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Sci di fondo

Tour de Ski: Italia, poche luci e qualche ombra di troppo

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Da salvare, nel Tour de Ski dell’Italia, c’è ben poco. La grinta di un mai domo Di Centa, le buone impressioni destate da Mattia Pellegrin e, soprattutto, un Federico Pellegrino in crescendo e nuovamente a podio, che sembra aver trovato la sua definitiva quadratura del cerchio nel percorso di avvicinamento verso le Olimpiadi di Sochi. Nella corsa a tappe degli sci stretti, però, la classifica generale non può che tener conto principalmente delle gare distance; ed è qui che sono sorti i problemi per il team di Silvio Fauner.

Partiamo, però, dalle note positive, tutte rappresentate dal talento valdostano, letteralmente scatenato nelle due sprint di Oberhof e Lenzerheide. Mai un segno di cedimento durante le batterie, superate tutte con scioltezza e con poche difficoltà, a sottolineare una condizione fisica ed atletica in costante evoluzione, unitamente ad un talento esploso quasi del tutto e pronto a prendere in mano l’Italia. Il podio di Oberhof è la dimostrazione di una maturità ormai raggiunta e, sebbene le scelte tattiche nella finale in Svizzera siano rimaste discutibili, Chicco ha fatto capire al mondo della velocità che in Russia si dovrà lottare anche contro di lui.

Il 18° posto agguantato da Giorgio Di Centa, invece, non può salvare una spedizione in parte deficitaria e già compromessa con il forfait di Roland Clara per una febbre che proprio non voleva saperne di scendere. Non hanno voluto saperne di decollare, invece, le prestazioni della squadra distance; a partire dal friulano per arrivare a Dietmar Noeckler, passando per Thomas Moriggl e David Hofer, nessuno degli azzurri ha saputo ingranare le marce più alte anche nelle gare più congeniali, pagando in alcuni casi distacchi pesanti ed inaspettati, che hanno abbattuto le speranze anche degli appassionati più ottimisti su un possibile Tour soddisfacente per la formazione italiana. L’ottima scalata sul Cermis di Di Centa e le note positive provenienti da Mattia Pellegrin non possono nascondere gli attuali ritardi nella condizione di alcuni uomini che, David Hofer in primis, lo scorso anno si esprimevano su livelli decisamente più alti. Sembra evidente, dunque, come la preparazione sia rivolta principalmente all’obiettivo-Olimpiade, la via scelta dai tecnici federali per redimere e rilanciare una squadra che, al momento, non fa che vivere di (tanti) stenti e (poche) fiammate.

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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