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Tennis: in Italia si esplode dopo i 30 anni

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Pare proprio che il tennis stia “invecchiando”. Non nel senso brutto del termine, sia chiaro, ma è facile notare come stia prendendo sempre più piede la tendenza a rimanere in attività anche quando non si è proprio giovanissimi e, molto spesso, lo si fa anche con ottimi risultati. Roger Federer, classe 1981, ha vissuto una stragione di rinascita e, nonostante l’età, continua a mietere vittime illustri, Serena Williams è ancora numero uno del mondo, anche lei a 33 anni, e non sembra voler lasciare ad altre il suo trono. Questo fenomeno globalizzato, che, come in un circolo vizioso, porta molti giovani talenti ad rimanere nell’ombra e rimandare, a loro volta, le possibili glorie future, è accentuato in Italia. Mentre all’estero i giovani, in ogni modo, crescono, in Italia, molto spesso, ci aggrappiamo al passato, con cui continuiamo ad avere un legame indissolubile. Non è un caso che in ambito femminile, dal quale sono derivate le gioie maggiori dell’ultimo decennio, ci siamo affidati (e lo facciamo tutt’ora) a giocatrici ultratrentenni.

La magia delle magie, la vittoria per eccelenza del tennis nostrano contemporaneo è arrivata “solo” nel 2010. Quell’anno, infatti, Francesca Schiavone alzò al cielo francese la coppa del Roland Garros, regalando a tutta Italia emozioni che vivono tutt’ora e, soprattutto, la vittoria più importante della storia del tennis femminile di casa nostra. Quel titolo la traghettò, poi, al numero quattro del ranking, lì dove nessun’altra italiana si era mai spinta. E non si ferma di certo qui, tornando in finale, nel medesimo torneo, anche l’anno successivo. Tutto ciò è avvenuto quando Francesca aveva 30 anni. Lì dove, generalmente, inzia la parabola discendente della carriera di ogni altleta, è, invece, scoppiata quella della nostra beniamina. Ma non si può dire che questo sia l’unico esempio. Flavia Pennetta, anche lei nel gruppo storico della nazionale, ha vissuto una delle stagioni più proficue proprio quest’anno, a 32 anni. Stagione che non solo l’ha riportata alle soglie della top 10 (n.12), con la speranza che possa rientrarci al più presto, non solo ha segnato la sua rinascita dopo il periodo oscuro degli infortuni, ma le ha fatto anche vincere il più importante torneo in carriera (e secondo per importanza solo allo Slam di Schiavone), Indian Wells. Ultimo esempio significativo, quello di Roberta Vinci: la tarantina non è mai entrata in top ten, ma ha, però, raggiunto l‘undicesima posizione, in una stagione per lei a dir poco stellare. Il tutto, neanche a dirlo, a 30 anni.

Anche attualmente fra le sei tenniste italiane in top 100, tre hanno più di trent’anni, due più di venticinque. Nonostante possa crearci un pò di turbamento il pensiero degli anni futuri, quando le nostre top player non saranno più in attività, non si può non prendere in considerazione i dati attuali. Innanzitutto, Sara Errani e Karin Knapp, qualora rispettassero l’andamento generalizzato delle italiane, hanno ancora di fronte a loro gli anni necessari per vivere una stagione da incorniciare. Poi, senza alcun dubbio, l’analisi di questi dati non può che farci riconsiderare Camila Giorgi: la 23enne di Macerata, che tanto ha fatto discutere di sè per il suo mancato sviluppo fino a questo momento, è molto giovane. E’ sicuramente vero che, guardando la classifica, molte giovanissime straniere hanno già scalato abbondantemente il ranking e, se dovessimo ragionare in questo modo, un talento puro come Giorgi sarebbe già in ritardo. Ma siamo sicuri che il treno sia già passato, come sosterrebbero alcuni? Considerato quanto avvenuto negli anni recenti, sembra davvero eccessivo non dare speranza ad un talento del genere. Quindi, giusto essere preoccupati per il futuro, ma la speranza di sperare non ce la toglie nessuno.

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stefania.gemma@olimpiazzurra.com

Foto: Federtennis/Tonelli

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