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Mondiali ciclismo su pista juniores: buoni segnali dagli azzurri
Quando si parla di ciclismo su pista in Italia, bisogna sempre tener presente il periodo non certamente splendido vissuto negli ultimi anni, coinciso con l’affossamento, più o meno volontario, di una scuola che per lunghi tratti aveva avuto pochi eguali nel resto del mondo. Per cui, tutti i segnali positivi derivanti dalle categorie giovanili sono da vedere sotto una luce assolutamente buona, pur con le cautele del caso dovute alle prevedibili difficoltà che ci saranno nel mantenere certi standard di rendimento col passaggio al livello élite.
Fatte queste doverose premesse, la rassegna di Glasgow ha messo in mostra un’Italia pimpante, in particolare per quanto riguarda il settore femminile. Partiamo dal sorriso di Arianna Fidanza, meraviglioso oro nella corsa a punti con una condotta di gara sopraffina, un trionfo della lucidità tattica quantomai fondamentale in questa specialità: la diciottenne di Brembate ha prima rallentato di proposito per ritardare il doppiaggio e aggiudicarsi così una delle tante volate intermedie, e poi ha trionfato nello sprint finale, conquistando i punti necessari alla medaglia d’oro. L’abbraccio e le lacrime con re Mida Salvoldi, bergamasco come lei, dicono tutto: due titoli europei su pista, cinque campionati nazionali, Arianna è decisamente un talento sopraffino che ora, un passo dopo l’altro, inizierà a misurarsi con atlete più esperte.
Degna di nota anche la performance dell’inseguimento: il quarto posto al quale ha contribuito la stessa Fidanza è certamente amaro come risultato in sé, ma in quella finalina non sarebbe stato “umano” restare sui tempi dell’Australia che ha fatto segnare il record del mondo, poi ulteriormente abbassato dalla Gran Bretagna nella finale per l’oro. Tra juniores, under 23 e già alcune élite, Salvoldi può ora contare su una discreta pattuglia di ragazze specializzate in questa disciplina, con risultati internazionali in decisa crescita a partire dallo scorso inverno: l’Italia sembra aver inoltre assorbito in pieno i meccanismi del quartetto, che ha sostituito il terzetto anche nel settore femminile.
Rimanendo in ambito femminile, la vicentina classe 1996 Maria Vittoria Sperotto ha chiuso al 5° posto l’omnium di ieri, ad appena tre lunghezze dal bronzo: un piazzamento veramente ottimo, pur col rimpianto di un giro lanciato non così soddisfacente che l’ha probabilmente privata di una medaglia. Claudia Cretti ha chiuso sesta nello scratch, specialità nella quale si era laureata campionessa europea poche settimane fa, confermandosi dunque tra le migliori della categoria.
I risultati migliori nel maschile sono invece venuti dall’Americana, dove Gianmarco Begnoni e Attilio Viviani hanno terminato al sesto posto; settima piazza, invece, per Riccardo Minali nell’omnium, con un po’ di rammarico per un paio di prove che lo hanno fatto scivolare lontano dalla zona medaglie. Nell’inseguimento individuale, se il tredicesimo posto di Filippo Ganna potrebbe sembrare di per sé un risultato non così soddisfacente, questo va invece visto sotto il profilo puramente cronometrico: meno di 3” dal tempo di chi si è andato a giocare il bronzo per un ragazzo al primo anno nella categoria e relativamente inesperto, dunque un ottimo riscontro e altrettanto ottimi margini di miglioramento. Il nono posto del quartetto è stato relativamente sotto le attese, mentre l’ottava posizione di Davide Plebani nello scratch, altro ragazzo al primo anno, è da leggere in modo positivo.
Il vero cruccio, per ora, resta il settore della velocità pura, dai team sprint ai 500 e 1000 metri, dove spesso gli azzurri e le azzurre non erano nemmeno presenti: sicuramente bisognerà lavorare anche in questa direzione, ma per ora non si può non essere soddisfatti dei progressi generali.
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com
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