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Nuoto, Europei Vasca Corta Netanya 2015. Il pagellone: Fede infinita. Italiani, popolo di staffettisti

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SILVIA DI PIETRO 8.5: idem come ieri. Le vince tutte lei!!! Tre ori e un bronzo, per ora… Fantastica la terza frazione da 23”63 che tiene lì la Russia e getta le basi per l’ennesima rimonta vincente. Piace tantissimo al mattino nei 100 farfalla, poi nel pomeriggio forse è giàù con la testa alla staffetta e gestisce la situazione, rischiando anche qualcosa. Domani punta a scendere sotto i 57”, in una giornata campale

ERIKA FERRAIOLI 9: la Nasredtinova se la sognerà di notte. Seconda staffetta e secondo trionfo in rimonta per l’azzurra che torna con un pieno di fiducia da Netanya e che magari potrà prendersi anche qualche altra soddisfazione nei 50. Oggi ha dimostrato di essere una delle big in questa specialità con una ultima frazione da manuale.

MARCO ORSI 8.5: partiamo dalla staffetta. Fa segnare uno stratosferico 20”46 lanciato che annichilisce gli avversari. I russi capiscono lì che sarà durissima vincere questa staffetta. Da una parte devastante, dall’altra però riguardando indietro alla gara di ieri non può storcere il naso per quello sprint perso. Nei 100, per, l’Orsi visto oggi che domina la semifinale non sembra avere rivali. Al mattino non si spreme, al pomeriggio piace assai. Ancora una volta partirà da favorito ma stavolta, con la medaglia d’oro al collo, non può sbagliare.

FEDERICO BOCCHIA 8: Lancio perfetto. Una lunga rincorsa e oggi vive il suo momento di gloria che potrebbe essere l’inizio di una nuova carriera. Gareggia con autorità e determinazione che spesso gli erano mancati a livello individuale. L’oro di staffetta porta anche la sua bella firma.

FEDERICA PELLEGRINI 9: non si fa mai l’abitudine alle vittorie di una campionessa infinita. Scientifica, fredda, esaltante. La gara la vince a tavolino, prima. Non si fa trascinare dalla solita evanescente Heemskerk, non si fa intimorire dalla Popova che cerca di punzecchiarla. Aspetta i 170 metri e piazza una subacquea e un’ultima vasca da urlo. Tempo da sogno per lanciare la rincorsa a Rio.

FABIO SCOZZOLI 7.5: dà seguito alla bella prova di ieri. La sua carriera era partita con due quarti posti agli Europei in corta di Istanbul nel 2009, riparte con il quarto posto di Netanya. Gara d’attacco, coraggiosa, sfortunata perché Titenis stavolta indovina la gara. Sarebbe stato bello rivederlo sul podio ma è bello vederlo col sorriso raggiante dei giorni migliori. Il peggio sembra passato e la corsa verso Rio è lanciata.

MARTINA CARRARO 6: una finale europea alla prima grande esperienza internazionale è sempre un bel risultato. Non se la gioca come dovrebbe perché se la prende troppo comoda in avvio e poi un distacco marcato in queste gare non si recupera più. Non riesce a migliorarsi per la terza volta in due giorni ma torna a casa con un personale più basso di quasi due secondi rispetto a quando è arrivata in Israele

ILARIA SCARCELLA 7: getta in acqua esperienza e cuore. Non sta a fare tanti calcoli. Sa che in certe finale le cartucce che si hanno bisogna spararle prima che sia troppo tardi. Passaggio un po’ veloce e ritorno leggermente strozzato con qualche rimpianto nel finale. E’ tornata, questo è certo e per Rio li è pienamente in gioco.

ELENA GEMO 6.5: è la media fra il 7.5 della semifinale dei 50 dorso e il 5.5 della finale. Le manca qualcosa, si vede ma nella gara che assegna gli otto posti di finale ritrova per un attimo condizione e forza e spara un 26”88 degno della sua migliore versione. In finale invece, funziona poco o nulla dei suoi meccanismi e arriva un ottavo posto non soddisfacente, soprattutto per il crono.

MATTEO RIVOLTA 6: illude e si illude di poter essere protagonista nei 50 che non sono la sua distanza. Inizia benissimo la giornata con un record italiano di spessore in batteria, poi si spegne progressivamente lasciando via libera agli specialisti della velocità. Nel pomeriggio non riesce a migliorarsi e arriva un sesto posto in finale che lascia un po’ di amaro in bocca.

PIERO CODIA 6.5: scende in vasca in finale e si migliora. Già questa è una grande notizia per il velocista azzurro che paga sempre dazio alla tensione e stavolta forse è aiutato dal fatto che il compagno Rivolta gli ruba il palcoscenico con il record italiano. In finale gareggia a livello di Rivolta e scende per la prima volta in carriera sotto i 23”. In costante crescita.

FILIPPO MAGNINI 5: preoccupa un po’ questa controprestazione del “Re Magno” che era piaciuto nella staffetta mista, molto nei 200 ma mette lì due 100 da dimenticare. Si qualifica per un soffio in semifinale, dove non riesce mai ad essere protagonista vero. Parte lento e rincorre per tutta la gara frequenze che non gli appartengono. La condizione c’era, la staffetta veloce ha bisogno di lui.

SIMONE GENI 7: l’obiettivo era centrare una semifinale. Ci riesce in extremis nei 100 misti e per 60 metri, spera anche nella possibilità di fare il miracolo. Nel finale non ne ha più e cala vistosamente ma è da tenere d’occhio per il futuro.

CHIARA MASINI LUCCETTI 6.5: conquista una finale nei 200 stile libero che ne conferma, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la riconversione in duecentista. Non riesce a migliorarsi e forse il quarto posto sarebbe stato alla sua portata. Resta comunque un punto fermo della staffetta più lunga e si fa trovare pronta ad un altro appuntamento importante.

ILARIA BIANCHI 7: sembra ancora impegnata in una di quelle gare che non le piacciono quando scende in vasca per la batteria del mattino. Non trova mai il ritmo e vede sfilare via la Sjostroem al suo fianco senza reagire più di tanto. Conquista senza problemi la semifinale e lì si scatena mostrando grandi potenzialità. Gareggia al ritmo della Ottesen, donna d’argento, si lascia dietro ancora una volta la Dekker e vola in finale dove domani potrà scatenarsi.

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