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Calcio – Serie A, Top&Flop 18esima giornata: Zaza come Re Mida, Cerci scellerato

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Ripresa con il botto per la Serie A. Scrivevamo pochi giorni fa dei problemi degli attaccanti italiani: c’è chi ha reagito e chi si è scavato ulteriormente la fossa intorno a sé, chi è tornato a segnare (ma senza esultare…) e chi si propone come nome nuovo verso la Francia. Ma, soprattutto, c’è una lotta scudetto che vede impegnate quattro squadre: Inter, Fiorentina, Napoli e Juventus. Con loro la Befana è stata clemente, caramelle per tutti e mini break nei confronti di una Roma ancora frenata dai soliti problemi mentali che, ormai, non fanno quasi più notizia. E poi: la crisi senza fine del Milan, le follie del Palermo, gli immancabili spunti del derby di Genova. Tutto qui, nei migliori e peggiori della 18esima giornata di campionato.

TOP

Il Re Mida della Juventus: Simone Zaza si sta ritagliando un ruolo importantissimo nella Juventus 2.0 di Massimiliano Allegri, all’ottava vittoria consecutiva dopo la sconfitta in casa del Sassuolo di metà ottobre e sempre più lanciata nella corsa al quinto scudetto di fila. L’attacco dei bianconeri, in attesa di ritrovare il bomber di coppa Morata, non è solo Dybala e Mandzukic dipendente, perché il 24enne di Policoro quando gioca segna sempre. La sua media realizzativa è tra le migliori sulla piazza: 6 gol in 11 presenze, uno ogni 63 minuti. Silenzioso, ma efficace.

La continuità di Ilicic: il trequartista bello ma discontinuo di Palermo – e anche dei primi anni in viola – sembra essersi definitivamente consacrato con Paulo Sousa in panchina. A 27 anni non è mai troppo tardi per avvicinarsi alla doppia cifra di gol (al momento sono 9) a una giornata dalla fine del girone d’andata e per confermare la Fiorentina al secondo posto in classifica, purgando proprio i rosanero costretti inizialmente a salutare Davide Ballardini, esonerato dal vulcanico Maurizio Zamparini in favore di Beppe Iachini, cacciato a metà autunno, salvo poi essere richiamato in serata. Tra le certezze (toscane) e la confusione (siciliana), lo sloveno ha finalmente trovato la sua strada.

Pavoletti da Nazionale: si dovrebbe parlare della rinascita della Sampdoria, la cui stagione sembra essere svoltata con il fortunoso pareggio di Ervin Zukanovic a tempo scaduto nel match con la Lazio, o di un Antonio Cassano ancora lontano dalla perfetta forma fisica (ci tornerà mai?) ma mentalmente brillante come ai bei tempi e in grado di fornire assist al bacio per i compagni, o di un Roberto Soriano che si esalta nel gioco di Vincenzo Montella e, con una doppietta, regala ai blucerchiati il derby di Genova, o dell’ennesimo gol di Eder, invece lo spazio della nostra rubrica è per l’ex punta di Sassuolo e Varese, bocciato dagli emiliani al momento della promozione in Serie A e deciso a riprendersi le sue rivincite. Se questo brutto Genoa riuscirà a salvarsi, molto lo dovrà probabilmente alle reti del 27enne di Livorno, già a quota sette (con tre giornate di squalifica scontate a dicembre) e destinato a un 2016 pesante. Vista la moria di attaccanti italiani, Antonio Conte dovrebbe farci un pensierino per gli Europei?

FLOP

Capolinea Cerci: l’avventura al Milan dell’ex prodigiosa ala del Torino non è mai stata brillante. Salvo qualche (rara) eccezione da 6/6.5 in pagella, non di più, il romano non ha mai convinto in rossonero, limitando le sue prestazioni a un ruolo mai decisivo sulla fascia di destra – ormai tutti i difensori del campionato si aspettano un suo dribbling sul mancino, che puntualmente arriva perdendo la palla – con tanto di atteggiamento indisponente ai fischi (legittimi) di San Siro. Ma nella sfida che il Diavolo perde malamente in casa con il Bologna Cerci sembra toccare il limite: al 77′, lanciato splendidamente in contropiede da M’Baye Niang, tenta di scartare il portiere invece di servire Carlos Bacca tutto solo per il gol del vantaggio. Risultato: chiusura dei difensori e, da lì a poco, rete decisiva di Emanuele Giaccherini per la rinascita emiliana firmata Roberto Donadoni.

Il momento maledetto da tutti i milanisti: Cerci ha tutto lo spazio di passaggio per Bacca (foto @TheMilanBible)

Il momento maledetto da tutti i milanisti: Cerci ha tutto lo spazio di passaggio per Bacca, ma non lo fa (foto @TheMilanBible)

Gli errori di Szczęsny: il portiere polacco che aveva salvato la Roma nell’ultima gara del girone di Champions League, blindando lo 0-0 qualificazione contro il Bate Borisov nonostante i fischi dell’Olimpico, si arrende al Bentegodi di Verona e mette lo zampino in due dei tre gol clivensi per il definitivo 3-3. Per i giallorossi si tratta dell’ennesimo passo falso, per di più giunto in circostanze assurde: una squadra costruita per il titolo non può farsi sempre rimontare da un vantaggio di 2-0. Come Sinisa Mihajlovic, anche Rudi Garcia è da un pezzo al capolinea: per chi sarà fatale la sfida di sabato sera?

L’altro lato del Genoa: il Grifone lotta nel finale, spinto da un Pavoletti versione superstar, ma ciò non basta per non menzionare in negativo l’imbarazzante prestazione fornita dai rossoblu per buona parte di un derby giocato in casa e contro una Sampdoria di certo non in salute. Gian Piero Gasperini non può dormire sonni tranquilli: la rosa, smantellata come sempre in estate, non ha ingranato come in passato. Mancano qualità, concentrazione e corsa. Le giocate individuali non sono sufficienti per la salvezza.

Di seguito i tre migliori giovani italiani dell’ultimo turno:

Lorenzo Insigne (Napoli): la lucida follia dello scugnizzo, di chi a 24 anni è ormai pronto per qualcosa di grosso ma, forse, ancora non se ne rende conto del tutto. Il pallonetto che vale il momentaneo vantaggio sul Torino è geniale, poi Marek Hamsik completa la festa.

Alessandro Florenzi (Roma): i giallorossi faticano, come al solito, mentre il jolly di Rudi Garcia è uno dei migliori in campo, come al solito. Il controsenso sta tutto qua.

Amadou Diawara (Bologna): si dice che il Milan sia sulle sue tracce, e il centrocampista classe 1997 nato in Guinea ma che sogna la Nazionale fa un figurone a San Siro. Ha stazza e intelligenza tattica, corre, pressa e imposta il gioco. E può crescere ancora tanto.

L’idolo di Diawara è Yaya Tourè. Un centrocampista totale, proprio come il bolognese prova a essere. Recupera e smista. 

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook ufficiale Juventus

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