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Il risveglio dei bomber italiani. Belotti e Pavoletti fanno sorridere Ventura. Ma questo Berardi va chiamato

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L’avvio della Serie A sembra coinciso con la rinascita degli attaccanti italiani. Il reparto, da ormai diverse stagioni, soffre maledettamente, avendo di fatto perso le sue stelle più lucenti dell’attuale generazione: Giuseppe Rossi, martoriato dagli infortuni, e Mario Balotelli, prigioniero della propria testa.

Conte si presentò agli Europei con Eder ed Insigne che, insieme, segnarono 25 gol nella passata stagione, 11 in meno rispetto al capocannoniere Higuain. L’ex ct pugliese non prese in considerazione due emergenti come Leonardo Pavoletti (14) ed Andrea Belotti (12), entrambi ora ad un passo dallo spiccare il definitivo salto di qualità.

Intendiamoci: i tempi dei vari Vieri, Toni, Inzaghi, Del Piero e Totti sono ormai lontani e difficilmente ripetibili. Il nuovo che avanza, tuttavia, lascia sperare in qualcosa di meglio rispetto al passato recente.

Andrea Belotti è il vero mattatore delle prime due giornate. 4 gol messi a segno, malgrado due rigori falliti. 23 anni da compiere a dicembre, il Gallo potrebbe spiccare il volo al Toro, per poi tentare il grande salto in una big. Possiede rapidità, forza fisica, scaltrezza e fiuto del gol. Un attaccante moderno e completo, soprattutto con una determinazione fuori dal comune.

Pavoletti, invece, è arrivato per gradi nel grande calcio. Una carriera che ha mutato completamente volto solo a gennaio 2015, quando, 26enne, approdò al Genoa. A suon di gol si è conquistato il posto da titolare, diventando anche un pezzo pregiato del mercato. Per certi versi, un percorso che può ricordare quello di Luca Toni, campionissimo sbocciato in ritardo e dopo tanta gavetta. Alto 1,86 metri, poderoso nel gioco aereo, ma dotato anche di una discreta tecnica, Pavoletti potrebbe diventare presto una pedina cruciale nello scacchiere della Nazionale, soprattutto considerando l’esilio dorato in Cina di Graziano Pellè.

Un’altra punta che sta incantando è Domenico Berardi, autore di 7 reti finora tra Campionato ed Europa League. Stiamo parlando del talento più puro e cristallino tra i giovani del calcio italiano, formidabile nel dribbling, pregevole stoccatore ed opportunista. Al di là dell’infortunio in cui è incappato, che lo costringerà a saltare anche il big-match con la Juventus, l’attaccante calabrese, per ora, viene snobbato dal ct Ventura: “Se giochiamo con il 3-5-2, non c’è spazio per lui“. In una delle Nazionali più grezze ed operaie di sempre (anche se il ritorno di Verratti rappresenterà un sensibile passo avanti), è davvero conveniente fare a meno dell’inventiva e del talento di un calciatore dalle doti indiscutibili, anche se piuttosto difficile da gestire caratterialmente? La sensazione è che l’Italia abbia bisogno di Berardi. Con lui, Belotti e Pavoletti, il reparto offensivo degli azzurri tornerebbe, finalmente, di tutto rispetto e con ampi margini di miglioramento.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Pagina FB Belotti

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