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Ciclismo

Freccia Vallone 2015: cambia il percorso, non la musica. Valverde controlla e vince

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La Freccia Vallone, con l’ormai classico arrivo sul Mur de Huy rischia di somigliare sempre più ad un Mondiale per garagisti. Uno strappo di un chilometro, quindi breve, e pendenze superiori al 20% che, spesso e volentieri, decidono una corsa tutto sommato noiosa e scontata. 

C’era curiosità, in questo 2015, per la Côte de Cherave, posta a 5 chilometri dalla conclusioneper provare ad accendere la gara prima del muro finale. Nulla di trascendentale, sia chiaro, perchè nessuno, data la morfologia della gara, si sarebbe sognato di attaccare prima di questa asperità con velleità di arrivare al traguardo. Tant’è che, proprio su questa ascesa, si sono presentati al comando Giovanni Visconti e Luis Leon Sanchez. Corridori di secondo piano chiamati a lavorare per i propri capitani e per la propria squadra.

Ci ha provato Vincenzo Nibali, sfruttando Sanchez ormai pochi metri davanti a lui, senza fare la differenza. Dopo di lui è arrivato l’attacco, più convinto e deciso, di Tim Wellens (Lotto Soudal). Nessuno si è accodato e il gruppo si è limitato ad inseguirlo a 10-15” di distacco, sapendo di poterlo inglobare una volta sul Mur de Huy. Faticare prima di questi 1300 metri, che presentano una pendenza media del 9,6%, sembra però essere poco redditizio: il buon Wellens, pur essendo un corridore di tutto rispetto che in futuro farà vedere grandi cose, si è dovuto arrendere, spegnendosi a circa 700 metri dal traguardo per poi chiudere a 36” da Valverde in 31esima piazza nonostante un’azione che sulla carta sembrava perfetta per il nuovo percorso.

Il risultato più evidente dell’inserimento di questa Côte, a conti fatti, è stato ulteriore attendismo proprio nell’ultimo chilometro. Nessuno ha provato a scattare fino ai -200 metri, quando è partita la progressione di Alejandro Valverde, definitiva e risolutiva per la vittoria. Nessuno, forse per l’acido lattico sviluppato nei chilometri precedenti, ha provato ad attaccare lo spagnolo, che in un arrivo in volata dopo una corsa di questo tipo è il naturale favorito. Verosimilmente l’atleta della Movistar avrebbe vinto ugualmente, ma l’attendismo ha raggiunto livelli che negli ultimi anni non si erano visti.

In vista anche della prossima edizione della Freccia, è importante provare a pensare se questa sia la soluzione migliore per provare a rilanciare una classica che, attualmente, sembra avere qualcosa in meno rispetto ad Amstel Gold Race e, sopratutto, Liegi-Bastogne-Liegi, già a partire dai chilometri percorsi (oggi solo 205) e la posizione in calendario al mercoledì.

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gianluca.santo@oasport.it

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