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Golf: prestigio, tradizione e field stellare con lo Scottish Open

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Primo vero assaggio di links in vista dell’Open Championship della prossima settimana, con una delle grandi classiche dell’European Tour, lo Scottish Open (montepremi £ 3.000.000). L’abituale prologo del terzo Major dell’anno sarà accolto per la prima volta dal Royal Aberdeen dell’omonima città, dopo tre anni consecutivi al Castle Stuart. Un percorso inedito su cui si diletterà un field da Slam, costellato di grandi nomi e fuoriclasse in cerca della miglior condizione possibile per l’evento clou del mese di luglio.

Delle indiscrezioni delle scorse settimane auspicavano addirittura una clamorosa partecipazione di Tiger Woods al torneo, che però non ha trovato conferma. La Tigre, dopo il rientro alle gare negli Stati Uniti due settimane fa, dovrebbe presentarsi al via del British Open. Idealmente, il suo posto da star sarà occupato da Phil Mickelson, detentore del titolo e tra i giocatori più amati a livello planetario. Tuttavia, Lefty è reduce finora da una stagione estremamente negativa e vederlo in lotta con i migliori non appare così scontato. E’ tornato recentemente alla vittoria, invece, Justin Rose, mentre sono chiamati ad una reazione degli appannati Rory McIlroy e Luke Donald. Puntano al bersaglio grosso, dopo due settimane di piazzamenti tra i primi 5, Thongchai Jaidee e Jamie Donaldson, così come Kevin Stadler, in grado di gettare alle ortiche l’Open di Francia con uno sciagurato errore da un metro. Thomas Björn, leader della Race to Dubai, è alle prese con i postumi di un infortunio e sembra lontano dalla forma migliore, al pari di altri due evergreen di livello mondiale, Miguel Angel Jimenez e Lee Westwood. Tra gli statunitense, oltre a Mickelson e Stadler, spiccano inoltre il leader della FedEx Cup, Jimmy Walker, un talento puro come Rickie Fowler e Ryan Palmer, per cui sarà interessante capire se e come si adatteranno ad un campo naturalmente opposto per caratteristiche a quelli americani.

Alle spalle dei sopraccitati, inevitabilmente i favoriti per qualità e palmares, possono inserirsi outsider come l’olandese Joost Luiten, lo scozzese Stephen Gallacher, gli svedesi Jonas Blixt e Robert Karlsson, il paraguaiano Fabrizio Zanotti, l’inglese Matthew Baldwin, l’argentino Emiliano Grillo, il nord-irlandese Michael Hoey e i francesi Grégory Bourdy e Romain Wattel.

La punta di diamante azzurra, naturalmente, sarà Francesco Molinari, reduce da un Open di Francia tutt’altro che brillante. Il torinese ha dimostrato spesso di sapersi adattare ai links britannici, come già accaduto a Muirfield un anno fa, tant’è che l’Open Championship è il Major maggiormente adatto al suo gioco. Lo Scottish Open evoca dolci ricordi, invece, ad Edoardo Molinari, trionfatore nel 2010 quando il torneo fece tappa al Loch Lomond di Glasgow. Il fratello maggiore di Chicco tenterà di riproporsi ai livelli di due settimane fa, quando concluse al secondo posto in Irlanda, e di gettare le basi per un buon British Open. Dopo i timidi segnali lanciati una settimana fa, ci si attende una crescita da Matteo Manassero, per poter uscire magari da un tunnel in cui non si intravede che una fioca luce in lontananza. Marco Crespi, praticamente al sicuro per quanto riguarda la carta, dovrà reagire dopo due tagli consecutivi, mentre Andrea Pavan dovrà necessariamente cambiare marcia per restare a tempo pieno nell’European Tour.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Wikimedia Commons

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