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Sci alpino, criteri sui contingenti olimpici assurdi: Italia, grandi nomi a casa?

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Seconda al mondo nella stagione 2012/2013, preceduta solo dall’inarrivabile Austria, terza attualmente nella classifica per nazioni di Coppa del Mondo dietro la solita Austria e la Svizzera di Lara Gut. Eppure l’Italia dello sci alpino potrà schierare appena 12 atleti (complessivi di uomini e donne) alle prossime Olimpiadi di Sochi 2014.

Colpa di un criterio di assegnazione dei contingenti olimpici complicato e illogico. Cerchiamo di sintetizzare.
La Fis, a partire dal luglio 2012, ha instaurato un sistema di qualificazione a Sochi basato sulla cosiddetta ‘Lista Fis olimpica’. A fare fede non sono i punti conquistati in Coppa del Mondo, ma quelli messi in carniere in qualsiasi competizione organizzata dalla Federazione internazionale. Ciò che conta, dunque, sono proprio i cosiddetti ‘punti Fis’, che si assegnano, per capirci, anche nelle ‘garette’ estive che si svolgono tra Nuova Zelanda e Sud America ed a cui prendono parte sciatori che quasi mai frequentano le grandi ribalte del Circo Bianco; questa regola, di per sé, è già stata utilizzata in passato senza generare gravi scossoni, anche per garantire equa rappresentatività a quei paesi che non possono permettersi di inviare atleti in Coppa del Mondo. Il problema, come vedremo tra poche righe, sorge quando si considera la LIsta Fis Olimpica, utilizzata per calcolare le quote di “resto” per ciascuna nazione (la prima parte del contingente, sino ad un massimo di dieci atleti, è attribuita secondo altri criteri, e l’Italia li rispetta totalmente),

Il numero totale di atleti ‘qualificabili’ è di 320, ogni nazione può arrivare ad un massimo di 22. In questo momento, come detto, l’Italia è ferma a 12, preceduta da Austria (20), Francia (15), Germania (13), Norvegia (13), Svizzera (20) e Usa (19). Come si vede, siamo trattati alla stregua di una compagine di seconda, se non terza fascia, quando i risultati degli ultimi anni (Italia stabilmente sul podio nella classifica per nazioni) hanno ampiamente raccontato il contrario.

Perché dunque questo trattamento? Difficile da spiegare. Il regolamento della ‘Lista olimpica Fis’ prevede che ogni nazione possa accumulare atleti (per un massimo di 22) secondo criteri quali la quota base, i piazzamenti tra i primi 500 del mondo, ma soprattutto premia quelle nazioni che abbiano atleti capaci di essere tra i primi 50 nella lista FIS che tiene in considerazione TRE discipline. Ed è questa la discriminante, in negativo, per l’Italia (clicca qui per il regolamento completo): dunque, le strade per rientrare nelle prime posizioni di questa lista sono due; o quella o di essere fenomeni in due discipline (e i nomi si contano sulle dita di una mano, vedi Marcel Hirscher); oppure gareggiare in tre discipline. Motivo per cui, al netto degli atleti che già contribuiscono a soddisfare i criteri di qualificazione “standard” (ovvero i primi dieci del contingente), l’Italia si ritrova al momento con due soli atleti nelle prime 60 posizioni di tale lista, che qui linkiamo: Matteo Marsaglia e Sofia Goggia, ovvero due che effettivamente gareggiano sempre in tre specialità. Altre nazioni, probabilmente, hanno compreso prima l’importanza di questo criterio e hanno fatto macinare punti FIS in tre specialità a parecchi atleti, motivo per cui, ad esempio, gli USA che certo non hanno quantitativamente il nostro stesso numero di sciatori, potranno invece sfruttare un contingente ben più ampio.

Si potrà parlare a lungo dell’iniquità del sistema appena descritto, ma la situazione non cambierà: l’Italia dovrà rassegnarsi e presentarsi in Russia con appena 12 atleti (ognuno dei quali, in teoria, può partecipare a tutte e cinque le discipline in programma), nella speranza di aumentare il contingente di un paio di unità in extremis. 

E a questo punto interviene il criterio di qualificazione stabilito dalla nostra Federazione, la Fisi, secondo cui stacca il biglietto per Sochi l’atleta che conquista una top6 o due piazzamenti tra i migliori 8.

