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Calcio

Calciomercato: la Serie A torna a spendere, ma con il solito difetto

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Il calcio italiano torna a spendere. Può anzi continuare a farlo la Juventus, fresca della finale di Champions League e continuamente imboccata dagli incassi dello Stadium – la vera svolta nella recente storia bianconera -, e possono ritornare a farlo anche Milan e Inter grazie ai soldi di Mister Bee ed Erick Thohir.

Il calciomercato si è ufficialmente aperto mercoledì, ma già molte trattative erano avviate (o addirittura concluse) nella scorsa settimana. E comprare a fine giugno significa programmazione, per mettere a disposizione dell’allenatore una rosa il più pronta possibile in vista del lavoro estivo e dell’inizio della stagione. Persi Tevez e Pirlo la Vecchia Signora sta giustamente guardando al futuro per continuare a dominare in Italia. Dybala è il perfetto sostituto dell’Apache, Manzdukic garantisce gol, peso ed esperienza, Khedira è una pedina di assoluto valore al netto di infortuni e, soprattutto, il club bianconero vanta numerosi giovani in giro per l’Italia pronti per essere riscattati. Zaza, Berardi e Rugani sono solo i nomi più prestigiosi di un lunghissimo elenco.

Il Milan ha messo a segno i colpi Bacca, Luiz Adriano e Bertolacci, è vicinissimo a José Mauri (il miglior prospetto del Parma fallito) e continua a sognare Ibrahimovic e un difensore di elevato profilo. L’Inter ha soffiato ai cugini Kondogbia, centrocampista francese molto simile a Pogba per fisico e caratteristiche tecniche, ha blindato la difesa con Murillo, Miranda e Montoya e si prepara ora a completare la formazione guardando alle ali offensive. Più statici invece i club della capitale, mentre il Napoli di Sarri pesca dall’Empoli e, dopo Valdifiori, cerca anche Saponara.

Tanti nomi, ma purtroppo pochi italiani. Ogni anno la storia si ripete, ma questa volta la colpa non sembra essere dei club di vertice. Per ripartire a vincere è giusto puntare su campioni già affermati: un progetto ambizioso non vive di soli ventenni, ma anche e soprattutto di big che sappiano plasmare carisma e personalità nello spogliatoio. La Juventus, quando si risollevò nell’estate 2011, prese uno come Vucinic. I vari Zaza, Berardi, Sturaro e Rugani sono arrivati dopo, per garantire il ricambio generazionale e, in qualche caso, anche interessanti plusvalenze. Piuttosto chi può e deve far crescere gli azzurri del futuro sono quelle squadre libere da eccessive pressioni che, invece, continuano a pescare in Sudamerica senza valorizzare il vivaio italiano. E dunque non lamentiamoci se poi l’under 21 fallisce agli Europei…

 

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