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Golf, PGA Championship 2014: tutti a caccia di McIlroy, incognita Tiger

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L’ultimo Major della stagione, l’ultimo grande torneo per stabilire con veridicità le classifiche per la Ryder Cup, sia da una parte che dall’altra. Nella pentola del 96° PGA Championship, insomma, bolle di temi caldi, che verranno affrontati sul percorso di Valhalla, a Louisville (Kentucky). Sul campo disegnato dalla mano sapiente di Jack Nicklaus (clicca qui per approfondire), gran parte delle attenzioni saranno concentrate quasi esclusivamente su un giocatore in particolare, sebbene i media si stiano interrogando principalmente sulla presenza o meno di chi, negli ultimi quindici anni, ha dato una sterzata all’intero sport.

Rory McIlroy e Tiger Woods, sulla bocca di tutti ci sono sempre loro. Il primo per il suo straordinario momento di forma e per un dominio probabilmente appena cominciato, il secondo per il suo nuovo infortunio e per l’inizio di una sorta di declino, e al conseguente passaggio di consegne tra i due. Tra il golfista più forte di tutti i tempi e chi, almeno sulla carta, potrebbe diventarlo con il passare del tempo e dei trionfi. D’altronde, dopo l’Open Championship e il Bridgestone Invitational, nel mirino del nord-irlandese ora c’è l’U.S. PGA, già conquistato nel 2012 al Kiawah. Inanellare tre vittorie consecutive in due Major ed un WGC sarebbe un’impresa, appunto, alla Tiger, ma se McIlroy dovesse confermare la sua eccellente condizione, in tanti farebbero fatica a stare al passo con il n°1 al mondo. E Woods? In altri tempi, sarebbe l’uomo da battere, a prescindere dagli avversari. Ora, però, a sua schiena potrebbe costringerlo, dopo il ritiro dal Bridgestone Invitational, a saltare il terzo Major dell’anno. E a salutare definitivamente la Ryder Cup.

Fermare un McIlroy anche solo al 90% delle proprie possibilità, insomma, appare improbabile. Sergio Garcia ci ha provato, ma ne è sempre uscito con le ossa rotte, soprattutto al Firestone di Akron. La straordinaria regolarità dello spagnolo nell’entrare sempre nella corsa al titolo, però, lo pone inevitabilmente tra i favoriti, malgrado la sua allergia ai Major. Vorrà subito riprendersi lo scettro Adam Scott, sempre entrato nella Top 10 negli ultimi cinque tornei disputati ed in grado, come Garcia, di presentarsi sempre al posto giusto al momento giusto. L’avversario più grande per l’australiano, al solito, sarà la sua stessa solidità mentale. Sembrano maturi i tempi per Rickie Fowler, autore di una progressione formidabile nei tornei del Grande Slam finora: quinto al Masters, secondo allo U.S. Open e secondo all’Open Championship. Manca, insomma, la classica ciliegina sulla torta e chissà che il 26enne statunitense non possa aggiungerla proprio a Valhalla. Come Fowler, è alla ricerca del primo acuto in un Major anche Matt Kuchar, insieme a Garcia uno dei talenti incompiuti del golf finra. Sembra aver ritrovato il ritmo giusto Keegan Bradley, vincitore del PGA nel 2011 ed in crescendo; per Bradley, inoltre, si tratta dell’ultima occasione per acciuffare un posto nella squadra di Ryder Cup, senza dover attendere le wild card di Tom Watson. Dalle mani di Jim Furyk, invece, la vittoria sta sfuggendo con regolarità da quasi quattro anni, come nel caso dell’ultimo PGA Championship, quando era in testa dopo 54 buche ma concluse irrimediabilmente secondo, alle spalle di Dufner. Per il 44enne, una vita passata nella Top 10 del ranking mondiale, potrebbe essere la settimana giusta. Potrebbe prepararsi per il botto anche Graeme McDowell, reduce da cinque Top 10 consecutive e sempre sulla cresta dell’onda.

Dopo una prima parte di stagione sulla cresta dell’onda, ha accusato una flessione il classe ’93 Jordan Spieth, sebbene il suo talento non sia in discussione. Dalla promessa statunitense si attendono risposte concrete, anche in chiave Ryder Cup. Dovrà conquistarsi il posto, invece, Phil Mickelson, protagonista finora di un’annata fin troppo anonima per essere vera. Nessuna vittoria, ma neanche nessuna Top 10 per il mancino di San Diego, che ha mostrato, in ogni caso, segni di redenzione con un fenomenale 62 nell’ultimo round del Bridgestone Invitational. Potrebbe incontrare difficoltà nell’adattarsi al campo l’inglese Justin Rose, mentre è da valutare un Martin Kaymer apparso sottotono dopo la vittoria dello U.S. Open. Bubba Watson ed Henrik Stenson, nonostante siano rispettivamente il n°7 e il n°3 del mondo, appaiono un gradino sotto rispetto ai grandi favoriti e dovranno dimostrare di saper innestare le marce più alte. E il detentore del titolo? Jason Dufner, finora, non ha fatto nulla per guadagnarsi una nomination nella corsa alla vittoria e reciterà un ruolo di outsider, lo stesso con cui aveva portato a casa il successo lo scorso anno. Pronti a sorprendere, invece, il sudafricano Charl Schwartzel, lo statunitense Patrick Reed, l’australiano Marc Leishman  e il giapponese Hideki Matsuyama.

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Foto: Twitter Sports Center

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