Seguici su

Ciclismo

Ciclismo, World Ranking: Italia seconda, il movimento c’è!

Pubblicato

il

Da qualche anno, ormai, il movimento ciclistico italiano viene definito in crisi. Ma è veramente così? Veramente siamo destinati a uscire dal lotto di nazioni più importanti del mondo?

Al momento la realtà dice altro. Con tanti corridori competitivi e piazzamenti praticamente in tutte le gare, l’Italia, anche in anno come quello appena passato, è riuscita a conquistare i secondo posto nel ranking UCI, alle spalle solo della Spagna, al momento imprendibile grazie alle prestazioni di Joaquim Rodriguez e Alejandro Valverde, che però imboccheranno presto il viale del tramonto avendo da tempo superato la trentina. Dopo di loro non sembra esserci una nuova generazione di talenti come quella appena passata.

L’Italia ha conquistato un secondo posto prestigioso, andando a precedere, nell’ordine, Colombia, Gran Bratagna, Olanda e un Belgio abbandonato da Philippe Gilbert e Tom Boonen, che nell’arco della stagione agonistica appena trascorsa hanno raccolto pochissimi punti validi per questa classifica.

Ha senso, dunque, dire che l’Italia è in crisi? Più probabilmente ha senso analizzare che, rispetto a qualche anno fa, il livello è molto più alto a livello globale, senza andare a scomodare discorsi inerenti agli anni bui dell’era-Armstrong. Pensare di poter dominare da gennaio a ottobre, ormai, è qualcosa di utopico, perchè molti più corridori di tante nazioni possono puntare a vincere le corse più prestigiose come le classiche Monumento o i Grandi Giri.

Inoltre, e questo non va dimenticato, l’Italia può spesso puntare su un vivaio di assoluto livello. Nell’ultimo anno corridori come Diego Ulissi e Enrico Battaglin hanno dimostrato di essere pronti al salto di qualità, ma non sono solo loro i nomi su cui possiamo puntare per il futuro. Nonostante le difficoltà, il ciclismo italiano non potrà mai sparire, con la sua conoscenza e la sua tradizione che, anche in un futuro iperspecializzato, potranno ancora fare la differenza.

Questa la classifica mondiale per nazioni:

Rank Prev. Country Code Points
1 1 SPAIN ESP 1890
2 2 ITALY ITA 1082
3 3 COLOMBIA COL 1011
4 4 GREAT BRITAIN GBR 975
5 5 NETHERLANDS NED 806
6 9 BELGIUM BEL 645
7 6 FRANCE FRA 640
8 7 AUSTRALIA AUS 628
9 8 UNITED STATES USA 617
10 12 IRELAND IRL 568
11 10 POLAND POL 515
12 11 SLOVAKIA SVK 501
13 13 CZECH REPUBLIC CZE 480
14 15 GERMANY GER 478
15 14 SWITZERLAND SUI 467
16 16 PORTUGAL POR 363
17 17 SLOVENIA SLO 295
18 18 NORWAY NOR 267
19 19 DENMARK DEN 214
20 20 ESTONIA EST 116
21 21 CANADA CAN 81
22 22 UKRAINE UKR 76
23 23 SOUTH AFRICA RSA 58
24 24 RUSSIA RUS 46
25 25 LITHUANIA LTU 33
26 26 ARGENTINA ARG 30
27 27 CROATIA CRO 26
28 28 COSTA RICA CRC 25
29 29 AUSTRIA AUT 24
30 30 BELARUS BLR 18
31 31 KAZAKHSTAN KAZ 14
32 32 FINLAND FIN 4
33 33 LUXEMBOURG LUX 4
34 35 NEW ZEALAND NZL 2
35 34 SWEDEN SWE 2

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook

Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo

Clicca qui per seguirci su Twitter

1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    19 Ottobre 2013 at 13:42

    Dire che il movimento italiano sia in crisi secondo me rappresenta una verità, dire che comunque non sia un movimento d’elite è una menzogna. Io direi che eravamo abituati ad avere una serie di fuoriclasse come al tempo degli Argentin, Fondriest, Bugno, Chiappucci, ecc… adesso abbiamo degli ottimi corridori ma non dei fuoriclasse, il livello medio è alto ma non altissimo. Quello che preoccupa è il trend che il ciclismo azzurro sta subendo perchè passino delle annate meno rigogliose che ci puo’ stare ma la pista è stata lasciata nel dimenticatoio ed oltretutto da tempo ormai non produciamo dei cronoman di spessore. Io credo che il movimento inteso come serbatoio ci sia, la passione anche ma manca una strategia per recuperare terreno la dove siamo piu’ carenti. Tolto Nibali quest’anno di cosa ci possiamo rallegrare? I Bettini, i Rebbelin i Bartoli, i Cipollini dove sono? Sia ben chiaro il paragone è pesante perchè per lungo tempo abbiamo dominato le classiche. Ci siamo beati di questi successi perdendo il contorno, mentre adesso ci accorgiamo che stiamo perdendo terreno.

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *