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Ginnastica, Europei 2014 – Tutto il meglio di Sofia: pagelle, analisi e…

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Stiamo per chiudere la nostra pagina sugli Europei 2014 di ginnastica artistica, che si sono conclusi domenica scorsa a Sofia. Nella capitale bulgara è stato grande spettacolo, con diverse cose interessanti e spunti interessanti. La nostra analisi conclusiva con tutto il meglio della Armeec Arena.

 

TASSO TECNICO davvero elevato, di ottimo livello, con una grande ginnastica esibita durante la finale. Parallele e corpo libero sono state fantastiche: sugli staggi è stato necessario piazzare un 15.400 (che sarebbe la miglior prestazione mondiale stagionali, se contassimo solo competizioni internazionali di prima fascia) per conquistare l’oro, al quadrato si è vinto con un elevato 14.800 che sarebbe valso l’argento agli ultimi Mondiali (e infatti sul gradino più alto del podio ci sono Ferrari e Iordache, argento e bronzo iridati). E in entrambe le finali tutte le concorrenti hanno superato i 14 punti.

SOVVERTITI I VALORI STORICI. Questa Gran Bretagna è davvero formidabile: sapevamo che aveva le difficoltà più alte (70 punti in finale, ma per questi vi rimando all’analisi sui D Score che chiuderà il nostro post-Europei), ma non si pronosticava che avrebbe vinto l’argento (davanti alla Russia) e che avrebbe chiuso la qualifica al primo posto davanti alla Romania.

SORPRESE. A livello individuale, invece, il numero di sorprese non è stato elvatissimo. Due podi hanno sostanzialmente rispecchiato i pronostici: gli ori di Ferrari/Iordache e quello di Steingruber al volteggio erano ampiamente scritti alla vigilia. Aliya Mustafina non ha vinto alle parallele, ma la vittoria di Becky Downie era assolutamente prevedibile (era l’avversaria diretta). La trave, invece, che sembrava essere l’attrezzo più scontato, ha visto sbagliare ancora una volta Larisa Iordache e ne ha approfittato l’outsider Maria Kharenkova. 

 

ALIYA MUSTAFINA. Zoppicava visibilmente, fisicamente non ne aveva, atleticamente fuori forma. Quasi tutti avrebbero frignato in questa situazione, in molte non si sarebbero neppure presentate a Sofia… Eppure… Ha messo in pedana un cuore grande quanto tutta la sua Russia, ha tirato fuori tutta la sua grinta da Zarina combattiva, ha sciorinato una grande ginnastica, spinta solo dalla sua immensa fame di vittorie. Senza essere spinta da un prize money (che non c’era…),  si è presa sulle spalle tutta la sua Nazione credendo per lunghi tratti di prendersi quantomeno l’argento con la squadra.

A livello individuale ha poi provato a conquistare la classica medaglia d’oro, che (In un modo o nell’altro) è sempre riuscita a portarsi via dalle grandi manifestazioni internazionali di tutta la sua carriera. Stranamente non ci è riuscita, risucchiata dalla difficoltà della Downie sugli amati staggi e incapace di contrastare la Kharenkova sui 10cm.

E la famiglia Rodionenko, che allena la Russia, ha avuto il coraggio di ritenersi non soddisfatta dai risultati della propria Nazione…

 

LARISA IORDACHE. La Reginetta di questi Europei. La più medagliata (4), con al collo almeno un alloro per colore: ha trascinato al successo la Romania, che ha confermato il titolo di Bruxelles 2012 e ha vinto per la settima volta su undici il concorso a squadre (3 Russia, 1 Italia); ha saputo realizzare un 14.800 che le ha consentito di dividere il titolo di Campionessa d’Europa al corpo libero con la nostra Vanessa; argento alla trave; bronzo al volteggio.

Certo l’amarezza è tanta per aver commesso qualche imprecisione di troppo all’amata trave, dove partiva per conquistare l’oro: uno squilibrio e qualche sporcatura l’hanno privata del successo più atteso, replicando la delusione del Mondiale (dove però cadde).

In conclusione premiata come Miss Europei, ritenuta da una giuria speciale come la ragazza più bella della manifestazione. E forse qui si è esagerato un po’…

 

GRAN BRETAGNA. Che Nazione. Non hanno mai avuto un grande movimento (qualche grande individualista, come la Tweedle) e in pochi anni sono riusciti a mettere su una squadra formidabile, che esibisce le difficoltà più alte del circuito e che riesce a insidiare le storiche grandi del continente. L’Italia voleva fare la corsa su di loro e invece le ha sonoramente prese.

