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Hockey Prato

Martina Chirico in esclusiva: “L’Italia vale le prime 10 al mondo”

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E’ stata una delle grandi protagoniste dell’Italia rivelazione nella World League di hockey prato femminile a Londra. Le azzurre, per la prima volta capaci di entrare tra le prime 16 al mondo in una competizione di questo livello, hanno sfiorato addirittura la qualificazione al turno finale, mettendo paura nei quarti di finale alle padrone di casa della Gran Bretagna, medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012, e perdendo solo per 3-2. Da segnalare anche le vittorie su Stati Uniti e Sud Africa, oltre che un primo tempo giocato alla pari con le “Leonas” dell’Argentina. Insomma, una Nazionale italiana entrata in una nuova dimensione, nella quale il portierone Martina Chirico si è messa in evidenza con interventi strepitosi e, soprattutto, come para rigori di caratura internazionale.
Di seguito un’intervista esclusiva all’estremo difensore della selezione tricolore.

Una Nazionale che migliora partita dopo partita e che sta rapidamente colmando il gap con le migliori squadre: qual è il segreto di questa crescita?
A fare la differenza è la nostra determinazione. Dato che abbiamo minori risorse rispetto a nazioni come Olanda, Germania e Argentina, vogliamo sopperire a questo con un impegno maggiore. Abbiamo delle motivazioni supplementari per cercare di emergere“.

Dove può arrivare questa Italia?
Sicuramente tra le prime dieci al mondo, come abbiamo dimostrato in World League“.

Un giorno si potrà anche pensare di vincere qualcosa di importante?
Sì, aumentando le risorse, potremo crescere ulteriormente e pensare di vincere qualcosa. Tutto dipenderà da noi: dobbiamo fare risultati per meritarci maggiore considerazione e far sì che le istituzioni e il Coni investano ancora di più sul nostro sport. Per noi sarebbe fondamentale allenarsi insieme per 15 giorni al mese, così come fanno ad esempio in Belgio e Argentina. Sono convinta che cambierebbe tutto. Per farlo, però, serve ovviamente un sostegno economico“.

In pratica sarebbe opportuno prendere in considerazione la medesima strada della pallamano femminile, con la “Futura Roma” che, con il sostegno dell’Esercito, disputa il campionato sloveno e consente alle sue giocatrici (tutte italiane, per lo più under21) di vivere lo sport da professioniste?
Esattamente. All’estero, nelle nazioni più forti come l’Olanda, le giocatrici sono delle professioniste. Noi non lo siamo. Ognuna di noi ha i suoi impegni di studio o di lavoro e non è facile organizzare dei raduni che vadano bene a tutte. Ripeto, ci basterebbe ritrovarci ed allenarci insieme 15 giorni al mese e il salto di qualità sarebbe immediato. L’idea di giocare in un campionato straniero sarebbe ottima, ormai con Ryanair i biglietti costano pochissimo. E’ normale che, in questo caso, servirebbe un sostegno economico importante come lo è ad esempio quello dell’Esercito per la Futura Roma“.

L’ultima World League ha palesato in generale una riduzione del gap tra i top-team e quelli di seconda fascia: come te lo spieghi?
Sicuramente le nazionali di seconda fascia stanno crescendo. Tuttavia le migliori restano sicuramente molto forti, su tutte Olanda e Australia. L’Argentina è invece un po’ calata perché è in atto un netto ricambio generazionale, ma sono sicura che ci impiegheranno poco per tornare ai loro livelli consueti. D’altronde, anche loro hanno il vantaggio di giocare e allenarsi sempre insieme“.

A breve disputerete gli Europei di Seconda divisione: viste le prestazioni in World League, l’obiettivo non potrà che essere la promozione ed il ritorno tra le magnifiche otto del Vecchio Continente?
Certo, puntiamo alla promozione. Insieme a noi vedo favorito l’Azerbaijan, per il resto, se giochiamo come sappiamo, non vedo altre rivali in grado di impensierirci“.

Dopo aver perso la finale per il quinto posto con gli Usa, la partecipazione alla Coppa del Mondo 2014 è ora a forte rischio.
Dipenderà dal ranking mondiale, quindi lo sapremo solo a dicembre. Di certo una Coppa del Mondo a 12 squadre è fin troppo ristretta, io la allargherei a 16“.

Come nasce il tuo ruolo di portiere?
E’ successo per caso. Avevo 17 anni e giocavo in attacco. Una volta si fece male il portiere e l’allenatore decise di provarmi anche perché, avendo giocato a tennis, avevo i riflessi pronti. Da quella volta non sono più uscita dalla porta…“.

Ti sei affermata come una specialista nel parare rigori e shoot-out: dove nasce questa abilità?
Diciamo che in quei frangenti non guardo l’avversaria, ma seguo solo la palla. Inoltre sono una ragazza molto competitiva, amo l’uno contro uno e mi esalto in queste situazioni“.

Cosa significa per te essere l’erede in Nazionale di una campionessa come Roberta Lilliu?
Da lei ho imparato tantissime cose. All’inizio non è stato facile sostituirla perché sapevo che dovevo dimostrare il mio valore per non farla rimpiangere. Poi mi sono tranquillizzata. In segno di rispetto nei suoi confronti, ho deciso di tenere la maglia n.12 e di non prendere la n.1“.

L’Italia è ormai una squadra figlia del mondo, con tante giocatrici italo-argentine: che clima si respira nello spogliatoio?
Diciamo che tutte le italiane parlano spagnolo e viceversa. Nello spogliatoio, però, la lingua ufficiale è l’italiano. Le ragazze nate in Argentina sono comunque di origine italiana, quindi i valori, le usanze e le tradizioni sono le stesse che abbiamo noi. Per questo andiamo tutte molto d’accordo e c’è un bel rapporto. Poi è indubbio che il loro apporto abbia innalzato notevolmente il livello della squadra“.

Hai già ricevuto offerte per giocare in campionati esteri e stai valutando questa soluzione?
Sì, ho ricevuto qualche offerta, ma al momento il problema sono gli studi. Prima voglio laurearmi, poi prenderò in considerazione un’ipotesi di questo tipo. Certamente giocare all’estero rappresenta un’occasione per completarsi dal punto di vista tecnico“.

federico.militello@olimpiazzurra.com

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