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Nuoto artistico

Nuoto sincronizzato, una monotonia da modernizzare?

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Chi sta seguendo i Mondiali 2013 di nuoto, in corso di svolgimento a Barcellona, sta sicuramente imparando a conoscere il nuoto sincronizzato, singolare disciplina al femminile che regala spettacolo sotto forma di splendide coreografie acquatiche. Bellissime le ragazze impegnate, tanto anche il tifo del Palau Sant Jordi: ma siamo sicuri che sia uno sport in grado di colpire gli spettatori?

A scorrere le classifiche di questa rassegna iridata, ma anche delle precedenti e delle Olimpiadi, un dato salta subito all’occhio: la monotonia dei risultati. Russia, Cina, Spagna. A volte l’Ucraina, giusto nelle specialità senza asiatici. E le italiane, tra cui brilla la promettente Linda Cerruti, sempre tra la sesta e l’ottava posizione. Praticamente, un copione già scritto. 

Ed è proprio questo che sta penalizzando questa affascinante disciplina, tanto faticosa quanto graziosa a ritmo delle migliori colonne sonore classiche. Tante gare (solo, duo a squadre con programma tecnico, libero e combinato), medesime classifiche nonostante ben quattordici giudici impegnati. Quali i rimedi? Uno potrebbe essere diminuire il numero delle prove, per aumentare magari i coefficienti di difficoltà con più regole, un altro modificare i sistemi di punteggio, aprendo a maggiori sorprese. Tanti sport si sono già posti in scia al repentino sviluppo del mondo, adesso tocca al nuoto sincronizzato.

 

francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: nuotosubfaenza.it

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