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Ciclismo, Mondiali Richmond 2015: per l’ItalDonne una varietà di soluzioni

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Tutto dipenderà dall’interpretazione di un percorso che può essere uno dei più facili o uno dei più difficili: quei 129 km di Richmond, suddivisi in otto giri, si prestano ad un’infinità di copioni, dal più fantasioso al più scontato. E l’Italia femminile ha le carte in regola per esserci.

Come ha detto Elena Cecchini nel vernissage di Milano, “non siamo la nazionale con le individualità più forti, ma con il giusto mix di esperienza e gioventù restiamo un punto di riferimento“. D’altronde è vero: le individualità più vincenti in stagione si chiamano Elizabeth Armitstead, Anna Van der Breggen, Jolien D’Hoore, alle quali fanno aggiunte le numerose altre concorrenti da Ferrand-Prèvot a Johansson, da Niewiadoma a Moolman. E la stessa Olanda, come al solito, presenterà diverse punte anche per compensare l’assenza di quella Marianne Vos praticamente assente per tutta la stagione. Però l’Italia è l’Italia, una squadra capace di andare sul podio per cinque anni consecutivi (dal 2009 al 2013, senza contare l’iride più bronzo del 2007) e di mancarlo al sesto anno solo per una questione di millimetri. Dunque il podio si può assolutamente fare.

Se la corsa si rivelerà non eccessivamente selettiva, Giorgia Bronzini sarà guardata con terrore da tutte per le sue celeberrime doti di sprinter. Se volata sarà, magari con un gruppo più ristretto, allora potrebbe toccare anche alla campionessa d’Italia Elena Cecchini, che ha affinato le doti di resistenza senza per questo perdere lo spunto veloce. Se invece sarà corsa dura, in quel caso Elisa Longo Borghini troverà il suo terreno, lo spazio adatto per quelle meravigliose cavalcate solitarie con cui ha conseguito successi di incommensurabile prestigio, non ultimo il Giro delle Fiandre. E poi Rossella Ratto, già medaglia iridata, qui proverà a dare un seguito alle ultime, positive performance dopo un’annata non spettacolare; ancora, Valentina Scandolara e Marta Bastianelli, atlete capace di vincere tanto allo sprint quanto con azioni individuali, con la laziale che è tornata su standard di rendimento ai quali non si vedeva da anni. Tatiana Guderzo, ragazza da medal race come poche altre, e Silvia Valsecchi, passista e cronowoman – sarà infatti l’unica rappresentante azzurra nella prova contro il tempo – di doti notevoli. Spiace davvero pensare che una di queste dovrà accomodarsi in panchina, come spiace pensare che altre atlete di indubbio talento come Barbara Guarischi (vincitrice in Coppa del Mondo), la sfortunatissima Ilaria Sanguineti, la regolare Maria Giulia Confalonieri (riserva in patria) e tante altre, da Elena Berlato ad Anna Stricker, da Lara Vieceli a Susanna Zorzi e Soraya Paladin, non siano rientrate nel giro azzurro.
Ma i contingenti sono quelli che sono e Salvoldi ha senza dubbio fatto fatica a selezionare le prescelte per l’avventura iridata: prescelte che, come detto, hanno tutte le carte in regola per tornare da Richmond con una medaglia al collo.

foto: Jean-Marc Hecquet

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marco.regazzoni@oasport.it

 

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