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Boxe, Olimpiadi Rio 2016: Irma Testa, troppo rumore e troppa pressione per un diciottenne

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L’Italia della boxe, come abbiamo già sottolineato in un articolo di ieri, torna dalle Olimpiadi di Rio 2016 con le ossa rotte: nessuna medaglia sui sette pugili partecipanti, con solamente due di questi che sono riusciti a raggiungere i quarti di finale. Ad ottenere il miglior risultato, al pari del peso massimo Clemente Russo, è stata Irma Testa, divenuta la prima donna italiana a partecipare ai Giochi nella nobile arte, che ha vinto un incontro prima di arrendersi alla francese Estelle Mossely, che si sarebbe poi laureata campionessa olimpica.

Anche se la campana aveva già sconfitto Mossely al torneo di qualificazione olimpica, va sottolineato come la francese abbia saputo orientare la propria stagione verso i due tornei più importanti dell’anno, conquistando prima il titolo mondiale e poi la medaglia d’oro a cinque cerchi. Sul risultati di Irma, dunque, c’è poco da dire, visto che l’azzurra ha sconfitto – anche se con qualche difficoltà – un’atleta decisamente alla portata come l’australiana Shelley Watts, ed è poi stata eliminata dalla più forte del lotto.

Quello che vogliamo sottolineare in questa sede, invece, sono le troppe aspettative e l’eccessiva pressione che hanno caratterizzato il cammino di Irma Testa verso l’appuntamento finora più importante della sua giovane carriera. Dopo una qualificazione ottenuta brillantemente, questa atleta di soli diciotto anni si è trasformata in un vero fenomeno mediatico, ed anche lei stessa ha fatto poco per restare lontana dalle luci dei riflettori, lanciandosi anche in dichiarazioni che hanno fatto discutere e che non le hanno procurato sicuramente grandi simpatie.

Che vi sia un collegamento tra gli eventi è tutto da dimostrare, ma sta di fatto che, dopo il pass olimpico e l’esposizione mediatica, le prestazioni di Irma Testa, sia in termini di risultati che di brillantezza sul ring, nono sono più state le stesse. Ai Mondiali, la campana è stata eliminata subito dalla svedese Agnes Alexiusson, atleta sicuramente di buon livello ma che le Olimpiadi le ha viste solo in televisione. Come detto, poi, neppure l’incontro vinto con l’australiana Watts ha convinto fino in fondo.

Sottolineando che le qualità pugilistiche di Irma Testa, emerse con le tante vittorie a livello giovanile, restano indubbie, siamo costretti ad affermare che ad oggi, tra pressioni e mediatizzazione, le premesse non si sono ancora concretizzate: ora starà a lei fare tesoro di queste prime grandi esperienze a livello senior (Mondiali ed Olimpiadi) in vista dei prossimi appuntamenti di una carriera che ha ancora molto da dire. Per ora, possiamo continuare a parlare di una promessa, ma non ancora di una realtà.

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Immagine: Marcello Giulietti (FPI)

giulio.chinappi@oasport.it

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