Tenendo fede al diktat federale, al momento sarebbero 10 gli azzurri già qualificati a Sochi in base ai piazzamenti conseguiti in Coppa del Mondo: Dominik Paris, Christof Innerhofer, Peter Fill e Werner Heel per le discipline veloci, Roberto Nani e Luca De Aliprandini per il gigante, Patrick Thaler per lo slalom; mentre le ragazze sarebbero appena tre, ovvero le sorelle Fanchini (Elena in discesa, Nadia in gigante e superG) e Federica Brignone (gigante).

Con un ottavo posto nelle prossime gare avrebbero diritto ad una convocazione anche Manfred Moelgg e Chiara Costazza. A quel punto saremmo a 12. E se, come auspicabile, altri italiani dovessero ottenere a gennaio i piazzamenti richiesti dalla Fisi, magari salendo sul podio o addirittura vincendo? A quel punto i tecnici dovrebbero compiere delle scelte dolorosissime.

Fatto sta che, al momento, rischiano di guardarsi le Olimpiadi da casa grossi calibri come Matteo Marsaglia, Stefano Gross, Giuliano Razzoli (campione olimpico in carica), Denise Karbon, Manuela Moelgg e Daniela Merighetti.

Per comprendere l’iniquità della situazione, basti pensare che attualmente sono ben 5 le azzurre tra le prime 25 della classifica di specialità del gigante (Brignone, N. Fanchini, Karbon, Francesca Marsaglia e Manuela Moelgg): a Sochi, il rischio tangibile, è vederne appena due al cancelletto.

Forse le Olimpiadi le vincerà il/la più forte, ma di sicuro non parteciperanno tutti/e i/le migliori. Era questo scopo che si era prefissata la Fis?

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federico.militello@olimpiazzurra.com

21 Commenti

1 Commento

  1. Federico Militello

    15 Gennaio 2014 at 23:01

    Ma vedrete che ci saranno sorprese….Non mi stupirei se alla fine avessimo 18-20 posti….

    • Luca46

      16 Gennaio 2014 at 12:31

      Me lo auguro ma credo comunque che i posti per i primi almeno 20 di ogni specialità debbano essere garantiti, poi facciano gareggiare argentini, koreani, ecc… Evidentemente tutto questo va contro al business e alla durata delle gare e alla visibilità.

  2. MARIO82

    15 Gennaio 2014 at 15:16

    Tra l’altro continuando a leggere la classifica di coloro che al momento non portano quota (perchè sono fuori dai primi 60) , leggo Borsotti 62a (quindi vicinissima) , Inner 72o ma con solo DH e SG (il che significa che gareggiando a Pila sarebbe sicuramente entrato nei primi 60 , considerando che Fill e Paris sono entrati direttamente al 15o e 14o posto) , ci sono poi Elena Curtoni 72a e almeno altri 6 atleti nei primi 100 tra cui Francesca Marsaglia 80a. Sempre leggendo questa classifica di coloro che non sono al momento utilizzabili per la quota olimpica , troviamo diversi atleti tra cui Brignone 101a ma soprattutto Moelgg che è 107o con solo SL e SG ed Heel che è 149o ma con solo DH e SG . Se non ho capito male il meccanismo diabolico credo che disputando una terza disciplina anche Moelgg ed Heel sarebbero potuti entrare facilmente (magari c’e’ ancora la possibilità non lo so).
    Insomma forse capendo prima qual’era il meccanismo di qualificazione forse 4 o 5 posti in più si potevano portare a casa.

  3. MARIO82

    15 Gennaio 2014 at 12:56

    Grazie alle segretissime SC di Pila Fill e Paris sono entrati nella global list e l’ Italia adesso a due posti in più per Sochi (14).
    Peccato non abbiano partecipato anche Inner e Heel perchè pare potessero entrare in classifica anche loro e a questo punto ne avremmo avuti 16.

    • ale sandro

      15 Gennaio 2014 at 13:52

      Quindi è ufficiale il guadagno di due posti? Se non altro qualche atleta starebbe più al sicuro da brutte sorprese.

