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Ciclismo

Tour de France: tra pavé e muri, una Grande Boucle dalle mille insidie

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Ventuno tappe dividono i partecipanti al Tour de France 2015 da un sogno: arrivare sui Campi Elisi, girare attorno l’Arco di Trionfo e portare a termine le 3 settimane più stressanti e spettacolari del ciclismo mondiale. Il percorso, quest’anno, sembra non voler regalare nulla e gli atleti dovranno conquistarsi ogni centimetro. In particolar modo coloro che puntano alla classifica generale: andiamo a vedere assieme quali sono le frazioni più insidiose che possono far la differenza anche senza grandi montagne nel finale.

Seconda tappa, Utrecht – Neeltje Jans
166 chilometri, tutti sul livello del mare tra le strade olandesi. Il giorno dopo la cronometro inaugurale occhi ben aperti e big che non possono permettersi di lasciare le prime posizioni del gruppo. Gli ultimi 50 chilometri sono sul mare e se dovesse alzarsi il vento i ventagli potrebbero fare selezione in gruppo.

Terza tappa, Antwerpen – Huy
Tre cotes nel finale che potrebbero infiammare la corsa e la lotta per la generale (vi ricordate lo scorso anno a Scheffield?). L’arrivo è posto sul Muro di Huy, un chilometro con pendenze che arrivano anche al 20%. Un buon banco di prova per capire lo stato di forma dei contendenti.

Quarta tappa, Seraing – Cambrai 
Questa tre giorni è chiusa dalla tappa con il pavé di cui si è già parlato ampiamente. Importante capire quali possano essere le condizioni meteo ma le pietre fanno paura a tutti e questa piccola Roubaix non ha bisogno di presentazioni.

Ottava tappa, Rennes – Mûr-de-bretagne
Arrivo già visto al Tour de France, molto impegnativo. E il tratto di falsopiano che divide il muro vero e proprio dall’arrivo potrebbe consentire anche di scavare qualche piccola differenza in classifica generale.

Quattordicesima tappa, Rodez – Mende
Scivoliamo nella fase centrale del Tour de France perchè questa frazioni si presenta come molto interessante. Verosimilmente potrebbe arrivare una fuga al traguardo, ma se i big dovessero darsi battaglia nel finale c’è poco spazio per organizzare squadre e inseguimenti. Due salite molto impegnative negli ultimi 10 chilometri nonostante siano molto brevi. La seconda, addirittura, ha pendenze che arrivano ben oltre il 10% ed è lunga 3 chilometri. Orecchie tese, anche in questo caso.

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

Foto: Wikimedia

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