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Ciclismo

Tour de France 2016: il fascino del Mont Ventoux

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Un Mont Ventoux in formato minore, con arrivo allo Chalet Reynard. Dieci chilometri di salita, pendenza media superiore al 9%. Questo si troveranno davanti gli atleti quando oggi, nella 12esima tappa del Tour de France 2016, arriveranno ai piedi del Gigante della Provenza.

Il taglio di percorso, effettuato a causa delle condizioni meteorologiche e del forte vento che ne ha sferzato la vetta nella giornata di ieri, non basterà a salvare i ciclisti del Tour de France da quello che dovrebbe essere il primo vero spartiacque della corsa, dopo che i Pirenei si sono risolti con un no contest quasi esasperante. Posto alla vigilia di una cronometro individuale di quasi 40 chilometri, il Monte Calvo e le sue fatiche potrebbero avere ricadute anche sulla giornata di domani, pur senza l’ultimo tratto da affrontare nel panorama lunare degli ultimi 5 chilometri con il caldo e la mancanza di ossigeno a rendere ancora più difficile la scalata nella sua fase conclusiva.

Il Tour de France ha affrontato questa salita per la prima volta nel 1951, e da allora è entrata tra i simboli del Tour de France, con la celebre stazione meteo sulla cima a fare da punto di riferimento per il gruppo. Tra i grandi nomi a vincere su questa salita Charlie Gaul, Eddy Merckx, Raymond Poulidor e Marco Pantani: l’ultimo, Chris Froome nel 2013.

La leggenda di questa salita è passata, purtroppo, anche dalla tragedia: Tommy Simpson ha perso la vita a circa due chilometri dall’arrivo nel 1967 a causa della disidratazione e dell’assunzione di sostanze dopanti assieme all’enorme fatica fatta in corsa. Una stele lo ricorda, per raccontare quanto può essere crudele questo Monte, isolato nella Provenza a regnare incontrastato. Esattamente come chi, oggi, taglierà per primo il traguardo.

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

Foto: By BlueBreezeWiki (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

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