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Golf, a Phoenix tutti pazzi per Tiger Woods. Negli States anche Francesco Molinari

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E’ la grande settimana di Tiger Woods. Il fuoriclasse americano ritorna a calcare i green del PGA Tour a quasi due mesi di distanza dall’ultima apparizione all’Hero Challenge, dove la Tigre si era testato per poter preparare il terreno per un suo ritorno definitivo dopo lo stop di agosto. E ora che il momento sembra essere arrivato, i media statunitense si sono naturalmente scatenati. A Scottsdale (Arizona), per la vigilia del Phoenix Open (montepremi $ 6.300.000), erano addirittura in 750 (!) ad accogliere l’ex n°1 al mondo, ma decisamente intenzionato a tornarvi se la schiena dovesse rispondere al meglio.

Tiger sarà naturalmente l’attrazione principale in Arizona, anche se non potrà essere evidentemente uno dei favoriti. Certo, è da Woods è lecito attendersi di tutto, ma i nomi da tenere d’occhio per la vittoria finale saranno altri, anche perché il field è di quelli stellare. Al via, infatti, ci saranno fenomeni del calibro di Bubba Watson, Rickie Fowler, Phil Mickelson, Jordan Spieth e Matt Kuchar, senza contare grandi giocatori come il vincitore della FedEx Cup 2014, Billy Horschel, Patrick Reed, Jason Dufner, Keegan Bradley e il gallese Jamie Donaldson. Il meglio del golf americano (con un pizzico di talento europeo), a cui va ad aggiungersi anche il nostro Francesco Molinari, stabilmente in America in questa prima fase della stagione. Il torinese cercherà di confermare quanto di buono fatto all’Humana Challenge, dove Chicco ha conquistato la prima Top 10 della stagione con una prestazione di assoluto livello. In mezzo a tanti campioni, tuttavia, Molinari dovrà probabilmente ricorrere a quel quid in più necessario per emergere.

Da un field stellare all’altro, perché mentre l’Arizona attende trepidamente Tiger Woods, a Dubai l’European Tour conclude il cosiddetto Desert Swing con una vera e propria parata di stelle. Per il Dubai Desert Classic (montepremi $2,650,000), infatti, saranno presenti in cinque tra i primi 20 del ranking mondiale e, tra questi, colui che è considerato l’erede della Tigre, Rory McIlroy. Il n°1 al mondo, dopo il secondo posto ad Abu Dhabi due settimane fa, vorrà certamente riscattarsi e infilare la prima vittoria del 2015, mentre cercheranno di carburare Henrik Stenson e Sergio Garcia, rispettivamente n°2 e n°6 della classifica ma finora opachi. Proverà a riscattare il pessimo ultimo round di Abu Dhabi, invece, Martin Kaymer. Fa il suo esordio stagionale il nord-irlandese Graeme McDowell, anche se difficilmente GMac potrà inserirsi in un discorso per la vittoria. Per il successo, d’altronde, sono forti le candidature dello scozzese Stephen Gallacher, vincitore delle ultime due edizioni, del sudafricano Branden Grace, trionfatore a Doha, del connazionale Louis Oosthuizen, del francese Gary Stal, dello scozzese Marc Warren, dell’austriaco Bernd Wiesberger e del leader attuale della Race to Dubai, l’inglese Danny Willett, nonostante la sua assenza dai campi negli ultimi tornei.

In casa Italia, le speranze migliori di un piazzamento prestigioso sono riposte in Renato Paratore, sebbene il romano sia alla prima stagione da professionista. Eppure, il 18enne è stato ampiamente il miglior italiano in Medioriente fin qui e vorrà continuare senz’altro sulla scia delle ultime settimane. Ha mostrato segnali di ripresa, quantomeno negli ultimi due giri di Doha, Edoardo Molinari, mentre Marco Crespi e Matteo Manassero dovranno rimettersi subito in carreggiata dopo un inizio poco incoraggiante. In particolare, il veronese è apparso completamente fuori condizione e lontano dalla forma dei giorni migliori, tanto da concludere nei bassifondi del leaderboard in Qatar.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Wikipedia

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