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Biathlon, ad Anterselva l’Italia riscopre Lukas Hofer

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Che avessimo tra le mani un gran talento lo sapevamo tutti e da ben cinque anni: il mondo ha scoperto Lukas Hofer nel 2009, ai mondiali junior di Canmore, dove ha conquistato sprint e inseguimento superando alla grande alcuni dei suoi avversari attuali in Coppa del Mondo, tra gli altri Tarjei Boe, Simon Schempp e Frederik Lindstrom. Il carabiniere di San Lorenzo, nato il 30 settembre 1989, nella stagione successiva fa il suo ingresso in Coppa del Mondo, partecipando a soli 21 anni all’Olimpiade di Vancouver, senza però lasciare il segno. L’esperienza però è stata importante e nell’anno successivo ha colto fin da subito risultati importanti, come il sesto posto nella sprint di Pokljuka (Slovenia) e l’ottavo nella mass start del Fort Kent (USA), culminata poi nella medaglia di bronzo nella partenza in linea di Khanty Mansiysk (Russia) nel febbraio 2011. Conclude quindi la stagione sopra le aspettative, terminando addirittura 12esimo nella classifica generale. Sembrava il giusto trampolino di lancio per crescere e diventare uno dei big del circuito. Il suo incisivo passo sugli sci e la velocità di esecuzione e in uscita al poligono sono state in passato le sue caratteristiche peculiari. Nelle due stagioni successive però è mancato il salto di qualità: in allenamento gli allenatori provano a rallentare quell’esecuzione del tiro che spesso lo porta a commettere troppi errori, cercando di gestire al meglio il poligono e guadagnando nella precisione. Luki ottiene alcuni exploit importanti, come il quarto posto nella sprint e soprattutto la vittoria nella staffetta maschile di Oberhof del gennaio 2012 che sembra averlo sbloccato,  quanto meno a livello psicologico. Negli ultimi due anni ha ottenuto diversi piazzamenti nei primi 10, senza mai centrare il podio a livello individuale. Risultato che ottiene la scorsa stagione ancora a Khanty Mansyisk, secondo nella sprint dietro Martin Fourcade, dopo averlo sfiorato in più occasioni nei Mondiali di Nove Mesto e nella tappa preolimpica di Sochi. Più volte infatti il biathleta azzurro si è trovato a battagliare per salire sul podio, mancando però l’ultimo (o gli ultimi) bersaglio della serie in piedi finale. La scorsa stagione però era iniziata male, con la perdita del padre Franz che lo ha condizionato per larga parte dell’inverno, non riuscendo a sparare come in allenamento.

Che la musica fosse cambiata in questa stagione si era capito fin dalla prima tappa: nonostante le gambe imballate, a Ostersund (Svezia) ottiene la sesta posizione nell’individuale con il 20/20. Ad Annecy (Francia) i primi segnali di continuità con il settimo posto nella sprint e il decimo dell’inseguimento. Un altro 20/20 ad Oberhof nei primi giorni del 2014 gli regala un altro settimo posto, e la condizione, nonostante il lavoro finalizzato per Sochi, continua a crescere. A Ruhpolding un virus mette K.O. molti dei suoi compagni e rientra verso casa con la febbre. La tappa di Anterselva, quella di casa, poteva essere a rischio. I rimedi della mamma Klara hanno funzionato e grazie anche al lavoro dei suoi skimen, nella sprint di venerdì ha regalato all’Italia una vittoria nel biathlon che mancava da quindici anni, dai tempi di Renee Catarinussi. Il duro lavoro finalmente ha pagato, facendosi trovare pronto nell’appuntamento importante: a 20 giorni da Sochi questo è un segnale confortante, dimostrando agli avversari che per le medaglie si dovrà fare i conti anche con lui. Come lui ha ammesso quando si carica di troppe aspettative, poi è facile deluderle; a 24 anni però questa vittoria può essere il segnale che si sente pronto per battagliare con i migliori della categoria. Per la Russia partirà con un bagaglio in più del previsto, quello che contiene tutto il tifo e le aspettative degli italiani che l’hanno scoperto grazie a questa vittoria e che si aspettano da lui una medaglia. Le salite e le discese di Krasnaja Poljana sembrano fatte apposta per lui, ma non diciamo altro, chiediamogli solo di divertirsi e di rilassarsi come fa a casa, con la fisarmonica o con il parapendio.

 

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