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Sci Alpino

Sci alpino: il sorriso di Federica

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Non può non essere Federica Brignone la nota maggiormente positiva del weekend azzurro di sci alpino: la gigantista milanese ha sfiorato il podio ieri in Val-d’Isère, fornendo la prestazione di gran lunga più convincente dal momento del ritorno dopo l’operazione alla caviglia. Nonostante la pista Oreiller-Killy non sia tra le più impegnative del circuito (anzi…), l’argento iridato di Garmisch si è difesa molto bene persino nei tratti a lei meno congeniali: certo, il podio sfuggito per poco può rappresentare una fonte di rammarico (“Felice? Solo se salirò sul podio!”), ma possiamo ora affermare con certezza che Federica c’è, è tornata tra le gigantiste più forti del mondo e può riprendere a conquistare grandi risultati e a fare grandi sorrisi.

Sorriso un po’ più faticoso, probabilmente, per Nadia Fanchini.  Rientrata in primo gruppo di merito dopo lunghi anni, si è confermata con un piazzamento nelle 15, mentre in discesa, pur avendo raggiunto il miglior risultato stagionale, è ancora lontana dalle migliori: purtroppo nei tratti di scorrimento perde sempre un’enormità e lei stessa, atleta alla quale la scorrevolezza non è mai mancata, non ne conosce le ragioni. Tuttavia, quando scia, dà sempre l’impressione di farlo splendidamente sul piano squisitamente tecnico: in discesa, però, serve scorrevolezza, e i giganti di oggi sono davvero poco impegnativi, motivo per cui anche Denise Karbon termina ben oltre le posizioni che meriterebbe per la bellezza del suo gesto. Tra le velociste, invece, timidi segnali di ripresa per Daniela Merighetti: pasticciona, sì, ma aggressiva e convinta, con un risultato finale comunque discreto. Un po’ più appannate le altre, anche se la nostra carta migliore, Elena Fanchini, ha chiuso anzitempo la sua prova.

Per quanto riguarda il settore maschile, dalla discesa non è arrivato l’atteso podio: tuttavia, pur nella giornata peggiore in questa disciplina, tra infortuni e prestazioni sottotono, riusciamo a piazzare due atleti nei dieci, a conferma dell’assoluto valore dei ragazzi allenati da Rulfi e Ghidoni; ora arrivano le grandi classiche e i nostri saranno tra i grandi protagonisti sin da Bormio. In gigante, notevole passo indietro rispetto alla performance della settimana precedente: è evidente come Blardone e Simoncelli fatichino davvero troppo con questo tipo di materiali, oltretutto su una Gran Risa meno “lucida” rispetto agli anni scorsi, ma forse non era da loro che ci si aspettava grandi cose ieri; sono mancati gli acuti dei giovani, tanto brillanti in Francia, anche se in generale l’atteggiamento di gara è spesso sembrato positivo e offensivo. Alla fine il migliore è sempre Manfred Moelgg, uno di quei ragazzi che ama passare sotto silenzio, senza troppi proclami, ma che da dieci anni ormai è stabilmente tra i primissimi in due discipline.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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