      • MARIO82

        15 Gennaio 2014 at 14:11

        Si , Guardando la classifica direi che questi 4 piazzamenti sono abbastanza al sicuro

        • ale sandro

          15 Gennaio 2014 at 14:35

          Bene allora. Spero che le prossime volte la nostra Fisi impari a non aspettare un anno e mezzo prima di svegliarsi. Avrebbe dovuto protestare a gran voce già da Settembre 2012.

          http://data.fis-ski.com/media/olympic-games/quota-14-01-2014.pdf

          http://data.fis-ski.com/dynamic/olympic-fis-points-list.html?sector=AL&listid=2014

          Se può essere utile ecco il link delle quote per tutti gli sport targati FIS alla data di ieri, sempre che non stia violando le regole del sito a postarlo. Fanno sorridere i ben 18 posti nello sci di fondo, in relazione alle beghe per averne almeno 14 nello sci alpino.
          Sarebbe interessante trovare il ranking completo delle tre prove che permettono di assegnare i posti, così si potrebbe notare come diversi sciatori da coppa europa/gare FIS che non vedono quasi mai la coppa del mondo siano addirittura avanti ad alcuni atleti tra i più forti al mondo. Il secondo link infatti indica le graduatorie solo per singola specialità, e secondo me sarebbe dovuto essere un valido criterio utilizzabile,se non l’unico.

          • MARIO82

            15 Gennaio 2014 at 15:37

            Si e’ davvero assurdo avere 18 posti in una disciplina dove al momento non siamo assolutamente competitivi (a parte le sprint) e invece solo 14 nello sport dove siamo una delle nazioni leader per numero di atleti competitivi e dove rischiamo di dover lasciare a casa campioni olimpici , vincitori di CDM di specialità, vincitori di singole gare o che hanno ottenuto podi (Razzoli , Karbon , Deville , Gross , Merighetti…).

  4. ale sandro

    14 Gennaio 2014 at 01:03

    Alla luce delle spiegazioni fatte in un altro articolo, riguardo i criteri per poi stabilire le quote atleti per le nazioni, si evidenzia come uno dei problemi maggiori sia questo criterio “di polivalenza”, che per me polivalenza non è. La Fis introduce tra le tre gare che fanno punteggio in tal senso ,anche la supercombinata, che mi dispiace ma non rappresenta un vero indice di polivalenza per tutti i partecipanti. Lo abbiamo visto anche ieri, con atlete piazzate nelle trenta ben lontane dall’essere davvero competitive in una o l’altra specialità.
    La polivalenza in sport come lo sci alpino (o il nuoto per esempio), è la capacità dell’atleta si saper essere competitivo quindi specialista in più gare ,anche di tipologia differente (gare veloci e una gara tecnica , o viceversa), il che non vuole dire da vittoria ma almeno in grado di ottenere buoni risultati. Tutto questo con la supercombinata non c’è, perchè permette di fare classifica ad atleti di nazioni che non sono di medio livello (es . Gran Bretagna, Argentina) ma scarso. E veder tolti posti alle 8 nazioni più forti per darne addirittura, come ho letto, 5 e 7 a nazioni di questo tipo che difficilmente nella singola specialità presenterebbero atleti nei 30, è una schifezza. A prescindere dal fatto che poi rinuncino a dei posti o meno. La questione dei 12 per l’Italia che potrebbe non essere importante e dannosa,in realtà lo è. Non è tanto il fatto di non avere tutti e 4 gli atleti in ogni gara, è il fatto che diversi atleti validi e meritevoli di andare ,potrebbero non avere il pass. Penso alla Karbon o alla Costazza(già nelle 8 in almeno una gara), o a Gross, Simoncelli,magari pure Razzoli e me ne frego di chi dice : “Si vabbè ma tanto non andavano a medaglia”. Così si prende in giro l’atleta e lo staff tecnico ,preparatori compresi che magari hanno puntato a un crescendo di condizione. Onestamente poi non si sono mai visti atleti di alto livello che vogliono puntare a un Olimpiade,sbattersi per fare le gare Fis, è un concetto che per me non sta nè in cielo nè in terra. Sbaglio o i numeri di pettorale indicano anche la classifica comprensiva di coppa del mondo, gare fis e di coppa continentale?
    Sul discorso dell’Italia che dovrebbe puntare sulla polivalenza sin da giovani sono ovviamente d’accordo, ma questo è un fatto che esiste già, nell’atletica come nello sci ( si pensi alla stessa Fanchini come e in quali specialità andava da junior e anche da senior tra un infortunio grave e l’altro pure peggio, e non scomodo Putzer, Compagnoni,Kostner valida anche in gigante, Perez,Gallizio per tornare al passato) e anche nel nuoto vengono fatte provare più specialità,poi se si va forte si fa tutte le gare altrimenti si sceglie. Bisogna vedere come viene sviluppato il lavoro, ci vogliono conoscenze dal punto di vista tecnico ma anche un lavoro atletico importante, e ci vuole anche la predisposizione dell’atleta ad andare forte in più gare, perchè è inutile battere il cavallo morto quando uno in determinate gare non va. Rischia solo di compromettere il lavoro nella propria gara preferita in cui si può fare il risultato pieno. Giustamente l’atleta e il tecnico si fanno i loro calcoli e si rendono conto di cosa sia più opportuno. Preferisco vedere specialisti che vanno molto forte nella loro unica gara che atleti che vanno benino in due tre specialità, senza raccogliere nulla. Nello sci alpino, cosa tutt’altro che trascurabile, c’è inoltre una variante in più : gli infortuni. E questi spesso inducono ad abbandonare il lavoro specifico per determinate gare (es. alcuni velocisti lasciano perdere gli slalom e viceversa , Compagnoni in testa). Se c’è la possibilità di avere competenze adeguate tra tecnici e preparatori ,ben venga il lavoro sulla polivalenza, ma solo se l’atleta diventa davvero competitivo tenendo però presente che i Phelps o gli Svindal come le Franklin e le Hosp o le Maze stile 2013 ,così come atleti di livello leggermente inferiore sono l’eccezione non la regola.

