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Tennistavolo: quando l’Italia vinceva in Europa e faceva paura al mondo

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E’ stato un periodo rapido, in pochi lo sanno ma è successo veramente: l’Italia ha vinto in Europa e spaventato il mondo nel tennistavolo. Stiamo parlando dei magici anni Duemila, conditi dalle imprese dei naturalizzati (niente meno che dalla Cina) Yang Min e Wenling Tan Monfardini. Nell’albo d’oro delle varie principali rassegne internazionali si contano un oro, due argenti e cinque bronzi. Di cui uno anche iridato, per altro l’unica gioia declinata al maschile. Era il 2000 e, ai Mondiali a squadre di Kuala Lumpur, gli azzurri Yang Min, Massimiliano Mondello, Valentino Piacentini e Umberto Giardina furono terzi insieme al Giappone dietro a Svezia e Cina. La vittoria scandinava rimane anche l’ultima del dominio asiatico che dura ormai da quasi quindici anni.

I trionfi al femminile, ben più numerosi ma sempre limitati al Vecchio Continente, hanno invece una data di inizio ben precisa. E che evidenzia al meglio cos’era l’Italia del tennistavolo a quei tempi. Sono passati appena dodici anni, ma pare una vita fa. Nel 2003, nella nobile Courmayeur, furono organizzati gli Europei. L’Italdonne di Wenling Tan Monfardini, Nikoleta Stefanova e Laura Negrisoli vinse in casa l’oro a squadre, risultando anche grande protagonista nel singolo con Monfardini d’argento e Stefanova di bronzo. La formazione rosa si sarebbe poi confermata nel 2005 (ad Aarhus, Danimarca) e nel 2007 (a Belgrado) con due terzi posti prima di una contestabile diaspora – pare – orchestrata dai piani alti della federazione, mentre la carriera individuale magica dell’italo-cinese Monfardini è continuata fino al bronzo nel 2008 a San Pietroburgo.

Ancor meglio andò con il doppio femminile, in grado di conquistare medaglie per quattro edizioni consecutive degli Europei, dal 2005 al 2009. Sempre la premiata ditta Monfardini-Stefanova fu infatti terza ad Aarhus e Belgrado prima di scalare il podio di una posizione con gli splendidi argenti di San Pietroburgo e Stoccarda. Proprio la gemma tedesca è stata l’ultima prima del ricambio generazionale mai avvenuto del tutto, o comunque privo di campioni come un tempo, tant’è che Laura Negrisoli a oltre 40 anni fa ancora la differenza in campionato con ben 18 titoli all’attivo. Adesso, a un giorno dal via della manifestazione di Ekaterinburg, lo scenario è negativo: squadre in Challenge Division (Serie B) e zero possibilità di podio nei tornei di singolo e di doppio. Cos’è successo? Crisi economica e soprattutto istituzionale, per uno sport molto praticato sulle spiagge ma poco diffuso e conosciuto a livello agonistico. I fasti di inizio millennio sono più lontani di quanto suggerisca il calendario.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Flickr

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