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Ciclismo

Tour de France 2014: la maledizione di Peter Sagan

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2-4-2-4-4-5-2-130-109-93-9-2: la sequenza di Fibonacci? No, l’elenco dei piazzamenti conseguiti da Peter Sagan in questo Tour de France, dalla prima tappa sino a quella odierna.

Quattro volte secondo, otto volte nei primi cinque, nove volte nei primi dieci: qualcosa di assolutamente impressionante in quanto a regolarità, considerando i differenti profili altimetrici affrontati in queste giornate di gara. Sebbene la maglia verde costituisca una grande soddisfazione, lo slovacco era venuto a questa Grande Boucle per fare incetta di tappe, sia nelle occasioni per velocisti più puri, sia in giornate, come quella odierna, nelle quali altri sprinter venivano tagliati fuori dal percorso: tuttavia, come abbiamo avuto modo di vedere, il suo bottino pullula di piazzamenti e latita in quanto a vittorie.

Possibile che ci sia sempre almeno un corridore più forte di lui? Il talento di Peter Sagan è esploso giovanissimo e tutti gli appassionati di ciclismo lo conoscono e lo ammirano: per questo risulta davvero difficile capire cosa, in giornate diversissime, gli abbia portato via la vittoria. Passi per la miglior gamba dell’avversario, ma è uno diverso ogni giorno; passi per un prematuro lavoro della Cannondale – come accaduto oggi -, ma anche questa non è una costante, al pari di qualche errore di posizionamento e di tattica negli sprint precedenti. Ogni sport, e il ciclismo non fa eccezione, ha sempre qualche aspetto subdolo, difficile da cogliere, impossibile da spiegare con la pura razionalità: ed è quanto sta accadendo a Peter Sagan, probabilmente il primo a non capacitarsi della mancata vittoria. Restano solo pochissime occasioni, da qui ai Campi Elisi, per sfatare questo tabù: in mezzo, tante, tantissime e dolorosissime montagne…e una maglia verde da difendere, anche se l’impressione è che la quotidiana salita di quei gradini del podio sia ormai una tortura per lo slovacco, il quale ambirebbe decisamente al gradino più alto del podio premiato qualche attimo prima.

foto: pagina FB Cannondale

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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