Il loro modo di lavorare deve essere preso ad esempio: non hanno fatto naturalizzazioni improbabili, hanno ottimi tecnici locali, hanno lavorato molto sulle giovani e sul vivaio, hanno puntato molto sulle difficoltà e su un team compatto, senza la presenza anticipata di una grande star. Downie, Tunney, Fragapane, Harrold, Whelan praticamente nessuno può vantare cinque elementi di questa importanza.

 

GIULIA STEINGRUBER. Onnipresente. La svizzera, che davvero non si perde mai una gara durante l’anno, ha mostrato ancora una volta il suo grandissimo talento confermando il titolo al volteggio conquistato a Mosca 2013 (per la terza volta consecutiva è salita sul podio continentale, l’unica che è riuscita a replicare il successo della scorsa stagione), ma si è poi mostrata eccellente anche al corpo libero (terza). Onestamente e oggettivamente la palma di Miss Europei sarebbe dovuta andare lei: bionda, sorridente, aggraziata, con un bel viso era visibilmente la più bella di questa manifestazione.

 

REBECCA DOWNIE (e la sua famiglia). Un fantastico oro alle parallele, conquistato con un perentorio 15.400 frutto di un esagerato 6.400 di difficoltà. Velocità di esecuzione esorbitante, una macchina da guerra su quegli staggi, con dei rapidissimi passaggi alto/basso e viceversa, chiusi in un pianto esagerato che si è prolungato per quasi un quarto d’oro (fino all’ottima gara alla trave, chiusa al quarto posto).

Sconfiggere un mostro come Mustafina sul suo campo era tutt’altro che facile, ma questa è la dimostrazione che con duro lavoro si può arrivare molto in alto. Come la sorella minore Ellie che si è laureata Campionessa d’Europa al volteggio tra le juniores, dopo aver presto l’argento a squadre (che coincidenza). E tutta la famiglia può far festa.

 

ANNA PAVLOVA. Ha impacchettato un bel regalino per i Rodionenko. Il bronzo olimpico di Atene 2004 era stato scartato dai coach della Russia che non l’avrebbero mai convocata per questi Europei. Lei era invece convinta dei propri mezzi e a 27 anni si è rimessa in gioco, facendosi “comprare” dall’Azerbaijan che le ha volentieri regalato un passaporto. Et voilà: medaglia d’argento al volteggio, con la migliore russa solo al quarto posto…

 

MARIA KHARENKOVA. Gradita sorpresa alla trave, capace di esibire un fantastico esercizio che ha rasentato il muro dei 15 punti e di battere sul campo la super favorita Larisa Iordache. Alla prima uscita internazionale da senior, la russa porta a casa una fantastica medaglia d’oro replicando così quanto fatto due anni fa tra le juniores. Quando Elisa Meneghini fu terza e Tea Ugrin quarta, con la Karenkova che perse da Enus Mariani nel concorso generale… Come cambiano le cose.

ANDREEA MUNTEANU. Ha steccato in qualifica, mancando così l’ingresso alle finali. Nell’atto conclusivo a squadre ha però notevolmente aumentato il proprio tasso tecnico, aiutando la Romania nella corsa all’oro. Il suo status di stellina permane, anche se deve aggiustare alcune cose.

DIANA BULIMAR. Va via da Sofia senza medaglie individuali (quarto posto al corpo libero). Forse ci si aspettava qualcosina in più nel complesso, ma la rumena si sta riprendendo.

CLAUDIA FRAGAPANE. Sbalorditiva in qualifica, prima al corpo libero durante la finale a squadre, accreditata di una possibile medaglia, si è poi sciolta nell’atto conclusivo: la pressione l’ha fatta da padrona.

 

ARMEEC ARENA. Che delusione! Mai vista una gara così importante con così poco pubblico. Palazzetto davvero deserto (la media degli spettatori non è stata nemmeno resa nota, ma ad occhio non si è arrivati al migliaio sui 17mila posti a sedere a disposizione).

CALENDARIO. A mio modesto parere il planning degli Europei andrebbe rivisto. Questa alternanza tra concorsi a squadre (negli anni pari) e all-around (negli anni dispari) non ha molto senso, otto finali di specialità in un solo giorno sono poi davvero troppe.

 

Non si è parlato in questa sede di Italia, ma ovviamente perché ci siamo già soffermati con pagelle e analisi della gara azzurra. Le trovate tra gli articoli correlati…

 

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