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Sci di fondo, Brocard: “Le gare distance fanno sempre più per me”

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Intervista esclusiva a Elisa Brocard, una delle protagoniste azzurre alle Olimpiadi e impegnata in questi giorni a Lahti per la Coppa del mondo.

Da un’estate passata fuori dalla squadra A a un’Olimpiade da protagonista, ti saresti aspettata questi risultati a inizio stagione?

“Sinceramente no, non mi sarei aspettata un 13 posto ad una 30 km olimpica e con così poco distacco dal terzetto norvegese di testa, sia alla vigilia dell’Olimpiade, ne tanto meno quest’estate quando mi allenavo in caserma”.

Ottenere il miglior risultato della carriera in un’Olimpiade non è da tutti, c’è qualcuno in particolare che vuoi ringraziare?

“Le persone che vorrei ringraziare sono quelle che mi hanno sempre dato grande fiducia e sostegno soprattutto quando ho attraversato momenti difficili. In primis la mia famiglia, tutta quanta, da mio nipote di 8 mesi a mio nonno ottantenne, il Centro Sportivo Esercito, i miei allenatori Dorigo e Theodule, il mio procuratore Roberto Giovannini, il mio sponsor personale Acetum-Fini insieme ai miei testimonial, lo skiman Mario De Santa che mi ha seguita impeccabilmente durante la Coppa del Mondo e soprattutto alle Olimpiadi, mio zio Marco che mi ha dato una grossa mano con i materiali nei periodi a casa e tutti gli amici che mi seguono sempre anche da lontano! Ma un grazie particolare va al mio ragazzo Erik, mio preparatore atletico già fisioterapista e preparatore della nazionale italiana e attuale allenatore della giapponese Masako Ishida. Lui ha sempre creduto in me e nelle mie potenzialità anche quando nemmeno io ne ero a conoscenza!”.

Negli ultimi anni sei cresciuta tantissimo nelle gare distance, hai cambiato qualcosa nella preparazione?

“Più che nella preparazione credo sia cambiato qualcosa fisicamente e mentalmente dentro di me. Anche dopo le delusioni della scorsa stagione nelle sprint avevo bisogno di cambiare obiettivi e li ho cercati nelle gare distance. Inoltre andando avanti negli anni, questo tipo di gare fanno sempre più per me”.

Le uniche pecche di questi Giochi sono state le rigide regole Cio che non vi hanno permesso di indossare il lutto nello skiathlon in ricordo di una vostra ex compagna di squadra nazionale tragicamente scomparsa; reprimenda che è arrivata anche alla Jacobsen per la morte di suo fratello. Cosa ne pensi?

“Penso che l’Olimpiade sia un fantastico evento a cui ogni atleta sogna di partecipare, ma non per questo credo sia giusto tagliare e negare tutto quello che succede al di fuori. La vita va ben oltre a gare e medaglie. Mi dispiace molto non aver potuto indossare il lutto per ricordare Simona, l’ho comunque portata con me ad ogni momento di questa Olimpiade”.

Come proseguirà la tua stagione?

“La mia stagione prosegue con le ultime gare di Coppa del Mondo al nord e terminerà a fine marzo con i campionati italiani a Madonna di Campiglio”.

Il movimento femminile è in ripresa dopo qualche anno buio, soprattutto alcune ragazze nate negli anni ’90 sembrano molto promettenti. C’è qualcuna che ti ha colpito in maniera particolare?

“Francesca Baudin e Giulia Sturz hanno fatto vedere gran belle cose ai campionati mondiali U23, credo che entrambe hanno grandi potenzialità per crescere bene e raccogliere molto in futuro! E poi ci sono Gaia Vuerich e Greta Laurent che già hanno dimostrato il loro valore in Coppa del Mondo e alle Olimpiadi e possono soltanto migliorare ancora!”.

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francesco.drago@olimpiazzurra.com

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