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Rugby

Sei Nazioni 2014: che Scozia arriva a Roma?

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Se dovesse essere la Scozia osservata due settimane fa in quel di Murrayfield, quando è stata nettamente sconfitta per 0-20 dall’Inghilterra, probabilmente per l’Italrugby non ci dovrebbero essere problemi a far sua la partita di sabato allo Stadio Olimpico.

Questo è quello che tutti gli appassionati avranno pensato nell’osservare ia seconda giornata del Sei Nazioni 2014. 

Ma si sa. Nel rugby tutto può mutare rapidamente. Basti pensare a come si è presentata la “Banda Brunel” ai cancelletti di partenza del torneo più importante dell’Emisfero Nord. Veniva screditata da tutti ed inoltre le prestazioni stentate di Benetton e Zebre, nella Celtic League, non dovevano certo aiutare il tecnico transalpino, ed invece; tutto è cambiato nel giro di qualche tempo, anche se gli azzurri non hanno trovato ancora trovato la loro prima vittoria, in virtù degli avversari affrontati, entrambi in trasferta, quali il Galles e la Francia.

Tornando ai “Braveheart” però, non si può non riscontrare che Stuart Hogg e compagni appaiono attualmente in uno stato di profonda involuzione. Appurato che il livello tecnico del gioco non è mai stato tra i più spettacolari, alla Scozia più che altro sembrano mancare l’organizzazione e l’anima; quell’elemento di coesione e forza che, anche nei recenti momenti bui della nazionale di Sant’Andrea, è sempre venuto fuori permettendogli addirittura, soltanto dodici mesi fa, di arrivare sul podio della competizione.

Molti dunque, paiono aver individuato il motivo di questa crisi nella netta spaccatura che si è formata tra l’allenatore (ad interim) Scott Johnson ed una parte del gruppo.
L’allenatore australiano, in tutta risposta, ha già deciso che sabato all’Olimpico apporterà tre cambi nel XV di base reinserendo, tra gli avanti, tre nuovi innesti.
Saranno, non a caso, Scott Lawson, Richie Gray e  Johnnie Beattie, fra prima, seconda e terza linea, gli incaricati a dare una scossa ad un insieme di uomini che sembra aver smarrito la bussola ovale della propria dimensione rugbystica e che desidera al più presto ritrovarla.

Quindi, guai a sottovalutarli!

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Foto:telegraph.co.uk

michele.cassano@olimpiazzurra.com

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