    • Luca46

      14 Gennaio 2014 at 16:03

      Le tue osservazioni sono ineccepibili però io credo che si rinunci troppo presto alla polivalenza. Svindal non credo fosse un mostro da subito in tutte le discipline. Riguardo ai contingenti non posso che trovarmi in totale condivisione. Io credo che sia una strategia fatta a puntino per ampliare le nazioni partecipanti. E’ disgustoso perchè alle olimpiadi dovrebbero andare i migliori atleti. I primi 30 di ogni specialità dovrebbero aver diritto di gareggiare. Poi facciano gareggiare chi vogliono. Questo è mettere il business davanti allo sport.

      • ale sandro

        14 Gennaio 2014 at 16:44

        Svindal è sempre stato davvero molto forte in tante gare , sin da ragazzino e già a 24 anni aveva già vinto in coppa in tre specialità più la combinata, quindi parliamo proprio di un fenomeno.Però il discorso che fai sulla polivalenza è giusto , te l’ho già letto a proposito di altri sport anche e non è affatto sbagliato, in ogni caso l’importante è partire presto secondo me, perchè nel bel mezzo della carriera diventa un discorso più complesso. Una delle cose dette in questa settimana da uno sportivo che mi è piaciuta , è stato il discorso di Davide Cassani, neo ct del ciclismo su strada. ” Cercherò di viaggiare, aggiornarmi e se necessario anche copiare dalle nazioni più forti,che un tempo copiavano noi”. Il tutto seguendo la multidisciplinarità , voluta a suo tempo già da Silvio Martinello. A prescindere dalle reali capacità di un Cassani commissario tecnico, questo deve essere il ragionamento di tanti dirigenti e tecnici nei vari sport, compreso lo sci alpino, non ultimo il cercare di tenersi stretti skimen, preparatori e allenatori più virtuosi che non fa mai male.
        Detto questo però, io posso anche dire che la Fisi si è fatta una gran dormita da Settembre 2012 ad oggi e che ora si sveglia e organizza in fretta e furia, e in semiclandestinità per esempio le supercombinate a Pila, vinte da Peter Fill che dice: “E’ giusto farlo anche se ho il posto sicuro per Sochi”. Pare non sia solo la federazione italiana ad aver fatto questo. Poi però Luca sul sito FIS , ognuno può leggersi la Olympic Fis point ,una classifica di merito da Luglio 2012 che serve per fare il famoso calcolo “polivalenza” per le quote. In ogni gara , esclusi lo slalom e il superg donne, l’Italia ha come minimo 4 atleti nei 30, volendo stare larghi. Di Giappone (forse 8 posti? ), Argentina, Gran Bretagna , sempre nei trenta, davvero non ho visto l’ombra o quasi. Potremo fare tantissimi discorsi ,tutti giusti per carità, sui progetti a lungo termine, la completezza degli atleti, la valorizzazione giovanile e tutto quanto, ma se il regolamento olimpico della premiata ditta CIO – FIS è questo, persino la nostra FISI non riesco a biasimare.

    • Luca46

      14 Gennaio 2014 at 16:21

      Dimenticavo una cosa. Le proteste sui contingenti come mai escono con questo fragore solo ora?
      Si potrebbe puntare almeno ad una wild-card per i campioni olimpici?
      Sarebbe un peccato non vedere Razzoli perchè in gare di questo tipo secondo me è in grado di fare la differenza. Soprattutto è quello dei nostri che puo’ competere in pendii e tipi di neve che non sono congeniali al resto del gruppo.

