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‘Cogito, ergo sport’: Luis e Marshall, i “Mila e Shiro” di Cuba

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Chi vola alto è sempre solo.
Rudolf Nureyev

Se il più grande ballerino del mondo avesse messo piede nella Cuba degli anni Novanta assistendo ad una partita di pallavolo maschile e femminile avrebbe probabilmente confermato che “chi vola alto è solo” perché è senza rivali un atleta con l’elevazione di 1,28 metri, capace di raggiungere, con un salto, 3 metri e 82 centimetri;
nessun avversario neanche per una ragazza tre volte Oro olimpico, che in Italia fece vincere alla sua Bergamo due Coppe dei Campioni, tre Supercoppe e due scudetti.

Lui è Leonel Marshall, classe 1979. Lo chiamano il Michael Jordan del volley perché vedere Marshall alle prese con una pipe è come guardarlo “saltare da uno strapiombo e costruirsi le ali mentre precipita” (Ray Bradbury). Proprio come His Airness, Marshall crea in campo la stessa atmosfera che ci si potrebbe attendere da uno spettacolo circense.

Leonel Marshall

Leonel Marshall

Mireya Luis

Mireya Luis

E se a questa sensazione si unisce lo stupore nell’osservare una ragazza, Mireya Luis, oggi quarantaseienne, con una statura ben al di sotto dei requisiti richiesti da una disciplina dove l’altezza può fare la differenza, lo spettacolo si fa ancor più accattivante. Bastano 1 metro e 75 a Mireya Luis per toccare in volo 3,39 metri, come a dire, non importa da che punto si parte perché l’arrivo non sarà mai troppo lontano o, in questo caso, troppo alto. Non lo è stato in ogni senso perché per una giocatrice non è un traguardo da poco vestire per diciotto anni la maglia tricolore cubana, come non è stato un fortuito caso che, nei sei anni in cui Leonel Marshall ha deliziato il campionato italiano con i suoi voli e salti aerei, abbia nel frattempo conquistato una Coppa CEV con la M.Roma Volley, una Top Team Cup, uno scudetto e una Supercoppa con la Copra Piacenza

Indubbiamente la pallavolo è lo sport di squadra per antonomasia e la vittoria non è mai l’esito delle prodezze di un singolo, ma avere un Superman e una Catwoman in campo è stata ed è ancora, nel caso di Marshall, oggi giocatore nel Fenerbahçe Spor Kulübü, in Turchia, una potentissima arma di distruzione di massa, massa gravitazionale, s’intende. Come se non vi fossero forze a spingerli per tornare coi piedi a terra, Leonel e Mireya, con estrema leggerezza, combinano la potenza dei muscoli all’eleganza di un volo, il vigore di una schiacciata all’ebbrezza di un salto che ha dell’incredibile. Capaci di superare la fantasia, i due cubani, su un campo da gioco, sembrano disporre degli stessi tempi di quei Mila e Shiro, i cui slanci potevano protrarsi per interi episodi.

Luis-Mila

Come nella danza, anche nella pallavolo la forza e la grazia riescono a trovare una sintesi perfetta e, d’altra parte, come scrisse Jack Kerouac, “saltare senza mai cadere, con un bel peso sulle spalle, è più facile di quanto non sembri: non si può cadere quando si è presi dal ritmo della danza”.

Salto

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