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Basket, Europei 2015: il riassunto della prima fase azzurra. Inizio da incubo e poi la svolta

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Il primo obiettivo è stato centrato: superare il girone infernale e volare agli ottavi. L’italbasket giocherà domenica pomeriggio (ore 18.30) contro Israele una delle partite più imporanti dell’ultimo decennio azzurro, perchè in palio non c’è solo un posto nei quarti di finale, ma anche la continuazione del sogno olimpico.

L’inizio dell’Europeo è stato un vero e proprio incubo con una squadra molle in campo e senza idee, che veniva letteralmente spazzata via nei primi due quarti dalla Turchia. Siamo arrivati fino al -16 prima di una pazzesca rimonta, con un Gallinari commuovente che sbaglia il libero del supplementare.

A quel punto arriva subito una prima finale e contro l’Islanda giochiamo ancora male, siamo nervosi, abbiamo paura di commettere un errore ogni volta, ma alla fine il nostro maggior talento ci aiuta e portiamo a casa una preziosa vittoria, che attenua solo in parte il dispiacere e la preoccupazione per l’infortunio di Gigi Datome (il suo Europeo dovrebbe essere finito).

Il match con la Spagna è quello della svolta: Bargnani comincia a difendere come mai aveva fatto in carriera, la squadra corre, lotta, si diverte e soprattutto fa divertire. Gentile è incontenibile quando penetra, dalla panchina si alza un Aradori sempre molto lucido e poi ci sono Gallinari e Belinelli che completano con la loro firma questo capolavoro.

Dopo l’impresa con la truppa di Scariolo, bisogna tornare in campo e resettare tutto, perchè con la Germania è quasi un dentro o fuori. Partiamo male, Schroder fa il fenomeno, ma restiamo a contatto e nel finale Gallinari manda tutti ai supplementari. Questa squadra ha un cuore immenso, che batte forte forte e lo si vede sul tiro dalla media del Cincia (non segnava praticamente mai) per il pareggio nel finale di ultimo quarto, nei due liberi di un glaciale Ale Gentile a venti secondi dal termine e nei due rimbalzi offensivi determinanti di Aradori nel supplementare. Poi negli occhi ci restano la magia del Gallo e la bomba del Beli, ma mai come in questa partita abbiamo capito di avere una squadra.

Con la Serbia siamo stanchi fisicamente e mentalmente e poi siamo senza Marco Belinelli. Serviva un’impresa e alla fine Teodosic e compagni si dimostrano più forti e nel finale dilagano, ma se dovessimo rincontrarli non finirà nuovamente così. 

Adesso si va a Lille e si comincia a fare sul serio, con le partite che valgono probabilmente una carriera. Non si puó più sbagliare e questa Italia lo sa. Dentro o fuori, per un’altra finale da vincere, perchè Rio (anche se torneo preolimpico) è lontana solo due vittorie.

 

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foto da pagina FB della FIP

twitter Andre_Ziglio

andrea.ziglio@oasport.it

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