?

“Il clima in squadra è davvero buono, perchè è vero che siamo tutti in concorrenza ma siamo anche molto amici tra di noi, in più i risultati che abbiamo raggiunto lo scorso anno hanno dato ancora più compattezza al gruppo. I tecnici sono abbastanza tranquilli e soddisfatti dei risultati ottenuti nelle ultime stagioni, per cui si fidano di noi”. 

A differenza delle ultime stagioni, non parteciperete alle gare di Sjusjoen…

“Quest’anno no, la preparazione è leggermente diversa e al momento stiamo facendo dei lavori molto intensi, per cui le gare in questo momento non si adatterebbero bene al nostro tipo di programma di allenamenti, diciamo che rispetto alla tradizione le gare di Sjusjoen si disputano con una settimana di anticipo rispetto alla classica partenza della Coppa del Mondo. Disputeremo nei prossimi giorni dei test qui a Trysil per verificare la nostra condizione”.

Foto: Romeo Deganello

nicolo.persico@oasport.it

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