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Atletica, Daniele Greco: due anni da incubo! Oro Europeo, poi solo infortuni: il calendario

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Sono due stagioni di incubo per Daniele Greco. Stamattina il 25enne pugliese si infortunava durante il riscaldamento delle qualificazioni di salto triplo e dava l’addio agli Europei di Zurigo: “rottura del tendine d’Achille sinistro” è il primo referto medico…

Ma andiamo a vedere la carriera di Greco proprio negli ultimi 17 mesi. Ci vuole poco a capire che tante cose non sono funzionate, che la gestione dell’atleta è stata sbagliata, che gli infortuni siano troppi, che i rientri magari repentini e poco ponderati, che soprattutto non bisognava azzardare l’uscita nella massima rassegna continentale. Ne va di mezzo tutta la carriera, a due anni dalle Olimpiadi di Rio…

 

2 MARZO 2013 – Con una prestazione maiuscola e un volo da 17.70 metri, Daniele Greco diventa Campione d’Europa al coperto in quel di Goteborg. Il punto più alto della sua carriera.

26 GIUGNO 2013 – Greco non molla, nonostante qualche acciacco, e decide di prepararsi ai Mondiali gareggiando ai Giochi del Mediterraneo. A Mersin (Turchia) soffre, è costretto a una gara di rimonta, ma all’ultimo arrivo il pronosticato oro con 17.13 metri.

19 LUGLIO 2013 – Una convincente prestazione al meeting di Montecarlo: 17.25, tra i Campioni della Diamond League.

16 AGOSTO 2013 – Durante il riscaldamento del turno di qualificazione ai Mondiali di Mosca, Greco è costretto a fermarsi. I suoi muscoli non gli permettono di scendere in pedana. C’è anche un misto di nervosismo che complica ulteriormente la situazione.

1° FEBBRAIO 2014 – Dopo il lungo recupero invernale, sceglie di tornare in gara e ad Ancona sfida Fabrizio Donato, anch’egli out dalle qualificazioni iridate. Vincerà con 16.65 (contro 16.58).

2 FEBBRAIO 2014 – Una scelta alquanto discutibile: si cimenta nel salto in lungo. E proprio durante l’ultimo salto si infortuna: “il piede allo stacco è scivolato sulla plastilina dell’asse di battuta, facendomi scomporre malamente in avanti”. Riscontrata una lesione al semitendinoso della coscia sinistra. Almeno tre settimane a riposo, costretto a rinunciare ai Mondiali indoor di Sopot.

10 MAGGIO 2014 – Rientra in gara, ma sui 100 metri. La velocità è fondamentale per il triplo: 10.75 a Vicenza.

31 MAGGIO 2014 – Riprende il suo salto triplo: 16.33 a Eugene, tappa di Diamond League.

5 GIUGNO 2014 – 16.84 al Golden Gala di Roma, tappa di Diamond League.

5 LUGLIO 2014 – 16.68 a Parigi, tappa di Diamond League.

20 LUGLIO 2014 – Partecipa fuori gara alla finale degli Assoluti: 15.66 al primo salto, poi annuncia un infortunio all’intersizione del tendine d’Achille.

4 AGOSTO 2014 – La risonanza magnetica evidenzia una peritendinite: gli Europei sono in dubbio (in un’intervista parlerà addirittura di infiammazione).

8 AGOSTO 2014 – Daniele Greco, tramite la FIDAL, conferma che parteciperà agli Europei.

12 AGOSTO 2014 – Il patatrac: rottura del tendine d’Achille durante il riscaldamento delle qualificazioni agli Europei.

 

(foto FIDAL/Colombo)

 

CLICCA QUI per seguire la DIRETTA SCRITTA di Olimpiazzurra da Zurigo.

