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Atletica, Alex Schwazer: “Sono sempre più convinto che sia stato un complotto. I russi erano ‘pieni’…”

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Alex Schwazer vuole andare fino in fondo. Se la carriera sportiva dell’altoatesino si è di fatto conclusa con la squalifica di 8 anni inflittagli dal TAS, l’ormai ex marciatore vuole ottenere chiarezza attraverso la giustizia ordinaria.

Sono sempre più convinto che sia stato un complotto. La Procura di Bolzano ha sequestrato le urine. Si farà un’analisi del Dna e non solo, per vedere se ci sono i segni di una manomissione“, ha dichiarato il campione olimpico di Pechino 2008 alla rivista Sette.

Schwazer rivela poi alcuni particolari inquietanti della vicenda: “In un’intercettazione dice (riferendosi ad un medico della IAAF, ndr) ‘questo crucco ha da morì…’. Quando io l’ho accusato, lui è stato addirittura messo a capo dei controlli sulla mia gara di rientro. Un altro dottore non è mai stato sospeso e un atleta che aveva valori ematici molto alti, e rischiava di saltare Rio, l’ha pubblicamente ringraziato… Capito come funziona? In più qui si voleva colpire il mio nuovo allenatore Sandro Donati, uno che trent’anni fa aveva già denunciato tutto. Per fermare me, bastava squalificarmi in gara ai Mondiali di Roma. Invece dovevano colpire la storia di Donati, punirlo per le sue parole contro il sistema“.

L’ex campione della nazionale di atletica espone il suo pensiero sugli atleti russi: “Io li ho accusati dopo il 2012, loro sono stati squalificati nel 2014. Trenta dopati in dieci anni, tutti beccati. Il loro allenatore, i loro dirigenti, tutti puniti a vita“.

Schwazer accetta con rassegnazione una nuova vita: “Nel 2012 era più facile. Siccome un atleta è un combattente, m’ero messo a combattere: m’allenavo quando tutti dicevano no, che fai, sei pazzo, non hai certezze di andare all’Olimpiade di Rio. Stavolta so che non sarò un atleta“.

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