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Volley, Semifinali Scudetto: le pagelle di gara5. Perugia storica, Piacenza incerottata

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Ieri pomeriggio si è disputata una spettacolare gara5 di semifinale scudetto. Un “win or go home” da urlo: Perugia vola in Paradiso e si guadagna la finale per il titolo contro Macerata; Piacenza si deve inchinare e dice addio ai sogni di gloria. Di seguito le nostre consuete pagelle.

 

PERUGIA: 10. Definitivamente la grande sorpresa del campionato. Una vera forza della natura, sbocciata giornata dopo giornata nell’arco di una meravigliosa regular season chiusa incredibilmente al terzo posto e poi maturata durante la cavalcata trionfale dei playoff.

Hanno riscritto la storia di un club giovanissimo, che due anni fa militava in Serie A2, che cinque stagioni fa era addirittura nei bassifondi della Serie C: alla seconda partecipazione consecutiva ai playoff, sbancano e conquistano una sorprendente finale scudetto. Per la prima volta si sognerà il tricolore (anche se da queste parti nove anni fa si sfiorò il colpaccio, ma con un’altra società).

 

ALEKSANDAR ATANASIJEVIC: 10. Immensamente lui. Faro, trascinatore, uomo franchigia. Se Perugia è arrivata fino a qui lo deve al suo cacciabombardiere che è stato impeccabile per tutta la stagione, non sbagliando praticamente nessuna partita. Sempre sull’attenti nei momenti clou del match, è top scorer di giornata con 23 punti (53% in fase offensiva).

NEMANJA PETRIC: 9. Premiato come mvp dell’incontro, dà a Perugia la solidità di cui aveva bisogno in posto quattro e la trascina insieme ad Alek. I numeri gli danno regione ed è il Re sottorete con 4 muri, 18 punti complessivi.

GORAN VUJEVIC: 8. La carta d’identità recita 41 anni, ma la voglia è quella di un ragazzino. Dopo una carriera infinita e un palmares ricchissimo, in cui spiccano l’oro alle Olimpiadi di Sidney 2000 e l’argento mondiale nel 1998, arriva alla sua prima finale scudetto in Italia. Monumentale.

SIMONE BUTI e ROCCO BARONE: 7,5. Sempre positivi al centro in tutta la serie, si comportano bene anche in gara5, supportano i compagni, fanno buona guardia sottorete.

ADRIANO PAOLUCCI: 7,5. Dalla Serie A2 alla finale scudetto. Era il palleggiatore della squadra che ha centrato la promozione. Ora è l’uomo che fornisce Atanasijevic, Vujevic, Petric e vola in finale scudetto.

ANDREA GIOVI: 7,5. La sua ricezione è fondamentale (70% positiva), argina alla perfezione l’attacco di Piacenza fino a quando ci prova, salva la sua Perugia quando ce n’è bisogno e vola. Blinda la maglia azzurra della Nazionale?

 

PIACENZA: 5. Ci ha provato. Fino in fondo. Ha combattuto, stretto i denti, non ha mollato e ha inseguito la finale fino al 2-1 di gara5. Poi lì è crollata. La condizione fisica non era delle migliori e gli infortuni hanno pesato nel momento più importante della stagione: Kaliberda in tribuna, Marra e Papi in campo ma incerottati, Simon sottotono, il muro che non ha viaggiato sui soliti livelli. Queste sono alcuni dei motivi (insieme a una strepitosa Perugia) che hanno eliminato gli emiliani, impedendo loro di raggiungere la seconda finale consecutiva e di confermare il ruolo di anti Macerata che era stato loro affibbiato alla vigilia del campionato.

 

HRISTO ZLATANOV: 6,5. Alla fine è l’unico a provarci concretamente e a provare a mettere in difficoltà Perugia. Il capitano fa sentire il proprio braccio pesante con 20 punti (56% in fase offensiva), ma è il primo a capire, durante il quarto set, che c’è davvero poco da fare.

LUCA VETTORI: 5,5. Molto discontinuo, sia in questa gara che in tutta la serie. Superlativo in gara1 e in gara4, sottotono negli altri due match e nei momenti più importanti dell’incontro decisivo, quando  forse era richiesto un suo cambio di marcia. 17 punti, ma murato ben tre volte in attacco e incapace di stampare gli avversari.

SAMUELE PAPI: 6. Ha stretto i denti per tutta la serie, con una professionalità immensa.

SIMON: 5,5. La sua superpotenza fisica è mancata proprio negli ultimi due incontri. Disarmante e sbalorditivo, non è riuscito a dare il colpo del ko a Perugia. Il cubano chiude gara5 senza nemmeno un muro, suo marchio di fabbrica, e riuscendo a siglare 11 punti.

LUCIANO DE CECCO: 5,5. C’è stato poco da fare contro muro, ricezione e cuore di Perugia e fornire le sue bocche di fuoco è poi stato sempre difficilissimo.

ALESSANDRO FEI: 6,5. Individualmente molto bene grazie a tre stampatone e un vertiginoso 80% in attacco.

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