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Atletica, marcia: il grande ritorno di Alex Schwazer a Roma. Obiettivo Olimpiadi di Rio 2016

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Ormai ci siamo, pochi giorni e Alex Schwazer tornerà a marciare sullo spettacolare tracciato della Città Eterna, dopo la lunga squalifica per doping, successiva alla drammatica sospensione alle Olimpiadi di Londra.

Inutile dire che le luci della ribalta saranno tutte su di lui, forse anche a dispetto di altri azzurri e soprattutto azzurre che saranno alla ricerca di piazzamenti prestigiosi; il polverone sollevato dalle recenti parole di Gianmarco Tamberi ha ulteriormente rinfocolato il dibattito su questa controversa vicenda.

E’ giusto però, ora, far parlare i cronometri e pensare solamente allo Schwazer atleta che è atteso ad una prima prova, molto difficile, verso il cammino olimpico; quel che è stato è stato, da adesso in poi conteranno le prestazioni e non le parole.

Nella 50 km romana l’altoatesino avrà di fronte avversari di tutto rispetto, ma l’ostacolo principale sarà riprendere la confidenza con la strada in una competizione di livello; gli allenamenti, secondo coach Sandro Donati, sono stati molto produttivi, ma il contesto di una gara mondiale è certamente differente.

Chiaro che avrà un suo peso la pressione mediatica e come il campione olimpico di Pechino saprà gestirla, se non si farà sopraffare, potrà anche tramutarla in voglia di rivalsa. Tuttavia l’intenzione di “spaccare il mondo” può essere un’arma a doppio taglio perché dovrà, per forza di cose, fare i conti con la condizione tecnico-fisica dell’atleta.

Che Schwazer sia stato un grande marciatore, un fuoriclasse, al di là delle note vicende, è indubbio, com’è altrettanto innegabile che prima del fattaccio di Londra era diventato un problema per lui chiudere una 50 chilometri, tant’è vero che l’ultimo alloro a lui assegnato è stato un argento europeo, poi divenuto oro per altre squalifiche, sulla 20 km.

Considerando il tutto e tenendo ben presente che è assolutamente impossibile fare un pronostico con numerose variabili in ballo, finire tra i primi 6-8 atleti, magari con un tempo non lontano dalle 3h40’-3h42’ sarebbe un viatico eccellente per l’avventura olimpica in itinere.

In caso invece di risultato lontano dalle aspettative del marciatore azzurro, si aprirebbe un ventaglio di possibilità, tra cui non è da scartare quella di un passaggio alla distanza più breve.

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gianluca.pessoni@oasport.it

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