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Criteria Riccione, Walter Bolognani: “Non dobbiamo avere fretta”

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Più di trecento società. Milleottocentosessantotto atleti. Quattromilanovecentosei presenze gare. Seicentosessantanove staffette. Questi i numeri impressionanti dei ‘Criteria‘ giovanili di nuoto, riservati alle categorie ragazzi/e, junior e cadetti/e che si concludono oggi allo Stadio del Nuoto di Riccione. A tracciare il primo bilancio è Walter Bolognani, il tecnico federale responsabile di tutte le nazionali giovanili, che ha un approccio “filosofico” al suo difficile lavoro. “Dobbiamo costruire prima l’atleta e poi il nuotatore. E la prestazione deve essere cercata dando tempo al ragazzo di crescere fisicamente e psicologicamente. Guai ad avere fretta e fare del ‘campionismo’. Questa è la filosofia di tutta la Federazione, non solo mia. Il discorso di avere tutto e subito è devastante per i ragazzi: così vengono spremuti e basta”.

Il mondo del nuoto è più vicino a questa filosofia che la Federazione persegue, o c’è di più la ricerca del risultato immediato? “C’è più spesso la ricerca del risultato immediato. E, ripeto, non va bene perché il processo di crescita fisica e di tutti i metabolismi non avviene a 13 anni e non si può trattare un 13enne come un adulto. Anche di fronte a un ragazzino di talento non va dimenticata la progressività del lavoro: andarci piano oggi per vincere di più domani. E’ un cambiamento culturale che la Federazione tenta di portare avanti. Ci vorrà tempo ma ci sono segnali incoraggianti in questa direzione. In questo senso, ad esempio, il fatto che un marchio come Kinder abbia dato vita con noi e con altre federazioni del Coni al progetto Kinder +SPORT, sostenendo, nel nostro caso, il movimento giovanile del nuoto e condividendo la nostra filosofia, fa capire come anche il mondo delle sponsorizzazioni stia guardando con attenzione non tanto alle vittorie quanto al discorso sociale che c’è nel sostenere l’attività sportiva dei giovanissimi”.

Quanto pesano le aspettative della famiglia sul percorso sportivo di un giovane nuotatore? “Dobbiamo sforzarci di spiegare alle famiglie cosa significa fare attività sportiva agonistica. Dobbiamo cercare di dare ai genitori degli strumenti, per far loro capire che il percorso è lungo, difficile e che passa anche attraverso le sconfitte”.

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