      • ale sandro

        14 Gennaio 2014 at 16:47

        E’ esattamente quello che ho pensato , per quanto sia un paradosso. Le condizioni di Sochi sembrano simili a Vancouver, il “pacchetto” neve,clima, pendio sembra fatto apposta per Razzoli. Chissà come andrà a finire questa storia, da appassionato fa parecchio schifo.

  5. gianlu

    12 Gennaio 2014 at 17:46

    I criteri sono assurdi però io mi chiedo perché in Italia non si producano atleti o atlete polivalenti? Che senso ha tenere in squadra A di coppa del mondo ultratrentenni in gigante che a malapena arrivano nei 30? Come mai Roberto Nani che Ha 25 anni è considerato ancora una promessa? Perché solo Moelgg riesce ad essere competitivo nelle 2 specialità tecniche mentre atleti maggiormente dotati si dedicano solo ad 1 disciplina con scarsi risultati? Razzoli?????

    • Marco Regazzoni

      12 Gennaio 2014 at 17:59

      Le selezioni della squadra nazionale sono basate unicamente sui risultati della stagione precedente (eventualmente tenendo conto degli infortuni), anche solo in una singola disciplina; poi sono d’accordo che ci siano alcuni atleti, non tanto quelli che arrivano a malapena nei 30 ma chi finisce ben più indietro, per i quali andrebbe fatta qualche altra valutazione. Nani non è più una promessa, è una bella realtà in crescita anno dopo anno e sono convinto che, appena abbasserà il pettorale in slalom, sarà competitivo anche lì; sulla polivalenza negli anni scorsi è stato fatto un certo discorso grazie al tecnico Max Carca, ora in Canada, e non a caso sono arrivate anche medaglie importanti (Innerhofer-Fill a Garmisch).

      • MARIO82

        12 Gennaio 2014 at 19:53

        E’ molto difficile avere atleti competitivi sia in slalom che in gigante , se ci fate caso sono veramente pochi : Hirscher , Neureuther , Moelgg e poi ? Forse Pinturiault potenzialmente.
        Questo accade perchè evidentemente lo slalom e’ un po’ una disciplina a sé .
        Per quanto riguarda il discorso dei contingenti e’ chiaro che questa regola ci penalizza perchè noi abbiamo atleti più specializzati , però mi pare che altre nazioni tipo Svizzera (che tra l’altro e’ più debole dell’Italia come squadra) l’hanno capita benissimo e si sono organizzati per tempo facendo disputare gare FIS ai propri atleti già ad agosto per guadagnare punti e posti in questa classifica , invece ho l’impressione che la nostra federazione sia rimasta a guardare se e’ vero che in quella classifica allo stato attuale abbiamo solo due atleti (GOGGIA e MARSAGLIA).

        • Luca46

          13 Gennaio 2014 at 16:40

          Io credo che allenare dei giovani atleti e dare loro la possibilità di fare esperienza nelle competizioni importanti serva del denaro che va speso nelle iscrizioni alle gare, nel pagamento dei tecnici, nell’investire in ricerca tecnica e sui materiali, ecc… Vorrei sapere se tutte queste cose vengono fatte. Ora sappiamo che in Italia in questo momento mancano i soldi e quelli che ci sono spesso sono male impiegati (vedi il disastro Cesana). Sicuramente c’è l’impegno di atleti e tecnici ma a volte anzi spesso puo’ non bastare. Criticare tanto per criticare non mi piace. Osservando i risultati abbiamo tanti buoni sciatori che ci permettono di essere la seconda/terza forza del circo bianco. Arrivare nei trenta significa essere tra i migliori al mondo e sono posizioni che non vanno denigrate e che meritano rispetto così come quelli che vi finiscono pure fuori. Il contingente tutto sommato potrebbe non penalizzarci piu’ di tanto perchè i 12 atleti possono gareggiare in piu’ specialità. Per esempio Nani che è qualificato se non erro in gigante potrebbe fare anche lo slalom. Innerhofer, Fill, Heel, Moelgg potrebbero fare la Supercombinata. Così come in campo femminile la Brignone. Il problema è che non abbiamo punte di valore assoluto. Mancano Tomba e Compagnoni per capirci per il resto il movimento è generalmente ancora buono. Sulla polivalenza il discorso va fatto perchè a mio parere è importante. Giusto quello che dice Mario, il lavoro di Carca ha portato buoni risultati. Inoltre ha anche un aspetto psicologico. Come nel nuoto in Italia si tende alla specializzazione, si parla di consumo di energie, ecc… Mentalmente però un atleta polivalente è avvantaggiato e piu’ fresco. Se sbaglia una gara, c’è subito l’occasione per rifarsi ed è emotivamente piu’ sereno. Il Razzoli o il Blardone di turno va in gara forse con troppa tensione spesso quando le cose non vanno bene perchè persa un occasione il giorno dopo non ce n’è un altra. Infine aiuta dal punto di vista tecnico ad uscire da situazioni di tracciato o neve anomale che a volte si presentano nelle gare,

