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Atletica, Rieti2013: una piccola grande Italia da record

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Rieti non ha deluso le aspettative. La cittadina laziale ha ospitato una grande edizione degli Europei juniores di atletica leggera che ha regalato all’Italia tante soddisfazioni e tantissime prospetti.

Sono arrivate otto medaglie (un oro, quattro argenti, tre bronzi), a un solo metallo dal record assoluto di Salonicco 1991: ottavo posto nel medagliere. Secondo miglior risultato di sempre, nettamente migliorata Tallinn 2011.

Addirittura 26 finalisti: record assoluto, 101 punti collezionati come non accadeva dal 1993, quinto posto assoluto in questa speciale classifica. 28 primati personali realizzati (e questa è la cosa più importante). Insomma una grande marea azzurra che fa ben sperare per il futuro dell’atletica nostrana. Ora, come sempre, servirà coltivare questi talenti e non disperderli come capitato spesso nel passato.

 

Incominciamo da Ottavia Cestonaro. La nota più bella di questi quattro giorni. Vincere all’ultimo salto, all’ultimo affondo, all’ultima possibilità è una dote posseduta solo dalle vere campionesse. La veneta, grande promessa italiana dei salti in estensione, scala la classifica e dal sesto posto vola verso un magico oro. Non è tanto la misura a farci esaltare (sappiamo che ha molti centimetri in più nella gambe), ma il modo in cui ha vinto. Nel lungo è chiaramente stanca dopo un tour de force estenuante per questa età, ma riesce comunque ad entrare tra le otto, con la consapevolezza che anche migliorando il personale sarebbe stato quasi impossibile salire sul podio.

 

Roberto Perini si è presentato in grandissimo spolvero sui 110hs e ha migliorato il già suo record italiano di categoria in ben due occasioni. Prima in batteria scendendo a 13.32, poi nella finale abbassandolo a 13.30: più di così era davvero impossibile. Tecnica sopraffina, scavalcamento eccellente dell’ostacolo, manca ancora di qualcosina nell’uscita dai blocchi. L’avversario francese è stato davvero imprendibile, ma l’argento profuma davvero di oro. Ora staremo a vedere nel passaggio alle barriere alte, ma il prospetto è davvero eccellente.

 

Vito Minei si conferma su un altissimo livello e dà la prova che la marcia italiana è in salute, con una sfilza di prospetti con un futuro molto interessante. Il pugliese era accreditato di una medaglia ed è puntualmente arrivata. L’argento va oltre le aspettative perché è giunto con un super personale e dopo una gara tutta in testa, cedendo nel finale solo alla potenza di un russo forse tecnicamente più maturo. Migliorare di una posizione rispetto alla Coppa Europa e lasciarsi alle spalle l’altro russo sono motivi di grande vanto.

 

I gemelli Dini sono stati perfetti. Samuele e Lorenzo si sono presentati a Rieti con tempi d’accredito che valevano il podio e hanno confermato il loro valore. Entrambi hanno conquistato l’argento, entrambi hanno stracciato i proprio personali, entrambi sono stati sconfitti dal naturalizzato turco Ali Kaya (un dominio esagerato). Lollo sui 10000m ha conquistato la prima medaglia italiana, Samu ha imitato il fratello sulla mezza distanza: il primo ha sfruttato l’errore del russo, il secondo ha vinto un volatone. Due “successi” diversi accomunati da una grande tecnica e tattica. Certo emergere in una rassegna continentale o tra i grandi sarà tutta un’altra cosa.

 

Marco Bortolato è la vera sorpresa di questa spedizione. Nessuno avrebbe scommesso un bronzo dal suo martello, e invece… Arrivato a suon di personali, con una tecnica assolutamente interessante e con delle prospettive di primo livello. Nel settore dei lanci l’Italia va sempre in difficoltà, ma la “palla di ferro” ci regala sempre qualche soddisfazione.

 

Portare le quattro staffette in finale è sinonimo di grande salute del movimento. La 4×400 femminile batte uno dei primati di categoria più vecchio: la staffetta del miglio nel 1983 volò in 3:37.82. Ilenia Vitale, Irene Morelli, Raffi Lukudo e Lucia Pasquale si sono superate con un ottimo 3:37.61.

Ma è la 4×100 maschile a sbalordire. Quattro ragazzi super affiatati conquistano un bronzo che è la ciliegina sulla torta a questo Europeo. Giacomo Isolano parte alla grande, consegna un cambio antologico a Lorenzo Bilotti che spinge alla grandissima, consegna il testimone a Roberto Rigali il quale pennella una curva al bacio, rettilineo finale per super Faustino Desalu che chiude il giro della morte in 40 secondi tondi tondi, infilando Gran Bretagna e Francia! Pazzesco!

 

E arriviamo alle due “delusioni” del lungo weekend. L’asta femminile era la specialità in cui l’Italia era chiamata a farla da padrona, con le due capoliste stagionali che dovevano spartirsi oro e argento visto anche il livello delle avversarie.

Sonia Malavisi, volata al 4.42 del record italiano di categoria all’aperto, paga lo scotto di un mese intensissimo e si deve accontentare del bronzo (saltando 4.20 al terzo tentativo).

Roberta Bruni rientrava da un infortunio, si è presa le proprie responsabilità da primatista italiana assoluta (4.60 indoor), è scesa in pedana ma non è riuscita ad andare oltre 4.15. Entrambe hanno commesso tre nulli a 4.30, misura assolutamente alla portata di entrambe. Un vero peccato perché l’occasione era ghiotta, Controprestazione nel momento più importante, ma entrambe hanno un immenso talento quindi avranno altre occasioni per riscattarsi.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

(foto FIDAL)

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