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Atletica, Fiona May in ESCLUSIVA: “Io, Campionessa al comando per dieci anni”

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Una donna record. Una delle più grandi sportive di sempre. Fiona May è nel cuore di tutti gli amanti di sport (e non solo) e nella storia del salto in lungo e di tutta l’atletica leggera italiana.

Campionessa Mondiale. Due volte. A Goteborg 1995 e a Edmonton 2001, quando sconfisse la Kotova per un solo, piccolo, minuscolo centimetro, e la Montalvo in una delle più belle imprese dello sport azzurro.

In totale quattro medaglie iridate, che ne fanno l’azzurra salita più volte sul podio della manifestazione.

Argento alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e a Sidney 2000, sempre tanto sfortunata nella rincorsa all’alloro più importante

E come se non bastasse detiene anche il record italiano grazie al fantastico 7.11 saltato a Budapest il 22 agosto 1998, quando fu d’argento agli Europei.

 

L’abbiamo intervistata in esclusiva a margine del Consiglio Nazionale del CONI, tenutosi nella sede milanese di Sky, e che ha preceduto la presentazione del palinsesto per le Olimpiadi Invernali di Sochi 2014.

 

Fiona, come vedi la stagione appena iniziata e quali saranno gli appuntamenti da segnare in agenda? Che pronostici fai per la nostra Italia?

Incominciamo con i Mondiali Indoor. Il contesto sarà difficile, ma sarà un’occasione da sfruttare e per rimettersi in carreggiata dopo un 2013 davvero molto duro e intenso.

Non mi piace fare dei pronostici. Ovviamente spero che faremo bene: vedo delle ragazze davvero molto toste, ma l’importante è non mettere troppa pressione addosso. Direi di lasciare un po’ di spazio agli allenatori per “insegnare” e soprattutto agli atleti per “imparare”. Perché è bene ricordare che si fa esperienza anche quando si sbaglia: lo sport è una crescita oltre che un risultato secco.

Gli Europei, invece, saranno il vero clou del 2014 e saranno fondamentali per l’Italia. Lì davvero inizieremo a fare delle valutazioni e vedremo chi può aspirare a lottare per le medaglie alle Olimpiadi di Rio de Janeiro”.

 

Secondo te, come mai tanti ragazzi/e che da giovani fanno bene poi si perdono nel passaggio tra i seniores?

Bella domanda. Quello è un momento difficilissimo della vita, non solo sportiva. Tra i 18 e i 20 anni cambia tutto, sia psicologicamente che fisicamente. E il passaggio è davvero complesso, difficilmente viene concretizzato subito. Anche io feci moltissima fatica, ci misi quattro anni per carburare, ma avevo tantissima voglia di atletica. Mi ricordo ancora quando preparai i Giochi del Commontwealth (ai tempi gareggiava per la Gran Bretagna, ndr) e intanto studiavo all’Università”.

 

Come si fa ad essere una Campionessa, come te, che sei rimasta al vertice praticamente per dieci anni?

Non è facile fare quello che ho fatto. Diciamo che non tutti possono farlo. Serve testa, serietà, concentrazione, qualità sia fisica che tecnica e soprattutto mentale. L’approccio ha un ruolo fondamentale nell’attività d’elite: io quando mi preparavo per una gara non pensavo ad altro per settimane e settimane e quella è forse stata la carta vincente.

L’atletica è uno sport difficilissimo, globale, con altissima concorrenza. Ripetere gli stessi risultati per un periodo molto lungo è un’impresa da pochi. Anche io ho avuto il mio picco col record italiano (7.11 metri, ndr) ma poi sono comunque riuscita a mantenermi costante tra i 6.90 e i 7.00 metri. E infatti sono sempre andata a medaglia.

Nel salto in lungo è bravissima la Reese (tre ori mondiali e uno olimpico consecutivi, ndr), che è capace anche di farti il lampo da over 7.20, ma alle spalle si va a medaglia anche con risultati inferiori ai 6.90”.

 

Insomma la Fiona al top salirebbe ancora sul podio… E ci risponde con una grande risata di gusto.

 

Il tuo record italiano è praticamente imbattibile…

Difficile, molto difficile. Ma io mi auguro che qualcuna lo batta: vorrebbe dire che avremmo una ragazza capace di prendere medaglie nelle grandi occasioni!”.

Ti vediamo in formissima, con un grande fisico. Ma come fai?

Semplicemente è la mia costituzione. Tutti mi dicono: Fiona ma tu continui ad allenarti, come diavolo fai. No, invece no. Qualche volta corro, faccio dello yoga, ma non vado molto spesso in palestra. Se non vedo un obiettivo (sportivo), quasi ci perdo gusto (ride, ndr)”.

 

Dopo aver partorito la tua primogenita sei tornata con grande fatica e i risultati non sono stati quelli di prima. Ti sei però tolta la soddisfazione di chiudere la carriera con una medaglia…

Sì, il ritorno è stato davvero durissimo. Non fisicamente, devo dire, ma dopo tanti anni in attività forse sentivo la voglia di staccare. L’oro ai Giochi del Mediterraneo è stato fantastico: ad Almeria, davanti alla Montalvo (una delle sue grandi rivali negli anni d’oro, ndr) con sugli spalti tutti i giovani che mi guardavano. Non potevo deluderli, ho dimostrato a me stessa di essere ancora valida e mi sono detta “la classe non è acqua”.

 

Spesso dico che il vero Campione è colui che non è conosciuto solo da chi segue lo sport. Tu eri amatissima da tutti quando gareggiavi e dopo sei stata apprezzata anche come attrice e come donna di spettacolo. Hai qualche progetto televisivo in mente?

Sto aspettando. Mi piace tantissimo lavorare in quell’ambiente che mi ha accolto davvero al meglio (ha vinto un Ballando con le Stelle, ha recitato nella fiction Butta la Luna, oltre a girare alcuni sport pubblicitari per la Kinder, ndr)”.

 

Tua figlia Larissa sta praticando ginnastica artistica. Ha una rincorsa al volteggio formidabile. Tutti si chiedono: ma la mamma non riesce a dirottarla sull’atletica?

Le piace troppo l’artistica. La adora da impazzire. Mi parla di tutte le Campionesse, le vuole imitare, si diverte troppo in quell’ambiente, a casa fa le spaccate sul divano ed è impossibile farle cambiare idea. Per il momento: poi vedremo. Certo per la Polvere di Magnesio è già abbastanza alta, anche se lei mi dice che ci sono state Campionesse del Mondo più alte di 1.60m…”.

 

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