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Tokyo 2020, canoa: la C1 apre alle donne

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Dopo la caduta della boxe, uno degli ultimi baluardi del primato maschile nei Giochi Olimpici sta per cedere il passo all’emancipazione della donna anche in ambito sportivo: stiamo parlando della canoa C1, che potrebbe entrare a far parte del programma olimpico a partire da Tokyo 2020. La richiesta, infatti, verrà presto presentata dalla Federazione Internazionale al CIO.

L’annuncio è arrivato lo scorso week-end da Lima, durante la riunione del comitato direttivo della ICF (Federazione Internazionale di Canoa-Kayak), che ha proposto l’inserimento di due prove: la C1 femminile nella canoa slalom e nella canoa velocità sulla distanza dei 200 metri. Una decisione che potrebbe equilibrare la situazione che attualmente vede le donne protagoniste in solamente una prova su quattro nello slalom ed in quatto categorie su 12 nello sprint.

Fino ad ora, infatti, le donne hanno gareggiato solamente in kayak. Anche ai Mondiali, la C1 femminile è rimasta a lungo esclusa, fino all’ammissione del 2010. Alla base di questo ostracismo nei confronti della canadese in rosa c’è una leggenda che vorrebbe che la posizione inginocchiata utilizzata per la canoa porterebbe delle deformazioni al bacino ed a conseguenti problemi in caso di gravidanza. Ora, però, l’ingresso nelle competizioni iridate e l’aumentare delle praticanti ha dimostrato come anche le donne siano in grado di dare spettacolo su questa imbarcazione.

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Foto: ICF

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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