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Golf, un Cadillac Championship dalle tre facce per gli azzurri

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E’ stato un Cadillac Championship dalle tre facce per i colori italiani, in un torneo passato alla storia per l’affermazione di Patrick Reed che, con i suoi 23 anni, è il più giovane a strappare un successo in una delle ambite gare del mini-circuito dei World Golf Championships (clicca qui per la cronaca finale). Un trionfo a cui Francesco Molinari, ma soprattutto Matteo Manassero, hanno potuto solo assistere da semplici spettatori, come purtroppo troppo spesso accade.

Tre facce per due interpreti, poiché Chicco Molinari ha vestito i panni del Dr. Jekyll & Mr. Hyde nel corso del torneo, drasticamente diviso nel suo caso in due evidenti tronconi. Al giro di boa della gara, infatti, il torinese sembrava avere le carte in regola per aspirare ad un piazzamento di assoluto prestigio, se non addirittura alla vittoria; sui campi difficili – e il rinnovato Trump National Doral lo era, eccome se lo era -, d’altronde, il 31enne si è sempre trovato a proprio agio, come dimostrato anche in un secondo round flagellato dal vento in cui Molinari si era egregiamente difeso. Il quinto posto dopo 36 buche lasciava presagire, dunque, un weekend oltremodo redditizio, ma sono state sufficienti le prime 7 buche del terzo round a vanificare i sogni di gloria del piemontese (due doppi bogey ed un bogey), a cui non è seguita una reazione. E le statistiche, ancora una volta, parlano chiaro: a tradire è stato nuovamente un putt al solito poco affidabile e scarsamente produttivo, vera spada di Damocle di un giocatore, altrimenti, destinato a ben altri risultati. Il round finale, poi, ha solamente cavalcato l’onda del crollo nel terzo round, per un 25esimo posto conclusivo poco soddisfacente alla luce di quanto costruito nella prima parte di torneo, da cui Chicco dovrà naturalmente ripartire per rincorrere il grande obiettivo stagionale, la Ryder Cup 2014.

Dovrà lasciarsi alle spalle quanto prima il 60esimo posto raccolto, invece, un irriconoscibile Matteo Manassero, precipitato costantemente round dopo round fino a toccare il +17 finale, uno degli score più alti fatti registrare dal veronese in carriera. Un’escalation di errori e bogey (ben 24 alla fine) infinita, eppure le premesse, alla vigilia, facevano presagire tutt’altra prestazione. Il 20enne di Negrar si presentava al Doral in condizioni notevoli, dopo il brillante 12esimo posto dell’Honda e un Accenture Match Play non negativo, malgrado l’eliminazione al secondo turno. Se avessimo dovuto puntare un euro sul miglior italiano al Blue Monster, probabilmente avremmo scelto proprio il ragazzo prodigio, invece mai in gara e sottotono in ogni aspetto del proprio gioco, a partire dal drive fino al suo colpo migliore, il putt. Ci si attendeva un rendimento di ben altro spessore, ma la solidità mentale e la tempra più volte dimostrate da Manny non faranno attendere, però, una pronta rivincita da parte del fuoriclasse italiano.

Le statistiche di Francesco Molinari

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Le statistiche di Matteo Manassero

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Statistiche: worldgolfchampionships.com

Foto: Federgolf

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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