Europei 2014 – Daniele Greco shock: rottura del tendine d’Achille

Europei 2014 – Daniele Greco out: riscaldamento ancora maledetto

Europei 2014 – Sonia Malavisi e Roberta Bruni eliminate! Incartate a quota 4.35

Europei 2014 – Federica Del Buono è in finale! La prima per l’Italia, tiene il passo di Hassan

 

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7 Commenti

1 Commento

  1. alebi

    13 Agosto 2014 at 07:50

    Di Greco abbiamo detto e ridetto prima dei campionati e guarda caso alla fine è successo quello che era OVVIO accadesse. Qui non si tratta di gufi, di iella, di casualità o altro che si è letto sul sito federale. Qui si tratta di pura, semplice, incompetenza e come tutte le cose ovvie italiane nessuno si prenderà le sue responsabilità. Ora non resta da augurare a Daniele di guarire completamente, di non tentare mai più di forzare i tempi “per non avere rimpianti” (per un Europeo… suvvia…) e che la prossima volta più che il cuore, ascolti la testa. Ovvio che l’atleta sia spinto a competere, è qualcosa che ha nel sangue, qui doveva essere fermato da chi lo guida, da chi dovrebbe avere esperienza e lungimiranza per saper gestire un atleta. E soprattutto doveva essere fermato da chi dovrebbe dirigere il tutto, il quale invece per paura di fare la solita figura fallimentare si è attaccato ad un improbabile miracolo (credo che la frase dei rimpianti sia uscita più per bocca dei dirigenti che dell’atleta che fino a due giorni prima parlava in modo completamente diverso e preoccupato). Della serie che se portavi a casa una medaglia esultavano loro, ora che sei infortunato sono cavoli tuoi. Perchè purtroppo la vittima è e rimarrà sempre e solo l’atleta. Forza Daniele!

    • Gabriele Dente

      13 Agosto 2014 at 23:25

      Il prospetto da medaglia non lo sanno trattare, c’è poco da fare; è una cosa più grande di loro. Sono troppo abituati a trattare atleti che al massimo lottano per entrare in una finale europea… Per loro vincere una medaglia europea, anche una sola, significa dire agli altri: “Avete visto?”. E’ come se vivessero più per rintuzzare le critiche altrui che per fare qualcosa di buono. Ecco perché si privilegiano manifestazioni che con eufemismo definirei secondarie invece di PROGETTARE l’appuntamento olimpico. Ci sono nazioni che spariscono per quattro anni ma poi al momento opportuno le vedi lì (non parlo solo dell’atletica, vedi ad esempio la Corea del Sud). Noi invece preferiamo vincere i Giochi del Mediterraneo e poi prendercela con la sfortuna quando collezioniamo triplette di zeri ai Giochi e ai mondiali (non agli europei, spero!).

      • alebi

        14 Agosto 2014 at 08:01

        Concordo al 100% sul prediligere (e vincere, ma va?) le manifestazioni che definire secondarie è quasi valorizzante. Fantastiche le pagine celebrative delle Fiamme Gialle che vincono il campionato europeo per club o come caspita si chiama… mentre il mondo intero mandava i pezzi da 90 al mondialino di staffette. Francia, Germania, Kenia, USA, Jamaica, TRinidad non si sono risparmiate, addirittura mi sembrava che la Francia non abbia mandato il suo club maschile più forte a quella pseudo manifestazione (o lo abbia mandato pieno di giovani) perchè ovviamente voleva avere un confronto mondiale alle Bahamas. Anche ai Giochi del Mediterraneo sempre la Francia aveva mandato gli atleti meno in vista con l’Italia invece al completo, con la stessa formazione con la quale si fa un Europeo o un Mondiale. Insomma, si sceglie la via facile per poi, dopo la grande manifestazione, avere già pronta la scusa del “colpa del sistema scolastico” (scaricando le colpe su qualcosa dove non puoi mettere mano) che non è assolutamente vero. Se in ambito scolastisco si potrebbe comunque fare di più, i nostri atleti, che in giovane età raggiungono risultati più che soddisfacenti, si perdono completamente al passaggio da senior, come se non si riuscisse a fare il salto di qualità (cosa che dipende ESCLUSIVAMENTE dal livello dei tecnici e dei preparatori, quindi da qualcosa del loro ambito). Mi sembrava di aver letto su QA di che “morìa” ci sia al passaggio di età superiore. E’ questa dispersione che va studiata e combattuta, perchè avere una base numerosa, piena di “gregari”, è il primo passo per far sbocciare più di un talento e non doversi più aggrappare ai “miracoli” o al “non avere rimpianti” (sentito come anche Meucci abbia usato questa frase dopo i 10mila? Deve quindi essere questa la linea guida di Magnani che sta infettando l’atletica italiana………………)