  6. Luca46

    1 Gennaio 2014 at 23:27

    Sono daccordo con voi è demenziale. Trovo ridicolo vedere partecipare concorrenti che non hanno le carte in regola per partecipare. Non sono daccordo sul fatto che piu’ nazioni possibili vengano fatte partecipare. Questo succede anche nel nuoto dove nelle batterie possono avanzare solo due atleti per nazione. Questi criteri sono ridicoli. Purtroppo a comandare gli sport oggi sono gli sponsor e i palinsesti televisivi. Avere piu’ nazioni coinvolte facilita la vendita dei diritti televisivi. Capita di vedere fondisti (di sci) africani che arrivano dopo che gli altri hanno già fatto la premiazione, che senso ha? Quando li vedo mi chiedo se non potrei partecipare anch’io. Trovo in tutto questo della teatralità piuttosto che qualcosa di utile a sviluppare lo sport. Ecco che avremo Banani nello slittino ma magari non avremo Razzoli campione olimpico nello sci. Io forse sono un po’ troppo rigido visto che non piacciono neanche i play-off alla fine dei campionati. Tanto per dire il sistema degli sport americani (NBA, NFL, ecc…)lo trovo una schifezza dal punto di vista sportivo. Per come la vedo io c’è un campionato che serve a stabilire dei valori, punto e fine. Preferisco il sistema argentino nel calcio dove si assegna il titolo alla fine del girone di andata e poi un altro per quello di ritorno.

    Comunque sia c’è da dire che alcuni dei nostri non hanno saputo mantenere dei livelli di eccellenza tipo Razzoli, Gross e gigantisti.

  7. MARIO82

    1 Gennaio 2014 at 21:22

    In pratica se ho capito bene in base a queste regole molti specialisti di singole discipline rimarranno a casa e noi rischiamo di schierare solo uno slalomista e due gigantiste? Ma e’ gravissimo!!!!!!!
    Mi chiedo se la FISI o chi di dovere abbia fatto qualcosa per rimediare a questa ingiustizia oppure abbia dormito : sia mentre nazioni più piccole e meno importanti imponevano certe regole che penalizzavano tantissimo l’ ITALIA (che evidentemente e’ considerata l’ultima ruota del carro nonostante i risultati dicano l’opposto) , sia dopo che queste nuove regole si conoscevano e altre nazioni si sono adeguate.
    E’ vero che di solito vince il migliore ma avere meno frecce al prioprio arco ci penalizza in partenza.

  8. Marco Regazzoni

    1 Gennaio 2014 at 20:18

    Hai perfettamente ragione. C’è da dire che in FISI c’è comunque grande ottimismo, tecnici e atleti sono tranquilli sul fatto che alla fine la nostra spedizione non sarà poi così decurtata: vedremo entro fine mese. Però il ragionamento di fondo è veritiero: giustissimo garantire a tutti i paesi la partecipazione olimpica, ma non a scapito di atleti stabilmente nei primi 20 o 30 al mondo.

  9. ale sandro

    30 Dicembre 2013 at 16:34

    Il nocciolo della questione è chiuso nell’ultimo pensiero e domanda dell’articolo, che condivido al mille per cento. Nel 21°secolo CIO e federazioni internazionali continuano in questa escalation di idiozie , che , mascherandosi da provvedimenti filo-pubblicitari e/o di contenimento di costi, non fanno altro che snaturare con forzature e rovinare con delle ingiustizie gli sport che tecnici e atleti svolgono con professionalità. Noi appassionati con loro saremo sempre più danneggiati. Persino l’Austria , da quel che leggo, rischia di non avere ranghi compatti in tutte le 10 gare che assegneranno i titoli. Semplicemente demenziale.

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