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Volley, Mauro Berruto: “La mia squadra, le regole del mio successo”

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Alla fine c’è stata una standing ovation che neppure lui si sarebbe aspettato. Di chi stiamo parlando? Di Mauro Berruto, commissario tecnico dell’Italvolley maschile, che ieri è intervenuto alla Coach Convention degli allenatori italiani di baseball.

Il torinese (impegnato attivamente con il CONI nel progetto “Destinazione sport”) ha definito, ai manager del “Batti & Corri” italiano, ciò che per lui è rappresentato dal “Concetto di squadra” illustrando il suo pensiero con l’aiuto di citazioni ed immagini storiche.

Dalle Emozioni universali di Darwin ai capolavori sportivi di Maradona e Yuri Chechi, passando per il cinema, servendosi delle frasi tratte dal film “Will Hunting – Genio Ribelle”, sino all’arte del pittore impressionista Turner.
Il tutto ovviamente ponendo al centro la figura dell’allenatore, e di tutte le domande che egli si deve porre per migliorare sè stesso, sia come uomo che come professionista.

“Sono come un direttore d’orchestra – ha detto Berruto – In fondo, io non emetto alcun suono. Quindi il mio lavoro è risvegliare le potenzialità di altri, illuminare i loro occhiNessun tecnico segna un gol, fa una schiacciata o batte un fuoricampo”.

Sorridendo, infine, l’allenatore vicecampione d’Europa ha “sfornato” una formula per il successocapacità tecniche moltiplicato capacità emozionali diviso il metodo. E naturalmente, se si vuole un risultato numericamente consistente il valore del metodo non dovrà essere troppo alto.

“L’analisi del gesto tecnico ideale non esiste – ha affermato – “Dal metodo va tolto tutto ciò che non serve. Per me, il metodo è prima di tutto atteggiamento”.

Applausi a scena aperta, dunque, per uno dei più grandi allenatori dello sport italiano.

 

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michele.cassano@olimpiazzurra.com

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