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Splendido Jason Dufner nell’ultimo giro: il PGA Championship è suo

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E’ semplicemente perfetto Jason Dufner nell’ultima giornata della 95ma edizione del PGA Championship (montepremi $ 8.000.000), quella che regala allo statunitense il suo primo, splendido, Major della carriera, a 36 anni e dopo i tanti rimpianti del playoff perso nel 2011 proprio al PGA. A Rochester, su un Oak Hill Country Club decisamente più ostico rispetto alle prime due giornate, Dufner ha sbaragliato la concorrenza giocando in maniera fenomenale soprattutto i ferri, che gli hanno garantito i quattro birdie con cui ha spaccato il torneo. Solo due bogey, peraltro alla 17 e alla 18, hanno macchiato – ma senza spaventare – il suo score di giornata (68, -2), per un totale di 270 (68 63 71 68, -10). E’ la sua terza vittoria in carriera, indubbiamente la più prestigiosa e remunerativa, con ben $ 1.440.000 in palio.

Ha lottato per almeno 16 buche, ma senza successo, uno stoico Jim Furyk, leader dopo 54 buche. Il 43enne statunitense ha pagato la sua poca precisione dal tee, girando in 71 (+1) con due birdie e tre bogey, e i colpi di distanza da Dufner, alla fine, sono stati due, avendo chiuso con 272 (65 68 68 71, -8). Altro splendido piazzamento per un portentoso Henrik Stenson, tra i primi tre per il quarto torneo consecutivo. Lo svedese, però, nel round conclusivo (70, Par) non riesce ad accelerare definitivamente per giocarsi le sue chance di vittoria, chiudendo al 3° posto con 273 (68 66 69 70, -7), con cui rafforza la sua leadership nella Race to Dubai. Ma la Svezia, a Rochester, non è stata solo Stenson: il trionfo del paese scandinavo è completato dal sorprendente Jonas Blixt, aggrappatosi con un giro in 70 (Par) al 4° posto (274 – 68 70 66 70, -6).
Miglior punteggio della giornata per lo statunitense Scott Piercy, che con un 65 (-5) risale sino alla quinta posizione (275, -5) affiancando un Adam Scott andato spegnendosi durante le ultime 36 buche. Spunta in settima posizione lo statunitense David Toms, numero 126 del ranking, in club house con 276 (-4). Principio di redenzione per un Rory McIlroy sì altalenante, ma anni luce più performante di quello distratto visto finora; il nord-irlandese entra nella top ten all’8° posto con 277 (-3), insieme agli statunitensi Zach Johnson e Dustin Johnson e all’australiano Jason Day.

Poco brillante oggi, ma nel complesso autore di un discreto torneo, Francesco Molinari, a metà classifica in 33ma posizione (283 – 72 68 70 73, +3). Regolare nelle prime 9 buche (un bogey ed un birdie), Chicco è calato nella seconda parte di percorso con un doppio bogey e un bogey, nonostante il torinese abbia espresso un ottimo gioco. Matteo Manassero si arena addirittura in 72ma posizione (292 – 72 69 74 77, +12) – penultimo -, a causa di un pessimo giro in 77 (+7), in cui ha mostrato lacune soprattutto dal tee. Un solo birdie per il 20enne azzurro, oltre a due doppi bogey e a quattro bogey. Un finale di torneo non indimenticabile quello di Manassero, bravo in ogni caso a sbloccarsi dopo tre tagli consecutivi nei Major.

Conclude come aveva iniziato Tiger Woods, ovvero in maniera anonima. Mai un cambio di ritmo, mai un ruggito per il n°1 al mondo, 40° a quota 284 (71 70 73 70, +4) al termine di un quarto round chiuso pari al par. Appaiato a Manassero uno spento e svagato Phil Mickelson (71 71 78 72), apparso senza stimoli e con le batterie scariche dopo la straordinaria impresa dell’Open Championship. Tra gli altri big, hanno disputato un buon torneo Graeme McDowell, 12° con 278 (-2) e Keegan Bradley, 19° con 279 (-1). 22° Matt Kuchar (280, Par), 33mi Lee Westwood e Justin Rose (283, +3), 61° Sergio Garcia (288, +8), 66° Brandt Snedeker (289, +9).

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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