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Ciclismo

Tour de France 2015, i cacciatori di tappe: la maglia iridata e molti altri, parata di stelle

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Inadatti per essere competitivi su tre settimane o costretti a compiti di gregariato, ma troppo talentuosi per restare a guardare e per recitare un ruolo da comparse. Sono i cacciatori di tappe, uomini da grandi classiche o sempicemente attaccanti di razza pronti ad infiammare le strade del Tour de France 2015 ogniqualvolta si presenterà l’occasione. Che sia un tappone di alta montagna, un muro, un cavalcavia o un tratto di pavé. Lo spettacolo è assicurato.

AG2R La Mondiale: la squadra dovrebbe essere al completo servizio di Jean-Christophe Peraud e di Romain Bardet, i capitani (più il primo che il secondo) del team francese a caccia di un difficilissimo podio. Di spazio per azioni individuali, insomma, non sembra essercene, anche se uno come Jan Bakelants potrebbe dire la sua in tappe mosse. Gli stessi Peraud e Bardet, se dovessero uscire di classifica, potrebbero attaccare una tappa alpina, così come Christophe Riblon.

Astana: tutti vicino al capitano, Vincenzo Nibali. Improbabile che a qualcuno venga lasciata libertà d’azione, sebbene la tappa del pavé sia nelle corde di Lars Boom, già vincitore sulle pietre della Grande Boucle lo scorso anno nella leggendaria tappa dello Squalo.

BMC: un nome su tutti, quello di Greg Van Avermaet. Il belga, la cui nomea di eterno piazzato è ormai nota, è ancora alla ricerca di un successo di tappa alla Grande Boucle e proverà a strapparlo nelle diverse tappe mosse che presenta il Tour e in quella del pavé con arrivo a Cambrai. Da non sottovalutare nemmeno la potenza di un passista come Daniel Oss, che potrebbe non limitarsi a scortare Tejay Van Garderen in pianura, soprattutto sulle pietre.

Bora-Argon 18: una delle squadre meno attrezzate e che, verosimilmente, vedremo di più in fuga nella prima settimana. In particolare, potrebbe provarci da lontano il ceco Jan Barta.

Bretagne-Séché: un’altra squadra che dovrà necessariamente vivere di fughe, con due elementi in particolare da tenere d’occhio, ovvero il vecchio leone Pierrick Fedrigo, già vincitore di quattro tappe al Tour, e Brice Feillu, vincitore ad Andorra nel 2009. La maggior parte delle chance della squadra bretone, di fatto, passano da loro.

Cofidis: per la classifica generale ci proverà Daniel Navarro, ma lo scalatore spagnolo potrebbe anche ritrovarsi a dare la caccia ad una vittoria parziale sui Pirenei o sulle Alpi con un attacco da lontano. Nelle tappe miste, invece, la palla passa a Julien Simon e a Nicolas Edet.

Etixx-Quick Step: vincere quanto più possibile è l’unico e indiscusso comandamento dello squadrone belga, formato da una sfilza di fenomeni da fare invidia a tutte le altre formazioni. Nessun uomo da classifica generale, certo, ma nessun problema. Il campione del mondo Michal Kwiatkowski e Zdenek Stybar infiammeranno la corsa sul Mur de Huy, a Le Havre, sul Mur de Bretagne e a Rodez, con il secondo atteso anche nella tappa del pavé insieme a Matteo Trentin, che cercherà gloria in qualche volata ristretta come ci ha abituato negli ultimi due anni. E poi il sogno Maglia Gialla, con Tony Martin (ma attenzione a qualche attacco da lontano del tedesco) e la voglia di rivalsa dopo un Giro d’Italia negativo per Rigoberto Uran.

FDJ: con Pinot con i gradi di capitano in salita e Demare a lanciarsi nelle volate difficilmente ci sarà spazio per la squadra francese

IAM Cycling: uno degli attaccanti più attesi indossa senza dubbio la maglia della squadra elvetica, ovvero l’intramontabile Sylvain Chavanel. Ogni terreno sarà buono per tentare una fuga e per cercare il quarto successo di tappa nella carriera al Tour. Ci proverà, da lontano, anche Jerome Coppel, mentre in salita tenteranno di smuovere le acque Matthias Franke e Jarlinson Pantano.

Lampre-Merida: sulle tre settimane, Rui Costa non ha mai avuto offerto alcun tipo di garanzie, ma il campione del mondo di Firenze 2013 sarà sicuramente da prendere in considerazione quando la strada comincerà a salire sui Pirenei e sulle Alpi. La squadra italiana si affida a lui per un successo di tappa, meno al resto della squadra. Filippo Pozzato potrebbe provare ad entrare in qualche fuga, ma incombe l’interrogativo sul grado di condizione.

