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Nuoto, Mondiali Kazan 2015: Sjöström e Hosszu due missili nell’acqua, Castiglioni luce azzurra!

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E’ stata la giornata delle due signore delle acque questo day 2 del Mondiali di nuoto di Kazan. Sara Sjöström e Katinka Hosszu hanno messo in scena un vero e proprio assolo di forza e potenza nella piscina della Kazanka Arena. Due record del mondo da far impallidire e lasciare gli spettatori senza fiato.

Partendo dai 100 farfalla, il crono di 55.64 della Sjöström in finale, migliorando di 10 centesimi il limite siglato in semifinale, rappresenta un limite di una qualità infinita, soprattutto per la seconda vasca della svedese in 29.47 secondi. Un ritorno, quasi da stile libero, che impressiona e pone sul piedistallo un’atleta che si laurea campionessa del mondo sulla stessa distanza, in tre edizioni dei mondiali (Roma 2009, Barcellona 2013 e Kazan 2015), prima donna a realizzare un’impresa del genere.

Per quanto concerne l’ungherese, la medaglia d’oro era attesa, visti i turni precedenti. Troppa differenza tra Katinka e il resto della vasca per una distribuzione dello sforzo che, contrariamente alle previsioni, l’ha portata a volare nella frazione a lei meno congeniale, ovvero la rana. Uno stile coperto in 36.70 secondi che l’ha proiettata alla chiusura a stile, battendo di 2 centesimi il record “gommato” di Roma 2009 della statunitense Ariana Kukors, in 2:06.12. Un tempo spaziale, se pensiamo ai costumi che si utilizzano ora e al fatto che la nostra “donna d’acciaio” si è sobbarcata in mattinata anche le batterie dei 100 dorso, segnando tra l’altro il miglior tempo. Una Hosszu, dunque, che non sembra avere limiti e chissà se domani, anche nei 200 stile libero di Federica Pellegrini, saprà sparigliare il campo, sorprendendo il lotto delle concorrenti.

Venendo ai colori azzurri, sono i giovani che un po’ consolano l’atmosfera di una giornata non positiva, in generale. Tante eliminazioni e controprestazioni, frutto di condizioni fisiche non eccellenti ma, soprattutto, di un atteggiamento poco consono ad un campionato del mondo: troppa arrendevolezza, poca voglia di rischiare e subire l’evento. Sono stati Simone Sabbioni e Arianna Castiglioni a dimostrare qualità morali e tecniche in un contesto di gara altamente qualitativo.

In particolare l’atleta di Busto Arsizio, reduce da una stagione non brillantissima, è riuscita a conquistare una grandiosa finale dei 100 rana, con il settimo crono complessivo in 1:06.95, centrando l’obiettivo del primato personale nel momento clou della stagione. Capacità di agonista pura che, tra le nostre fila, sono merce rara e come tali vanno giustamente glorificata. Ora domani per Arianna la prospettiva è cercare l’attacco al primato italiano (1:06.86 di Ilaria Scarcella nel 2009 con costumi gommati) che potrebbe essere alla portata della giovane atleta lombarda

Per Simone Sabbioni il cronometro è stato meno fortunato, dal momento che il decimo tempo (53.60) a 11 centesimi dal suo primato, purtroppo, non è bastato per qualificarsi alla finale. Tuttavia una prestazione e un atteggiamento da accogliere positivamente per un giovane all’esordio assoluto seniores in vasca lunga in una gara densa di qualità. Non è un caso che nella seconda semifinale cui Sabbioni ha preso parte ben sei atleti si sono qualificati mentre solo due nell’altra. Un livello spaventoso che deve essere un incentivo al nuotatore romagnolo classe ’96 di migliorare ulteriormente, come già fatto nell’annata.

 

 

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