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Rugby, il punto sui test match: Argentina in regresso, All Blacks immortali

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Gli All Blacks che espugnano Twickenham, l’Australia corsara a Dublino e Galles, Francia e Sudafrica vincenti senza patemi. Il secondo weekend di test match novembrini non ha regalato sorprese, con tutti i pronostici rispettati da chi partiva favorito. Vediamo nel dettaglio cosa hanno raccontato le attese sfide del fine settimana.

Inghilterra-All Blacks: non brillanti come altre volte, ma capaci ugualmente di tirare il coniglio dal cilindro e mettere in riga chiunque. I Campioni del Mondo vendicano la sconfitta dello scorso novembre non senza faticare, merito di un Inghilterra aggressiva e spregiudicata per gran parte del primo tempo e per metà ripresa. Tuttineri che sfondano le linee di difesa inglesi grazie soprattutto a magie individuali (gli offload di Read e Nonu), che non con il gioco collettivo, e confermano di non sentire minimamente alcuna pressione sulle loro spalle, fondamentale per mantenere ancora una volta l’imbattibilità. Sporchi ma vincenti, insomma. Sporchi ma questa volta perdenti i padroni di casa, tutt’altro che spettacolari e costruttivi ma concreti nel tentare l’impresa per il secondo anno di fila. L’impressione è che rispetto al Galles siano ancora qualche passo indietro, prevalentemente sul piano del gioco, ma per il Sei Nazioni ci sono anche loro.
Top: Read (NZL), Twelvetrees (ING)

Galles-Argentina: poco più di un test per il Galles, perché di match al Millenium Stadium non ce n’è stato. Evidente la superiorità dei Dragoni, che ritornano a vincere a novembre dopo le quattro sconfitte dello scorso anno, tra cui una rimediata proprio contro i Pumas. Un mese in cui raramente i vincitori degli ultimi due Sei Nazioni risultano essere davvero competitivi, ma la prestazione sfoderata contro il Sudafrica una settimana fa e la qualità con cui hanno dominato ieri non può che far pensare ad un inversione di marcia, per arrivare a febbraio con delle solide basi alle spalle. Il cambio di allenatore, un inevitabile ricambio generazionale e le scorie del Rugby Championship sono invece la causa del periodo di netto calo della nazionale argentina, alla ricerca di sé stessa dopo l’avvicendamento Phelan-Hourcade in panchina. Un regresso preoccupante, se si pensa alla vittoria dello scorso anno e al 40-6 subito 24 ore fa. Ad attenderli, ora, la sfida della verità contro un’altra squadra in bilico fra tanti punti interrogativi: l’Italia.
Top: Philips, Scott Williams (GAL)

Irlanda-Australia: insieme ad Inghilterra-All Blacks era la partita più attesa e quella dal tasso tecnico più elevato. Due squadre in ricostruzione dopo il cambio di allenatore, in cerca del giusto amalgama e dell’opportuna quadratura del cerchio. E a spuntarla è stata la squadra effettivamente più rodata, in quanto Ewen McKenzie si è seduto sulla panchina Wallabie a luglio, mentre per Schmidt si trattava del secondo impegno da ct dei Verdi. Gli Aussie stanno lentamente smobilitando i cantieri dei lavori in corso, forti di una difesa finalmente efficace e di un reparto avanzato competitivo e a tratti dominante. Il tutto condito dalle magie di un ispiratissimo Quade Cooper e dalla verve di uno scatenato Nick Cummins, entrambi imprendibili da una difesa irlandese rivedibile, per usare un eufemismo. La larga vittoria contro Samoa aveva mascherato alcuni problemi di organizzazione, proprio nella citata fase difensiva ma anche nel breakdown, in cui i padroni di casa sono apparsi impreparati e poco aggressivi, con conseguente impossibilità di innescare i trequarti, se non a risultato già compromesso. La strada da percorrere sembra ancora molto lunga.
Top: Cooper, Cummins (AUS)

Francia-Tonga: chiusa la parentesi di quattro partite (e altrettante sconfitte) contro gli All Blacks, la Francia può tornare a sorridere sfruttando l’agevole impegno contro Tonga. Dopo un Sei Nazioni da dimenticare, Les Bleus possono ripartire per tornare ad essere competitivi in vista del torneo continentale di febbraio, sebbene il lavoro per Philippe Saint-André sia quantitativamente notevole, specialmente per quanto riguarda la difesa. Tralasciando l’eccellente prestazione di una settimana fa contro i neozelandesi, contro cui i galletti si esaltano spesso e volentieri, il vero banco di prova per i transalpini sarà il prossimo test contro il Sudafrica, un importante paletto per la crescita dei cugini d’Oltralpe. Tongani che, invece, hanno messo in mostra i consueti pregi e difetti: ottima tecnica individuale ma poca attitudine al gioco collettivo e nelle fasi statiche.
Top: Talès, Dulin (FRA) Vanikiolo (TON)

Scozia-Sudafrica: cattiveria, organizzazione e qualità. In tre parole, l’unica squadra che può permettersi al momento di impensierire gli All Blacks, il Sudafrica. A Murrayfield per la nazionale del Cardo non c’è scampo, gli Springboks dominano in ogni aspetto del gioco lasciando a 0 i padroni di casa, apparsi inermi al cospetto dello strapotere fisico e tecnico sudafricano e su cui sono pesate le diverse assenze per infortunio.
Top: Le Roux (SAF)

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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