Lotto-Soudal: Greipel per le volate e nient’altro, ragion per cui la squadra belga sarà chiamata a lavorare di fantasia per non sparire nell’anonimato nelle altre tappe. Il talento, comunque, non manca di certo, a partire dal 24enne Tim Wellens per le tappe miste e di montagna e Tony Gallopin (lui solo per le prime). Due uomini potenzialmente in grado di regalare soddisfazioni, come già accaduto con Gallopin un anno fa. Una volpe come Adam Hansen, inoltre, proverà a completare la sua personale Tripla Corona, ovvero vincere una tappa in tutti e tre i Grandi Giri.

Movistar: il suo ruolo principale sarà fare la scorta a capitan Quintana, ma difficilmente Alejandro Valverde potrà restare a guardare su arrivi come quello sul Mur de Huy, sul Mur de Bretagne e a Le Havre, dove parte indiscutibilmente con i gradi di favorito dopo la doppietta Freccia-Liegi sulle Ardenne. Sarà l’uomo da battere nella prima settimana, poi si metterà a servizio del colombiano.

MTN-Qhubeka: squadra votata essenzialmente alle volate, ma Edvald Boasson Hagen avrà senz’altro libertà di azione nelle tappe a lui più congeniali e negli sprint ristretti.

Orica-GreenEDGE: gli uomini da grandi classiche scendono in campo. Simon Gerrans e Michael Matthews saranno senz’altro tra i favoriti rispettivamente sugli arrivi della prima settimana e in occasione di volate ristrette, con il secondo a caccia del suo primo successo alla Grande Boucle, l’unico Grande Giro su cui non ha ancora messo la propria firma. In salita, invece, grande curiosità intorno al giovane britannico Simon Yates, tra i primi dieci della classifica generale del Delfinato, del Romandia e del Giro dei Paesi Baschi.

Team Cannondale-Garmin: molto dipenderà da Talansky. Se l’americano dovesse riuscire a curare la generale, allora per Daniel Martin e Ryder Hesjedal il raggio d’azione si limiterebbe. L’irlandese, tuttavia, non si sottrarrà certo alle battaglie sugli strappi della prima settimana, dove può fare incetta di risultati qualora trovasse lo spunto giusto. Per le fughe da lontano, inoltre, Ramunas Navardauskas ha già dimostrato il proprio valore.

Team Giant-Alpecin: John Degenkolb, vincitore di Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix, proverà a mettere lo zampino su qualunque arrivo adatto alle proprie possibilità, dalle volate più scontate a quelle più complicate fino ad arrivare alla tappa del pavé. In montagna, spazio al talento e all’estro del francese Warren Barguil, apparentemente ancora acerbo per durare sulle tre settimane ma assolutamente in grado di cogliere delle importanti soddisfazioni.

Europcar: la squadra di attaccanti per antonomasia. Una batteria di corridori pronti ad animare la corsa soprattutto nelle tappe mosse e in quelle di salita, con Pierre Rolland su tutti. Lo scalatore transalpino, tuttavia, potrebbe anche curare la classifica generale visti i pochi chilometri a cronometro, mentre chi invece cercherà la gloria di giornata è senz’altro Thomas Voeckler, infaticabile stantuffo in grado di farsi notare su tutti i terreni. Ma non solo. Alle loro spalle scalpita anche il giovane Bryan Coquard, così come Cyril Gautier, meno giovane ma non meno talentuoso.

Team Katusha: nella prima settimana, Joaquim Rodriguez può regalare spettacolo. Sul Mur de Huy, d’altronde, Purito ha già vinto nel 2012 e gli arrivi di Le Havre e sul Mur de Bretagne sembrano disegnati apposta per uno scattista come lui. Ma lo spagnolo potrebbe farci divertire anche sulle montagne pirenaiche ed alpine, nel caso abbia la gamba giusta. Luca Paolini, dal canto suo, ha già puntato la tappa di Cambrai.

Team Lotto NL-Jumbo: Sep Vanmarcke ci riproverà a Cambrai, dopo non essere riuscito ad imporsi sulle pietre lo scorso anno. Per il forte passista belga si tratta di una ghiotta occasione. Per quanto riguarda le tappe di montagna, molto dipenderà da Robert Gesink: se non dovesse tenere, lo stesso olandese potrebbe lanciarsi in azioni da lontano, così come Steven Kruijswijk e Wilco Kelderman.

Team Sky: squadrone di livello pressoché simile all’Astana e con le stesse prerogative. Tutti per Chris Froome.

Tinkoff-Saxo: tutti per Alberto Contador e ci mancherebbe altro, ma Peter Sagan agirà soprattutto nelle giornate iniziali da battitore libero, pronto a cogliere successi di tappa su qualunque terreno. La quarta Maglia Verde consecutiva, d’altronde, è alla sua portata.

Trek Factory Racing: il capitano sarà Bauke Mollema, ma Fabian Cancellara sarà naturalmente il capitano di se stesso in diverse occasioni, in primis nella tappa del pavé. Attenzione, poi, ai suoi consueti tentativi da finisseur. Se invece l’olandese, in salita, dovesse uscire di classifica, Julian Arredondo potrebbe dare spettacolo sulle grandi montagne della corsa.

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