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Ciclismo

Vuelta a Espana 2014: 16ma tappa San Martin del Rey Aurelio-La Farrapona

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Lunedì 8 settembre è in programma la 16ma  tappa della Vuelta a Espana 2014, e sarà certamente una delle giornate più difficile di questa edizione, con i 160 km da San Martin del Rey Aurelio a La Farrapona. Cinque salite di prima categoria attendono i corridori in questa giornata che può garantire colpi di scena e fuochi d’artificio, in vista della giornata di riposo. 

Il primo antipasto è l’ Alto de la Colladona da affrontare subito dopo il via: salita abbastanza pedalabile, 7 km al 7%, quasi certamente sarà il trampolino di lancio per i primi tentativi di fuga, sia per la tappa che per rientrare in classifica generale.

La seconda ascesa è l’ Alto del Cordal. Non molto lunga, prevede 5.6 km, ma l’ultimo km e mezzo è molto impegnativo con una pendenza media dell’11%. L’ Alto de la Cobertoria è più duro rispetto a quelli affrontati in precedenza. Si sale per 8 km con una pendenza media dell’ 8.5%. Su questa salita nel 2006 Alexandre Vinokourov sconfisse Alejandro Valverde.

In questa edizione invece la corsa prevede ulteriori due salite. Dopo la discesa infatti è in programma il Puerto de San Lorenzo, di 10.9 km. Sale inizialmente con punte al 10% per poi crescere lungo il percorso fino a raggiungere il 14 % di pendenza massima.

La tappa si chiude con la salita più lunga di giornata, che vedrà impegnati i corridori per 20 km prima di raggiungere La Farrapona. Più dolce rispetto alle altre salite e il tratto più impegnativo è tra i -6 e i -4 km all’arrivo con pendenza media del 12%. Su questo arrivo nel 2011 vinse a sorpresa l’estone Rein Taaramae.

Anche oggi a contendersi il successo di tappa dovrebbero essere, fughe permettendo, gli uomini di classifica, come Chris Froome, Alberto Contador e agli altri scattisti come Joaquim Rodriguez, Julian Arredondo e Daniel Martin che hanno la sparata per fare la differenza. Tra gli azzurri, le nostre speranze sono riposte su Fabio Aru, a proprio agio su questi arrivi. Possono fare bene anche il francese Thibaut Pinot e l’americano Talansky.

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