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Rugby

Rugby Championship, alta marea (nera) ad Auckland: gli All Blacks abbattono i Wallabies

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Il punteggio parla da sé. Il 51-20 finale lascia spazio a poche interpretazioni, se non ad una: gli All Blacks sono tornati e lo hanno fatto in grande stile nella seconda giornata di Rugby Championship, con una prestazione straripante che ha lasciato le briciole ad una sconvolta Australia, probabilmente la peggiore della gestione McKenzie.

Per i primi 17′ la sfida segue lo stesso leit motiv del match di una settimana fa: Cruden e Beale si sfidano dalla piazzola e portano la contesa sul 9-6 per gli All Blacks, nonostante un cartellino giallo per Richie McCaw. I campioni del mondo, però, hanno un altro piglio rispetto all’esordio e martellano continuamente la difesa australiana, in grande difficoltà e dal 22′ anche in 14 per il giallo a Simmons. La spinta neozelandese porta inevitabilmente alla meta al 27′, concessa da Poite su una mischia a 5 metri. Kick-off dell’Australia, turn over e gli All Blacks colpiscono ancora con Julian Savea per il 23-6, che certifica il dominio dei padroni di casa nella prima frazione.

Provano a reagire i Wallabies ad inizio ripresa, ma la furia All Blacks non si placa. L’Australia perde (ancora) l’ovale a metà campo, la ripartenza è fulminante (calcetto delizioso di Savea) e Kieran Read può marcare facilmente la terza meta della serata. Australia in bambola, Nuova Zelanda devastante anche con le maul: al 53′ è Richie McCaw a riscattare il cartellino giallo del primo tempo, replicandosi poi al 59′ per la doppietta personale e la meta del 44-6. I padroni di casa alzano il piede dell’acceleratore e lasciano sfogare l’Australia, che trova il varco giusto con Israel Folau al 61′. Ospiti che sfruttano il momento propizio e trovano addirittura la seconda marcatura in pochi minuti, con capitan Michael Hooper (44-20). Gli All Blacks, però, tornano mestamente in possesso del match e riprendono a controllare i ritmi della partita, allontanando gli australiani dalla propria area di metà e, anzi, sfondano quota 50 all’80’, con la meta di Steven Luatua, perfettamente imbeccato da Aaron Smith.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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