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Ciclismo

Wouter Weylandt, due anni dopo

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Due anni. Due anni da quel terribile momento, che spezzò il fiato e il cuore di tutti gli appassionati di ciclismo, prendendosi la vita di Wouter Weylandt, un ragazzo giovane, sorridente, vincente.

Quella maledetta discesa dal Passo del Bocco, terza tappa del Giro d’Italia, 9 maggio 2011. Un incidente orribile, in diretta tv, del quale si capisce subito la gravità e che non è certo il caso di ripercorrere. Nonostante i tentativi disperati del dottor Giovanni Tredici, Wouter si va ad aggiungere a quella triste lista che comprende, tra gli altri, Serse Coppi, Tommy Simpson, Joaquim Agostinho, Fabio Casartelli, Andrey Kivilev, Alessio Galletti.  Wouter “passa oltre” pochi minuti dopo l’arrivo di quella frazione, vinta da Angel Vicioso; il gruppo è sconvolto, come i tifosi e tutte le persone, anche non appassionate di ciclismo, rimaste toccate da questo immenso dramma.

Quando corri un Giro o un Tour, realizzi un sogno che hai sin da bambino; e non pensi mai che nel tuo sogno tu possa trovare la morte. Quando muore uno del gruppo, un tuo amico, un tuo fratello, muore una parte di te e muore una parte del tuo sogno“. Queste semplici parole, dette in quella maledetta sera da Davide Cassani, spiegano meglio di molte altre il sentimento che si prova davanti a vicende del genere.

Wouter lascia il gruppo e lascia una famiglia meravigliosa: quattro mesi dopo, nasce Alizee, la figlia di Wouter e di Anne-Sophie. La vita, alla fine, trionfa sulla morte.

foto tratta da olimpiadi.blogosfere.it

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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