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Atletica, Europei 2016 – Le pagelle dell’Italia: Grenot principesca, delusioni Galvan e Hooper, Manenti paga

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All’Olympisch Stadion di Amsterdam si è conclusa la terza giornata degli Europei 2016 di atletica leggera. L’Italia ha conquistato la prima medaglia della rassegna continentale grazie a Libania Grenot, capace di confermarsi sui suoi 400m. Di seguito le pagelle di tutti gli azzurri scesi in pista nella giornata odierna.

 

LIBANIA GRENOT: 9. Unica, inimitabile. La Pantera non delude le aspettative della vigilia e domina la sua gara dal primo all’ultimo metro. Non sarà il giro della morte perfetto, è lontana dalla prova stupefacente esibita in semifinale ma il cuore e la voglia di confermarsi sul Trono sono quelli dei giorni migliori.

La Regina d’Europa è ancora lei, per il secondo anno consecutivo. Demolisce psicologicamente le avversarie, le annienta già a metà gara, si invola in solitaria senza mai rischiare nulla. Le gambe di una gazzella che sa di valere ancora di più di questo 50.73, che può avvicinare il suo record italiano, che può sperare di fare bene alle Olimpiadi. Dopo Zurigo arriva Amsterdam, un’altra gemma nel suo palmares che diventa di primissimo piano a livello italiano.

Come due anni fa, ancora una volta è Libania Grenot a smuovere il medagliere degli Europei, ancora con un altro oro dal peso importantissimo. Naturale, frizzante, convinta dei propri mezzi nel post gara: non si tira indietro, vuole conquistare l’America…. Rio la aspetta.

 

MATTEO GALVAN: 5. Dopo aver impressionato tutti nei turni eliminatori, l’azzurro si spegne tutto d’un tratto quando conta davvero. Mai protagonista in una finale che avrebbe dovuto azzannare. Rincorre per tutti i 400 metri, non riuscendo mai a lottare con i big che sfrecciano davanti a lui. Considerando il tempo di assoluto rilievo con cui si era presentato ad Amsterdam ci si aspettava decisamente di più e invece arriva ultimo con un altissimo 45.80.

GLORIA HOOPER: 4. Europei estremamente deludenti per l’azzurra, lontanissima dalla finale dei 200 metri. Una brutta semifinale, una corsa non al top delle sue possibilità, il tempo di 11.48 è distante 16 centesimi dall’ultimo ripescaggio per la qualificazione. Ci aspettavamo decisamente di più.

 

GIORDANO BENEDETTI: 7. Una bellissima gara da parte dell’azzurro che corre in 1:46.74 e accede meritatamente alla finale. Quarto nella sua semifinale, alle spalle dei big Kszczot e Bosse ma davanti a Lewandowski e Tuka che hanno gareggiato nell’altra serie. Convince e piace per l’atteggiamento, ci aspettiamo di rivederlo arrembante anche quando si lotterà per le medaglie.

DAVIDE MANENTI: 7. Eccellente il 20.46 con cui si è qualificato in finale ma paga a caro prezzo la fatica dei due turni ravvicinati nel giro di due ore. Nell’atto conclusivo peggiore il tempo di due decimi, facendo comunque una gara interessante e coriacea, conclusa al sesto posto e a un decimo dalle medaglie.

JAMEL CHATBI: 7,5. Ci crede, combatte a lungo, vuole piazzare il colpaccio nei 3000m siepi ma con Mekhissi, Kaya e Kowal c’era davvero poco da fare. Chiude con un buon quinto posto (8:32.43).

EMANUELE ABATE: 7. Corre in 13.63 sotto la pioggia e finalmente torna a farsi vedere come ci si aspetta. Convince nella batteria, passa il turno con il quarto tempo di giornata (13.63) e può ritenersi più che soddisfatto.

 

ABDOULLAH BAMOUSSA: 6,5. Ci ha messo tutto il cuore del mondo per brillare e porti punti alla causa italiana grazie all’ottavo posto odierno (8:35.35). La ribalta internazionale su questi 3000m siepi non può che fare piacere.

LORENZO PERINI: 6,5. Buon turno eliminatorio sui 110m ostacoli, sesto tempo di giornata (13.68) e sotto la pioggia passa il turno.

HASSANE FOFANA: 6,5. Vale lo stesso discorso del compagno di specialità, lui fa tre centesimi peggio e ritornerà in pista per la semifinale.

DARYA DERKACH: 6,5. Un buon balzo convincente, un 13.96 di qualità che vale la finale. Una prova di sostanza e che mette più sicurezza in vista delle Olimpiadi.

YURI FLORIANI: 6. Gli altri due azzurri in gara fanno meglio del trentino che chiude al nono posto nella miglior prova di squadra per l’Italia fino a questo momento.

MARCO LINGUA: 6. Svolge il suo compito qualificandosi alla finale con la decima misura (72.94). Si salva per una sessantina di centimetri ma i due nulli non sono un bel biglietto da visita.

STEFANIA STRUMILLO: 6. Era già tanto essere in questa finale, non si potevano avere pretese. La sufficienza si riferisce più al percorso fatto di questa 27enne che non si era mai affacciata a certi palcoscenici. La gara di oggi, conclusa all’ultimo posto (55.78 al primo tentativo seguito da due nulli) non è stata certamente delle migliori.

MARGHERITA MAGNANI: 6. Esegue il suo compito qualificandosi alla finale dei 1500m. Lo fa con l’ottavo posto della sua batteria (4:11.78), ultimo tempo utile per passare il turno.

 

ANTONIO INFANTINO: 5,5. Corre lontano dal suo personale e questo non è mai un fattore positivo: il 20.93 odierno è da rivedere. Era però oggettivamente impossibile fare meglio di questa onorevole semifinale su un palcoscenico mai calcato.

SIMONE FALLONI: 5. Bastava fare un metro peggio dello stagionale/personale e invece si ferma a un modesto 70.51, rimanendo fuori da una finale che era alla sua portata.

AHMED EL MAZOURY: 4,5. Chiude distaccatissimo i 10000m in un davvero troppo alto 29:29.36, praticamente un minuto sopra le sue potenzialità. Era lecito aspettarsi una prova più arrembante.

ESEOSA DESALU: 4. Si scioglie nella semifinale dei 200 metri correndo i un troppo alto 20.94 per poter ambire a qualcosa di più. Ci si aspettava che Fausto potesse fare la differenza ma purtroppo la pista l’ha respinto.

JACOPO LAHBI: 4. Prova deludente sui 1500m, tempo altissimo di 1:48.47 senza alcuna ambizione. Bocciato dopo aver passato le batterie.

IRENE SIRAGUSA: 2. Che brutta gara! Pessima semifinale dei 200m, altissimo 11.78 che è il penultimo tempo delle 23 classificate. C’è ben poco da salvare.

 

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