  2. Luca46

    12 Agosto 2014 at 23:56

    E’ qualcosa di veramente vergognoso. Non riuscire da anni a formare talenti è delittuoso ma il riuscire a rovinare quei pochi che hai è a dir poco diabolico. Se non fosse che non fa per niente ridere sembrerebbe di assistere ad una commedia comica. E’ tutto talmente assurdo da sembrare surreale. Per non parlare del fatto che ai mondiali di staffetta avevamo gli atleti impegnati nella coppa europa per club. Credo che dobbiamo guardare come si gestisce atletica e gruppi sportivi nelle altre nazioni, tirare una riga e gettare nuove regole. E’ chiaro che quando non hai una base solida cerchi di tirar fuori il massimo dalle poche carte che hai ma questa non è progettualità è vivere alla giornata.

  3. Gabriele Dente

    12 Agosto 2014 at 22:33

    Auguro anch’io a Daniele di ritrovare la salute e la serenità, le cose più importanti.
    Sono sempre più convinto che il “non professionismo” dell’atletica italiana di vertice sia il problema principale. Non vorrei strumentalizzare, ma mi sembra che Fabrizio Donato trattenesse a stento qualcosa che non era andato giù (“Dai, non fatemi fare polemica!”).
    Sono d’accordo con ale sandro, le cose migliori nell’atletica le abbiamo viste grazie alle isole felici. Ma ho la netta impressione che in federazione non ci sia l’umiltà di riconoscere che qualcun altro possa fare un buon lavoro. E speriamo che non rovinino anche Alessia Trost!

  4. ale sandro

    12 Agosto 2014 at 19:51

    Condivido tutto quello che hai scritto ,aggiungendo che per Howe la coppa Europa di Annecy ,per quanto mi riguarda, è stata il famoso peccato originale che ha dato il là a pregiudicare tutta l’intera carriera, non tanto per il tipo di infortunio in sè ,ma per quello che ha comportato come danno per un lavoro di più e più anni che andava finalizzato da lì a 40 giorni. Con Greco speravo ci fosse un altro ragionamento ,vista la nuova gestione Giomi al posto di quella Arese, ma vecchi meccanismi son duri a morire.
    A questo punto l’unica speranza è che talenti come la Del Buono possano ritagliarsi con il proprio tecnico una sorta di isola felice dove poter lavorare, come spesso è accaduto nello sport italiano e in particolare nell’atletica leggera azzurra.
    Un enorme in bocca al lupo per Daniele, mi auguro che anche lui ripensi molto attentamente a tutto quanto è accaduto, servirà anche questa cosa per il futuro come ,ahimè, terribile esperienza.

  5. Gabriele

    12 Agosto 2014 at 16:40

    Comunque vada l’Europeo, questa è una gravissima sconfitta per l’atletica italiana. La gestione di Greco, considerata l’unica vera carta da giocare al tavolo olimpico successivo dopo l’edizione di Londra, è stata fallimentare e ricorda per molti versi quella di Howe: ricordate la Coppa Europa di Annecy quando l’azzurro era già acciaccato ma venne schierato ugualmente sui 200? Da allora sono iniziate tutte le sue peripezie. Abbiamo già pochi talenti a disposizione e li bruciamo così… Con i problemi fisici che aveva, Greco doveva essere tenuto fermo, si tratta di Europei e non di Olimpiadi… Il problema è che era una delle poche vere possibilità di medaglia e non si voleva rinunciare. Un errore gravissimo per il quale nessuno si prenderà la responsabilità. Come sempre…

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